Apple, Nokia e l’anno degli stupori

[stextbox id=”custom” big=”true”]L’articolo di oggi è scritto da Giuseppe Pirò, 28 anni, laureato in Ingegneria delle Telecomunicazione. Giuseppe (qui il link al suo profilo twitter) lavora nel settore della telematica automotive, e in questo suo primo post ci porta attraverso le novità tecnologiche del 2010, buona lettura![/stextbox]

Il 2010 è iniziato secondo i programmi, e i programmi sono quelli secondo cui le innovazioni tecnologiche saranno sempre più frequenti, e i cambiamenti per noi consumatori saranno sempre di più la normalità.

Questo modello è quello ovviamente preferito dai tecno-entusiasti ma anche dalle aziende del settore e da molti analisti di mercato, che vedono in questo susseguirsi di novità la speranza di mantenere vivace l’economia. E’ una sorta di cane che si morde la coda ossessivamente: i consumatori chiedono le novità tecnologiche, le aziende le creano e le pubblicizzano seducendo i consumatori, questi le acquistano. In un mercato così concorrenziale come quello attuale dell’elettronica di consumo, i prezzi che colano a picco e le pregevoli innovazioni determinano fortemente come il mercato si orienterà verso una tecnologia, quindi verso l’azienda che la distribuisce. E come si può vedere dalle vendite sta diventando sempre meno un problema per i consumatori, vuoi anche per il grosso lavoro per l’interscambio tra i formati proprietari, maneggiare tecnologie diverse di aziende diverse. E’ una corsa disperata delle aziende verso la visibilità, che spesso porta al confezionamento di prodotti non digeribili dal mercato per diversi motivi: perché già troppo obsoleti all’uscita, o perché non soddisfano assolutamente né un bisogno né un capriccio; a volte invece perché sono troppo in anticipo sui tempi e il mercato non riesce a comprenderli. Di frequente le aziende investono capitali per promuoverne il lancio, con metodi che definire originali è dire poco (come ad esempio l’azione di diffondere volontariamente alcuni dettagli incredibili ma falsi prima della presentazione, con l’obiettivo di accrescerne l’attrattiva facendo apparire il fatto come uno scoop), quindi fallire per loro può significare dover rimanere fermi al turno successivo, cioè quando si son corretti gli errori e il prodotto è divenuto appetibile ma ormai patrimonio di tutti i competitor.

Il 2010 è iniziato bene (e parliamo davvero ancora solo di Gennaio) con le due piccole rivoluzioni di casa Apple e di casa Nokia. Due diversi rovesciamenti del paradigma con cui siamo abituati a utilizzare oggi la tecnologia. La prima punta tutto sull’attrattiva del nuovo, come ormai ci ha abituati da diversi anni, mentre la seconda è una sfida sconcertante al mercato in termini di economicità.

La casa di Cupertino ha tirato fuori dal suo oscuro cilindro un altro pezzo di alluminio satinato. Questa volta si chiama iPad e rappresenta la nicchia che non c’era, il bisogno che nessuno aveva. Il prodotto però va annoverato tra quelli che aprono ambiti sconosciuti, nuovi archetipi del rapporto tra uomo e gadget. La tavoletta tutta touch di Apple non ha niente di straordinario o di non già previsto dagli appassionati, è essenzialmente il momento zero a partire dal quale Internet smetterà di essere un’attività da scrivania. Perché, se ci pensate bene, non è arrivato forse il tempo di potersi svagare sul proprio blog preferito standosene distesi sul divano? Non è ora di poter leggere le notizie stando in piedi in metropolitana, come si fa con il giornale? Nessun mouse, tastiere e fili, ma solo le mani che pizzicano le pagine web come se l’avessero sempre fatto. Ciò potrebbe essere anche il preludio all’attraente trasformazione delle pagine web in qualcosa di più “tangibile”, qualcosa che si possa maneggiare e non solo osservare.

Niente di sofisticato quindi nell’iPad, ma arriva al momento giusto. E come al solito, solo Apple sa esattamente qual è questo momento. Possiamo quasi affermare che più che un’azienda di computer, sia una schedulatrice delle evoluzioni socio-tecnologiche.

Nokia dal canto suo ha meravigliato tutti non per un prodotto esclusivo, anche perché per l’azienda non sembra essere proprio il momento, ma per la sfrontatezza con la quale si propone di consolidare la sua egemonia nella telefonia cellulare.

Navigazione sui cellulari gratuita per tutti, per sempre, senza essere connessi a Internet.

Se non sembra abbastanza basti pensare che di colpo tutti gli altri costruttori devono adeguarsi e che aziende come TomTom e Garmin divengono istantaneamente fuori mercato. Regalare le mappe agli utenti, tra l’altro sui telefoni già venduti, è un passo decisivo verso il completamento di quell’oggetto tascabile mitologico che sa fare tutto. Di oggetti così ovviamente ne esistono da tempo, ma si sa che è il prezzo zero ciò che rende una cosa davvero per tutti. In Italia è ancora più evidente, dato che non esistono tariffe per la connessione mobile che siano davvero convenienti. Sarà questo il momento a partire dal quale ogni individuo ha iniziato ad avere la navigazione satellitare in tasca?

L’anno è partito benissimo quindi, per chi come me crede che il progresso passi anche dagli oggetti che costruiamo per agevolarci la vita. Speriamo presto di cogliere ancora, nell’immenso pagliaio del marketing e del superfluo, queste piccole rivoluzioni. Nell’attesa invece, possiamo augurarci di rivedere presto TomTom con il suo nuovo business; chissà magari può iniziare da un tablet…

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4 pensieri su “Apple, Nokia e l’anno degli stupori

  1. L’iniziativa della nokia mia piace, erano mesi che cercavo un navigatore adatto alle mie esigenze, ovviamente io ho un 6220 classic che non è tra quelli supportati dalla versione gratuita…

    • Che bell’articolo.
      L’evoluzione della tecnologia passa dalla richiesta di mercato. Tanti oggetti moderni non hanno preso piede o erano fuori tempo o costavano troppo. Quando un costruttore indovina tempi e costi per un oggetto innovativo “fa il botto”. Però se quell’oggetto non viene richiesto/acquistato, l’azienda perde in soldi investiti nell’innovazione e “perde il treno”.
      Ad esempio mi fa sorridere il mercato dei palmari mai sbocciato del tutto –> Subito sostituiti da smart-phone.

      Mi metto nei panni delle azienda costruttrici e credo che sia un casino totale per indovinare tempi, costi, forme, menu, interfacce, normative…

      Moore era un grande.

      P.S.: Anche io ho un Nokia 6220c… a quando maps gratis? 😦

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