
Splendido. Non ho davvero altre parole, se non “splendido”. Se non fosse per gli abiti appariscenti, le mani giunte sul petto e la montatura degli occhiali dorata (molto demodé, diciamocelo. Il primo passo è assumere un consulente immagine), si potrebbe pensare che a parlare sia un Obama, un Martin Luther King, un De Gasperi; qualcuno comunque dalla parlantina sciolta, che infiamma le masse e sa quel che dice. Uno che arriverà lontano, ce l’ha scritto in fronte. E invece è il pacioso Cardinal Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (quella che, per intenderci, gestisce i soldi dell’8×1000 versati alla Chiesa). Il pacioso Angelo, in occasione dell’apertura dei lavori del Consiglio permanente, ha smentito il suo diretto superiore, che il 25 dicembre aveva invitato la Chiesa e i vescovi a non fare politica, lanciandosi in una lunga e articolata disamina sulla politica italiana, senza tralasciare nulla.
Per la demagogia cattolica che trasuda dalle parole del cardinale parrebbe più un discorso da fine campagna elettorale, quando anche un voto potrebbe fare la differenza e bisogna caricar giù duro, senza sconti per nessuno. Uno scandalo, in un paese normale. E invece passa tutto come normale, come se fosse all’ordine del giorno che un cardinale, presidente di un organo di amministrazione della Chiesa Cattolica, si metta davanti ad un microfono ad insegnarci a stare al mondo. Bello, no?
Riforme. Sono un “obiettivo urgente, colpevolmente sempre rinviato ed è invece dovere della politica mettervi mano. Per questo occorre mettere da parte calcoli individuali” dice il cardinale di Genova. “Molto opportunamente” raccomandate dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Per farle, ovviamente, occorre il clima adatto. E quello attuale non piace al cardinale. Che vede un confronto pubblico “sistematicamente ridotto a rissa” e critica la “denigrazione reciproca” che arriva a “denigrare il paese intero”. Uno scenario al quale non sono estranei i mass media, “da cui provengono a volte deviazioni e intossicazioni”. Quello che serve, continua Bagnasco, è un “disarmo duraturo tra schieramenti e gruppi”.
Che mi suona terribilmente banale e demagogico. Il tempo delle riforme è una di quelle cose che si sentono dire dai politici, ma che il cittadino non capisce mai a cosa si stia alludendo. Io mi immagino sempre una sorta di fiera, dove tutti giulivi fanno riforme bellissime e perfette e tutti sono amici e si vogliono bene e si sente proprio che l’Italia ha una marcia più, ora che è arrivato il tempo delle riforme. E invece le stagioni politiche si susseguono, ma di questo tempo io ancora non ne ho visto l’ombra. È bellissima sopratutto la chiosa, invitando alla pace tra schieramenti e gruppi: massì, Berlusconi, Fini, Casini, D’Alema e Bersani tutti insieme concordi sul conflitto di interessi, sulle leggi ad personam, su pacs, dico e droghe leggere! FICHISSIMO ANGELO, COME ABBIAMO FATTO A NON PENSARCI PRIMA?!
Aborto e fine vita. Non potevano mancare i temi legati alla bioetica e all’aborto. Per Bagnasco la commercializzazione in italia della pillola abortiva ru486 “rischia di introdurre una prassi di banalizzazione ulteriore nella tutela della vita umana”. Chiedendo a Parlamento, ministero della Salute e Regioni di “circoscrivere quanto è più possibile” la diffusione della pillola, nonostante il via libera dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco). Anche i registri del testamento biologico istituiti in questi giorni da diversi Comuni italiani, raccolgono le “riserve” della Conferenza episcopale, che li definisce “una fuga irresponsabile in avanti”.
Al Cardinale non la si fa, miei cari. Sì, quei comunisti boriosi saccenti che non sanno nulla di vita, morte e compagnia bella dell’Aifa hanno approvato la pillola abortiva, ma perdindirindina, che il Parlamento, o il ministero se quest’ultimo non dice niente, o addirittura le Regioni (che amministrano le ASL, ocio), facciano qualcosa! Mica vorremo lasciare il libero arbitrio a questa massa di bifolchi ignoranti! Mica che se in possesso di ogni capacità di giudizio decidano autonomamente come o quando morire noi che abitiamo tra gli agi dei palazzi vaticani a chilometri di distanza non ci possiamo mettere bocca!
Cattolici in politica. Bagnasco dice di sognare “una generazione nuova di italiani e di cattolici” che “sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorni” per “la cosa pubblica”. “Vorremmo”, continua l’alto prelato, “che i valori che costituiscono il fondamento della civiltà formassero anche il presupposto razionale di ogni ulteriore impresa, e perciò fossero da costoro ritenuti irrinunciabili sia nella fase della programmazione sia in quella della verifica”.
La prima parte è fuffa che non vuol dire nulla, la seconda invece è quella più divertente:
“Vorremmo che i valori che costituiscono il fondamento della civiltà (cattolica ovviamente) formassero anche il presupposto razionale di ogni ulteriore impresa (atto politico), e perciò fossero da costoro ritenuti irrinunciabili sia nella fase della programmazione sia in quella della verifica”. In pratica tenere sempre bene a mente l’ideologia cattolica in ogni momento della vita politica italiana, dalla programmazione alla verifica appunto.
Ma non s’era detto che l’Italia è uno stato laico?
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Che l’Italia è uno stato laico è solo una leggenda… Quando lo Stato Vaticano traslocherà in un altro Paese forse potremo fare qualche passo avanti verso una vera e proprio laicità 🙂
e sono seeeempre + basito dalle contraddizioni in termini di questa chiesa, che professa tanto il vangelo soltanto negli argomenti che gli fa comodo…e soprattutto dimenticando una cosa: Gesù naque visse e morì in assoluta povertà. mi spiegate roba come lo IOR, i ciellini pieni di soldi e potere, i gioielli del papà e l’8×1000 che cosa centrano con la chiesa di gesù (o dei preti missionari nel terzo mondo, se è per questo…). l’ennesima contraddizione di chi si professa in difesa della famiglia, combatte con tutte le proprie forze omosessuali, libertà di scelta della donna e intanto fa comunella con i simboli della corruzione politica e umana, invitandoli a cena per discutere di politica. e poi si chiedono perchè la chiesa perda consensi.