La repubblica degli stagisti.

laureaLa crisi economica c’è e si vede, a poco servono i faccioni sorridenti e rassicuranti dei politici che ci dicono che il peggio è alle spalle e ci preannunciano un sempre più imminente roseo futuro.

Grande riscontro si trova nel mercato del lavoro. Oggi affrontiamo l’argomento focalizzando la nostra attenzione sugli stage, l’esperienza aziendale che dovrebbe avere lo scopo di completare la formazione di laureandi e neolaureati, ma che risulta essere nei fatti la più diffusa (se non l’unica) forma lavorativa che le aziende offrono ai giovani in questo periodo.

Come sono considerati questi “tirocini formativi” nel nostro paese?  Wikipedia risponde:

Secondo la legislazione italiana, lo stage non è in alcun modo considerabile come un rapporto di lavoro subordinato, questo spiega il motivo per cui non è obbligatoria la retribuzione degli stagisti (per legge essa è vietata e i soldi eventualmente percepiti dallo stagista vengono concessi a puro titolo di rimborso spese) e, di conseguenza, non esistono minimi contrattuali. Lo stagista non matura né ferie né permessi, né ha diritto a periodi di malattia. Periodi brevi di ferie o permessi possono essere concessi dal tutor previa richiesta dell’interessato. Non esiste nessun preavviso di fine rapporto da parte di ciascuno dei contraenti.

La definizione non sembra promettere bene, e nella realtà dei fatti, la situazione varia da azienda ad azienda. Il rimborso, quando c’è, non raggiunge cifre che permettono ad un giovane di poter essere “autonomo”, soprattutto se la sede dello stage è fuori dalla città di residenza. Poco male direte, sono giovani, sono disposti al sacrificio pur di mettersi in mostra e di imparare finalmente qualcosa di pratico (… quali università vi permettono di imparare qualcosa di pratico infondo???), ma è proprio l’aspetto formativo che a volte viene a mancare! Ci si può ritrovare a svolgere mansioni di routine arrivando a maturare col tempo l’idea che si è in quel posto non perché la società ha bisogno di far crescere una risorsa per poterne poi valutare l’inserimento in organico, ma perché ci sono determinati lavori da svolgere e quale modo più conveniente di affidarle ad un economico stagista??

curriculum vitaeLa redazione di Camminando Scalzi ha avuto l’opportunità di intervistare Eleonora Voltolina, direttore responsabile del sito Repubblica degli Stagisti, lo spazio virtuale nato per approfondire la tematica dello stage in Italia e dare voce agli stagisiti. Il sito riporta tutte le news sul tema, include un forum dove ci si può scambiare consigli e raccontare le proprie esperienze, e propone un elenco di offerte di quelle aziende ritenute “virtuose” in quanto offrono stage in linea con la Carta dei diritti dello stagista, un elenco di dieci punti che le aziende dovrebbero rispettare al fine di proporre non solo un esperienza in linea con le prescrizioni minime e gli obblighi giuridici, ma che vadano oltre, tutelando maggiormente i propri stagisti e dimostrando così di adottare il concetto di Corporate Social Responsibility.

Repubblica degli Stagisti

Camminando Scalzi.it: Siete partiti come un blog informativo sul tema e oggi siete una realtà sul web della quale anche i più famosi quotidiani parlano. Come avete vissuto questo successo e cosa vi ha spinto a fare tutto ciò?

Eleonora Voltolina: A dir la verità il successo ottenuto dal sito non mi ha sorpreso, il numero degli stagisti in Italia cresce anno dopo anno e prima del 2007 non esisteva uno spazio online per loro. Da ciò l’idea di creare un punto di incontro virtuale. Visite e commenti aumentavano col passare del tempo e questo ci ha permesso di crescere, volevamo creare qualcosa di più incisivo, il blog ci dava limitate possibilità e noi avevamo idee ambiziose.

CS: Colgo lo spunto per parlare di numeri… quanti sono gli stagisti in Italia?

EV: A questa domanda posso risponderti accuratamente. Secondo Il nuovo rapporto Excelsior , che viene prodotto ogni anno da Unioncamere , nel 2008 ci sono stati 305mila stagisti nelle aziende: un incremento del 21,5% rispetto all’anno precedente, e addirittura del 28,5% rispetto a due anni prima (228mila nel 2006). Il numero degli stagisti italiani insomma continua a crescere a vista d’occhio. Purtroppo questi numeri non si riflettono positivamente nei dati sulle assunzioni. Ad oggi meno di uno stagista su dieci può sperare in un contratto: nel 2008 meno di 29mila giovani hanno ottenuto un’assunzione.

CS: A quanto ammontano mediamente i rimborsi spese?

EV: Gli stage non retribuiti in Italia sono più di quanto si possa pensare. In genere ad essere meglio retribuiti sono i giovani con i titoli di studio più richiesti sul mercato, ingegneria, economia, ma anche giurisprudenza, e questo poiché riescono a trovare inserimento in aziende private, multinazionali o grandi enti. Mediamente ci si aggira tra i 300 e 500 euro, con picchi fino a 700. I rimborsi calano quando parliamo delle altre lauree e in molti casi ci si ritrova davanti a stage gratuiti.

CS: In Italia non esiste una normativa ben definita. Cosa ci differenzia dagli altri Paesi e cosa sarebbe necessario per il futuro?

EV: In alcuni paesi europei la situazione è migliore, in Francia ad esempio gli stage sono retribuiti per legge, in Portogallo si possono fare stage fino a 12 mesi dalla laurea (in Italia non esiste limite, ndr) mentre in Belgio ed in Irlanda gli stagisti hanno diritto al salario minimo garantito. Nel nostro Paese a livello legislativo servirebbe una normativa migliore, ma in ogni caso è sbagliato aspettare che sia una legge a migliorare la situazione. Si può intervenire e sensibilizzare con iniziative come ad esempio la nostra Carta dei diritti dello stagista.

CS: come è nata questa Carta e come le aziende hanno accolto l’iniziativa?

EV: La Carta dei diritti dello stagista è il frutto del nostro lavoro, è nata da un anno di dibattiti sul blog, dalle esperienze e dai consigli dei nostri lettori. Molte aziende si sono mostrate interessate e a quelle che hanno dimostrato di seguire questi principi assegniamo il nostro bollino “OK Stage”, una sorta di marchio di qualità. Queste aziende inoltre periodicamente lasciano sul nostro sito le loro offerte, e questo per garantire un servizio ancor più utile per i giovani. Ovviamente ci sono stati casi in cui la risposta è stata una porta chiusa in faccia, ma molte altre aziende ci hanno assicurato che,  una volta finita la crisi, aderiranno in quanto convinti della bontà dell’iniziativa.

CS: A nome di tutta la redazione di Camminando Scalzi.it ti ringrazio per la collaborazione. Ti chiediamo di chiudere l’intervista con un consiglio per tutti quei ragazzi, laureandi e neolaureati, che sono alla ricerca di un primo impiego.

EV: Il consiglio principale è di non accettare stage al ribasso, saper dire di no a proposte scadenti, inadatte, ad esempio, al proprio titolo di studio. Non accettare stage gratuiti quindi, uno stage comporta spese ed è bene che gli stagisti abbiano il coraggio di chiedere un rimborso. Aggiungerei inoltre di non accettare stage troppo lunghi se questi non sono finalizzati all’inserimento in azienda, si rischia di perdere altre occasioni importanti. Un saluto e grazie mille anche a voi.

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12 pensieri su “La repubblica degli stagisti.

  1. La situazione lavorativa in Italia è una vergogna, stipendi da terzo mondo, contratti che permettono ai datori di lavoro di fare imbrogli su imbrogli senza nessun controllo, vedi i lavoratori dei call center assunti a progetto, ma progetto di che? Io faccio il sistemista e per la mia categoria e quelle affini come i programmatori, i tecnici informatici, ecc. non esistono contratti specifici, siamo assunti come metalmeccanici… Ma è più importante il ponte sullo stretto per lasciare ai posteri ricordo del nostro stupendo premier, che fare una seria riforma del lavoro… Mi fa sempre più schifo questo paese.

  2. Bell’articolo, complimenti.
    A mio avviso però il problema alla base è fondamentalmente un’eccesso di offerta di laureati senza specifiche competenze che non riescono ad essere assorbiti. Essendo in troppi a lottare per quel poco che c’è, si arriva a lavorare gratis o con contratti anomali per la mansione svolta (ma questo è illegale, quindi semmai il problema è la mancanza di controlli e di ribellione degli stagisti come sostiene la stessa Voltolina), mentre invece quei pochi che riuscissero ad emergere dovrebbero essere normalmente retribuiti secondo CCNL.
    A Ciro, essendo quasi colleghi, ricordo che infatti buona parte degli addetti IT lavora con partita iva o contratti a progetto, più convenienti rispetto al CCNL.
    Ciao a tutti

  3. Ogni giorno le tv non parlano mai di lavoro, dei precari, dei presidi nelle fabbriche, degli stipendi da fame, dei problemi reali! I tg s’inventano sempre qualcosa di ridicolo pur di non parlare di cose serie…
    Complimenti Carlo per l’articolo, anche per quanto riguarda l’idea d’interivista.

  4. Complimenti… bell’ articolo!Descrive con molta amarezza la situazione italiana riguardo gli stagisti e le aziende.Il problema sta che la normativa non tutela gli stagisti e che purtroppo si è poco informati e sensibilizzati sull’ argomento…,in quanto un neolaureato con solide conoscenze teoriche ma con scarse attitudini pratiche o nulle di solito accetta incondizionatamente questa opportunità lavorativa o sfruttamento proposta dalle aziende,in fondo in tempi di crisi conviene un pò a tutti.Infine volevo segnalare la mia completa ammirazione dal lavoro svolto dalla associazione della repubblica degli stagisti….perchè si tratta di un primo passo per informare e sensibilizzare le persone e magari trovare una soluzione al problema

    • Grazie per l’apprezzamento e per averci dato la tua opinione.

      Ti assicuro personalmente che di questi tempi è difficile anche avere la possibilità di accedere ai colloqui per ottenere un posticino di stage… il telefono non squilla mai!

      • ti capisco benissimo anche per me è così … il telefono è sempre acceso ma non squilla mai…anzi una volta ha squillato ma mi avevano proposto uno stage con proposte inaccettabili…poveri noi dove andremo a finire…

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