Màs que un clasico – Serie A Giornata 14

klaas-jan-huntelaarSi è conclusa un’altra domenica pallonara, abbastanza interessante se vogliamo, con la fuga dell’Inter che supera la Fiorentina ed il Milan che grazie a Huntelaar espugna il fortino di Catania e sorpassa una Juventus in difficoltà che va ko a Cagliari. Ma stavolta è d’uopo dare uno sguardo al di fuori dei nostri confini, più a ovest, verso la penisola iberica dove si è giocata una delle sfide più importanti, affascinanti e conosciute del mondo: Barcelona-Real Madrid. Due squadre rivali non solo in campo ma anche nelle idee. Le “merengue” rappresentano la corona, il centrismo spagnolo della capitale, mentre il Barcelona è una bandiera importante del separatismo autonomo che regna in Catalogna. “Mès que un club” (Più che un club) dicono i tifosi azulgrana e probabilmente è vero. Durante gli anni della dittatura di Franco si sono giocate sfide epiche ed il Real è sempre stato visto come l’oppressore, il simbolo della repressione dell’identità regionale (il presidente Joseph Sunyol fu assassinato proprio dai franchisti ed è diventato un emblema dell‘odio alla casa reale). Una vera e propria battaglia per l’identità, fra due squadre che dominano in Spagna ed in Europa, almeno adesso, visto che da qualche anno Puyol e compagni sono al top del top mondiale. Cinquanta campionati e dodici Coppe dei Campioni in due, duelli epici, giocatori straordinari che hanno vestito una o l’altra maglia. Ne è passato di tempo dal 17 febbraio del 1929, giorno del primo confronto vinto dal Real per due a uno con una doppietta di Luis Morera mentre Parera siglò il primo gol del Barcelona nella storia della sfida stellare.

Da allora il bilancio vede i “blancos” con un bilancio leggermente a favore, ma sono tante le lezioni che i catalani hanno rifilato ai rivali, come lo storico 2-6 molto recente. E cosa accade quando un giocatore cambia maglia passando agli odiati nemici?

Domandatelo a Luis Figofigo2index, che si vide lanciare di tutto addosso alla sua prima visita da madridista al “Camp Nou”, compresa una testa di maiale mozzata. Oppure a Samuel Eto’o, che celebrando il suo primo titolo col Barcelona non nascose il suo disprezzo per chi lo aveva bollato come “non adatto” e lo aveva scartato cantando “Madrid cabròn, saluta al campeòn”. Un tempo c’erano di Stefano, Gento, Cruyff, Kouman, Hugo Sanchez, Zubizarreta….oggi invece Ibra, Messi, Henry, Puyol, Marquez, Iniesta, Xavi da una parte (impressionante) e Cristiano Ronaldo, Kakà, Raul, Benzema, Xavi Alonso, Casillas dall’altra (altrettanto impressionante), ma la musica non cambia. Barcelona-Real Madrid continua ad essere un duello meraviglioso, ricco di connotati e di una storia che lo rende speciale. Già, la storia…che è ancora tutta da scrivere.

Udinese Livorno 2-0
Genoa Sampdoria 3-0
Atalanta Roma 1-2
Bari Siena 2-1
Cagliari Juventus 2-0
Chievo Palermo 1-0
Parma Napoli 1-1
Lazio Bologna 0-0
Inter Fiorentina 1-0
Catania Milan 0-2
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