L'Orto Botanico di Padova e la biodiversità

“L’Orto Botanico di Padova è all’origine di tutti gli altri orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra natura e cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia.”

Questa è la motivazione che dal 1997 trova l’Orto Botanico di Padova inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità – UNESCO.

Ginko (Ginkgo Biloba) - click per ingrandire

Quattro portali di inizio ‘700, delimitati da due pilastri in pietra che portano sulla sommità un vaso con fregi in ferro battuto di pregiata fattura artistica riproducenti piante di diversa specie, ci introducono nell‘Hortus Cinctus, un meraviglioso giardino racchiuso da una muraglia circolare con balaustra in pietra d’Istria sulla quale sono inseriti vasi e busti in pietra che ricordano alcuni importanti personaggi cinquecenteschi e seicenteschi. 22.000 metri quadri, seimila piante inserite in un quadrato inscritto in un cerchio, struttura perfetta che rimanda all’ideale di un hortus conclusus, luogo paradisiaco destinato ad accogliere coloro che ricercano il rapporto tra l’uomo e l’universo. Due viali orientati secondo i punti cardinali si incrociano in una vasca centrale, dividendo l’orto in quarti ognuno dei quali ospita una fontana: il quarto del Tamarix, il quarto dell’Albizia, il quarto della Magnolia e il quarto del Ginko.

Piante acquatiche

La piscina centrale accoglie diverse ninfee tropicali e viene alimentata da un fiotto di acqua termale proveniente da un pozzo artesiano profondo 286 metri che porta l’acqua in superficie ad una temperatura costante di 24-25 gradi centigradi, permettendo la coltivazione di specie esotiche difficilmente acclimatabili. Sono presenti altre importanti fontane: quella dedicata a Teofrasto, allievo di Aristotele e padre della botanica classica, e quella delle Quattro Stagioni, recante sullo sfondo la statua di re Salomone, leggendario naturalista. Annesse all’Orto abbiamo la biblioteca, l’erbario e vari laboratori.

Piantina dell'Orto Botanico

L’Orto Botanico è un armonioso monumento artistico di grande valore arricchito da differenti ed eleganti geometrie, ma più di ogni altra cosa, ovviamente, sono legate all’ambiente le piante, ragione per cui fu voluto nel 1545 da Francesco Buonafede (docente di medicina dell’Università di Padova).
Nato principalmente per motivi didattici e per lo studio e la coltivazione di erbe mediche, i cosidetti “semplici” (medicamenti che provenivano direttamente dalla natura), oggi l’orto gode anche della presenza di piante grasse, piante carnivore, piante acquatiche, orchidee, piante alpine e della macchia mediterranea e piante tipiche del triveneto, assicurando un’enorme varietà.

Orchidea (Phalaenopsis Schilleriana) - click per ingrandire

Troviamo piante provenienti da varie parti del mondo, da paesi dove la Repubblica di Venezia aveva possedimenti e scambi commerciali; proprio per questa ragione Padova ha avuto un ruolo preminente nell’introduzione e nello studio di molte specie esotiche in Italia, come l’acacia, la patata, il girasole, il gelsomino, il rabarbaro e il giacinto. Una menzione speciale va alla pianta più antica dell’Orto: la Palma di San Pietro (1585) secolare esemplare di dieci metri d’altezza meglio conosciuta come la “Palma di Goethe“, da quando il poeta tedesco nel 1786 dopo averla studiata espresse la sua intuizione evolutiva nel saggio “La metamorphosi delle piante” (1790).

Platanus Orientalis

All’esterno dell’Hortus Cinctus vi è un vasto arboreto. Qui vive dal 1680 un gigantesco platano con fusto cavo a causa di un fulmine; furono impiantate inoltre importanti conifere, due magnolie, annali cipressi calvi e due esemplari di metasequoia (specie conosciuta come fossile fino al 1942). Si può ammirare anche un tronco subfossile di farnia risalente a circa settecento anni avanti Cristo. È presente inoltre un belvedere con sentieri sinuosi che, in origine, permetteva una panoramica sull’Hortus Cinctus sullo sfondo di una suggestiva Basilica di Sant’Antonio da Padova.

Pigliamosche (Dionea Muscipula)

Oggi l’Orto Botanico svolge importanti funzioni: educativa, fornendo basi scientifiche per la conoscenza della natura e dell’ambiente; di introduzione e sperimentazione di specie nuove, attraverso la ricerca pura ed applicata; di conservazione, salvaguardando specie in via di estinzione attraverso la coltivazione e la moltiplicazione di quelle minacciate e per mezzo della conservazione dei loro semi. L’Orto, insomma, è un eclatante esempio di come l’uomo possa vivere in totale armonia con la natura mantenendo un’elevata biodiversità a livello nazionale e locale.

Orchidea (Cattleya Forbesii)

Ricordiamoci che la perdita di specie, sottospecie e varietà comporterebbe una serie di danni ecologici, come ad esempio accade lungo le coste tropicali dove  la costruzione di villaggi turistici ha comportato il sacrificio delle mangrovie, barriera naturale che protegge i raccolti dalle inondazioni e frena l’impeto delle onde più devastanti o ancora l’urbanizzazione a discapito degli spazi verdi che comporta l’aumento dell’effetto “isola di calore” e il conseguente aumento della temperatura nelle città. Vanno ad aggiungersi danni culturali, con la perdita di conoscenze e tradizioni umane, ed economici, con la riduzione di risorse genetiche ed il loro possibile utilizzo.

Sarracenia Purpurea Venosa

In questo 2010, dichiarato dall’ONU l’anno internazionale della biodiversità, riflettiamo sul fatto che la vita sulla Terra è possibile grazie alla tutela degli ecosistemi. Questo è l’unico modo per ristabilire un’amalgama tra uomo e ambiente, un rapporto che sposa la diversità biologica a tutti i livelli come elemento chiave per la salvaguardia del pianeta. Molte specie si sono ormai estinte lasciando un vuoto in quella sfera perfetta che è la natura. Molte altre ci lasceranno creando una voragine incolmabile che ci porterà inevitabilmente alla rovina.

Stiamo fermi a guardare servendo il disastro ambientale alle generazioni future o vogliamo fare qualcosa?

È tutto nelle nostre mani!

Galleria fotografica

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Photorama

Ieri si sono concluse le elezioni regionali, e sicuramente oggi non si farà altro che parlare dei risultati, valutarne l’impatto politico, e giudicarne i numeri da tutti i punti di vista possibili. Dedicheremo anche noi un approfondimento a queste elezioni, ma per oggi vi vogliamo proporre un bell’album fotografico che ci fa venire tanto buon umore (con tutto il sarcasmo esistente possibile).

Cominciamo proprio dalle elezioni, con una foto che penso rappresenti al meglio un pensiero comune, quello dell’astensionismo, della scheda bianca, del non votare perché ormai non ci si fida più di nessuno. Un astensionismo che è stato il vero ago della bilancia di queste elezioni, con ben 8 punti percentuale in meno rispetto alla scorsa tornata elettorale. Ma perché la gente non ha votato? Perché così tanta gente soprattutto? La foto seguente è decisamente rappresentativa.

Una scheda elettorale annullata

Passiamo ora ad una foto proveniente dai festeggiamenti della vittoria della Polverini nel Lazio. Che dire, tanta modernità non può che lasciare ben sperare. Ecco un bel saluto romano, proveniente direttamente da ottant’anni fa. Quanto futuro, quanto cambiamento, quanta rivoluzione c’è in questa foto, che ne dite?

Chiudiamo con un episodio di cui nessun TG ha parlato (che cosa strana!). Il nostro Premier Silvio Berlusconi, in visita ufficiale in Libia, saluta il simpatico Gheddafi con un bel baciamano. L’avrà confuso con una bella donna? Chi lo sa. La notizia è tratta da Repubblica.it, una notizia che è stata pubblicata su The Guardian e riportata con un filmato dalla TV iraniana. Lascio a voi le considerazioni del caso.

Ci sembrava giusto far vedere anche a voi lettori questo piccolo album fotografico, che penso riesca meglio di mille parole a descrivere una realtà che in Italia sembra passare costantemente in secondo piano. Per una volta i commenti li lascio a voi lettori, vi aspettiamo nei commenti.

La lista della spesa dell'Informazione Libera

Raiperunanotte ha rappresentato e rappresenta ben più di un momento di democrazia dal basso come da tempo non se ne vedevano; un momento di opposizione ferma e decisa contro tutti, contro Berlusconi ovviamente ma anche contro una sinistra troppo permissiva, troppo leggera, inadeguata nelle sue funzioni rappresentative. Se fossimo su un campo di pallone, la sinistra mi ricorderebbe Martins: buon giocatore, con le sue indubbie abilità, ma che aveva il raro dono dell’incespicamento, continuo, duraturo, fraudolento. La sinistra ha questo dono, quello di riuscire a sbagliare i goal a porta vuota incespicando sul pallone, e Berlusconi, in questi anni, ne ha approfittato ogni volta. Ieri sera non era campagna elettorale; non era quello che volevano gli organizzatori, gli intervenuti, gli spettatori, i sostenitori (2,50 euro spesi bene). Ieri sera è stata fatta opposizione a Berlusconi: qualcuno-fermi-quell-uomo-per-favore.

E ci ha lasciato un insegnamento, secondo me: l’informazione se non viene fatta, bisogna farcela da noi; arrivare ad illuminare quei coni d’ombra su cui non si vuole che venga fatta luce, superare i servizi demagogici e populisti che le Silvia Vada ci propinano tutti i giorni e trovare le informazioni, sapere quello che ci succede intorno, quello che fa chi ci governa, quello che fa chi ci rappresenta; perché Raiperunanotte non si fermi all’episodio di un 25 Marzo qualunque ma vada oltre, riesca davvero a far cambiare qualcosa.

Vi propongo quindi una lista di siti a me graditi, dove si può scoprire quello che Studio Aperto non ci dice o Minzolini censura. Vorrei che questo articolo sia interattivo: postate i vostri siti e allunghiamo la lista. Per un’informazione libera.

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578 – Il quotidiano che leggo attualmente.
http://www.repubblica.it – Non occorrono presentazioni, spero.
http://www.gazzettaufficiale.it – Il sito è macchinoso, non è immediato e di ostacolo nella ricerca. Però è la gazzetta ufficiale e quello che sta per succedere in Italia passa da qui.
http://www.uaar.it/news/ – Unione atei e agnostici razionalisti.
http://www.giornalettismo.com – Una webzine ben fatta, con ottime riflessioni e buoni approfondimenti
http://sottolapanca.wordpress.com/
http://ilcorrosivo.blogspot.com/
http://www.net1news.org/
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/

La rivalità dell'ultimo lustro

All’Olimpico la Roma supera meritatamente due a uno l’Inter e si porta a -1, distanziando anche il Milan che compie l’ennesimo passo falso facendosi bloccare in casa dalla Lazio di Edy Reja. Giallorossi e nerazzurri in lotta per lo scudetto dunque? Potrebbe essere benissimo. Del resto è una rivalità nata negli ultimi anni ma che ha sicuramente caratterizzato gli ultimi campionati. L’anno scorso la Roma di Spalletti non ha avuto certo un’annata esaltante ma nei campionati immediatamente precedenti si nota subito che la sfida è stata a due: proprio fra l’Inter ed i capitolini. Nel 2008 la Roma compie una grande rimonta, arrivando addirittura ad essere Campione d’Italia virtuale nell’ultima giornata sul terreno del Catania (dopo aver perso punti incredibili, come col Livorno in casa il 20 aprile, 1-1) mentre l’Inter pareggia a Parma, prima che Ibra sistemi le cose con una rete da cineteca. La Coppa Italia invece vede la rivincita romanista, con vittoria per due a uno nella finale unica dell’Olimpico grazie alle reti di Mexes e Perrotta (Pelè per l’Inter…proprio lui…il portoghese). L’annata precedente vede sempre la Roma arrivare seconda in campionato, ma stavolta il distacco dall’Inter è abissale. La squadra di Mancini domina letteralmente il campionato incamerando la maestosa quantità di novantasette punti. Sempre nella Coppa però c’è la vendetta della Roma, che all’andata stravince sei a due cedendo poi due a uno al “Giuseppe Meazza” (l’ultimo anno in cui si giocava ancora con la formula di andata e ritorno). Tornando ancora indietro si arriva al famoso “scudetto di cartone“, quello di calciopoli tanto per intenderci. Inter e Roma che erano terza e quarta diventano ancora prima e seconda (e sicuramente nessuno si aspettava che poi lo sarebbero state anche nei successivi tornei). Scudetto per l’Inter dopo oltre vent’anni, Roma in Champions League….e Coppa Italia stavolta appannaggio del Mancini-team con pareggio all’Olimpico e tre a uno casalingo con gol di Cambiasso, Cruz ed Oba Oba Martins. Nel frattempo però come avrete potuto intuire ci sono state anche delle Supercoppe Italiane…diamoci uno sguardo in chiusura. Si gioca sempre al “Giuseppe Meazza” ovviamente (visto che la ospita la squadra che vince lo scudetto, a meno che per far soldi non la giochino negli Usa, in Giappone o in Uganda) ed il bilancio premia Moratti. Nel 2006 c’è la mitica rimonta, da tre a zero per la Roma si arriva al quattro a tre per l’Inter. Mancini e due volte Aquilani bussano, ma rispondono due volte Vieira, Crespo e soprattutto Figo. Nel 2007 ci pensa De Rossi a regalare la seconda Supercoppa alla Roma con un gran gol. L’anno dopo si arriva ai rigori dopo un match emozionantissimo finito due a due: Totti sbaglia il rigore della possibile vittoria e capitan Zanetti regala il trofeo ai suoi.

Quindi in conclusione…sarà una rivalità storica come Milan-Juve negli anni settanta? Napoli-Juve o Napoli-Milan negli ottanta? Chissà…al momento è senza dubbio la sfida più accesa del nostro calcio.

Attendo i vostri pareri nei commenti!

Alonso: Furia Rossa a Melbourne

Per chi si è lamentato della mancanza di spettacolo dopo la prima gara, oggi con il gran premio di Australia a Melbourne si è dovuto ricredere. Abbiamo assistito ad una corsa molto spettacolare ed imprevedibile. Tuttavia, come abbiamo scritto in occasione della scorsa gara, vi invitiamo ad aspettare ancora un po’ prima di tracciare dei giudizi definitivi su questa stagione.

Questa gara si è corsa in condizioni meteo variabili e per questo i valori in campo si sono rimescolati. Ne ha approfittato Button, con un cambio gomme anticipato ed audace, andando a vincere la gara, così come Kubica, piazzatosi secondo con una Renault non certamente al livello dei top team. Entrambi i piloti, autori di gare di sostanza più che di spettacolo, hanno beneficiato del ritiro di Vettel, partito in pole e sempre primo fino al ritiro per un guasto ai freni. Il pilota si è molto seccato per la fragilità della sua Red Bull, esternando a fine gara “I have break my balls” (notare l’inglese infelice). Infatti, pure in Bahrain Vettel è stato danneggiato dalla scarsa affidabilità; lui è molto veloce e darà sicuramente filo da torcere per tutto il campionato a tutti.

Scorrendo la classifica troviamo i due ferraristi, molto vicini al traguardo ma autori di due gare molto diverse e diametralmente opposte. Massa, terzo, non ha certo brillato. Autore di un’ottima partenza (l’unico spunto buono), ha corso sempre in difesa, facendosi infilzare da Webber prima e da Hamilton poi. Se pure sta conquistando molti più punti rispetto agli inizi di stagione precedenti, il giudizio è un po’ deludente, ci si aspettava una corsa più aggressiva. Invece Alonso, autore di una pessima partenza, è stato una “furia rossa”. Impiantatosi al via, alla prima curva è stato tamponato da Button, in un parapiglia che ha coinvolto tra l’altro Hamilton e Schumacher. Ripartito senza danni, ma dall’ultima posizione, con un distacco dal leader Vettel di circa 20 secondi, Alonso, scosso e spinto dalla rabbia, ad un quarto di gara già era in zona punti e nonostante i molti sorpassi aveva ridotto il gap dal primo a soli 14 secondi. Straordinario. Alla fine la sua gara termina virtualmente dietro Massa, non riuscendolo a sopravanzare nonostante fosse più veloce. Porta un contributo decisivo alla squadra, difendendosi abilmente da Hamilton, facendo ciò che non è riuscito a fare Massa.
Anche il pilota inglese, partito a metà schieramento, compie una bella gara, aggressiva, ricca di sorpassi ma paga l’errore strategico di fermarsi per cambiare le gomme, scelta che gli farà perdere un podio molto probabile; si classificherà sesto, alle spalle di Rosberg, concreto ma anonimo. Webber, il “pilotino” di casa, è stato disastroso. Con una macchina davvero forte, ha sempre pagato dazio nei confronti di Vettel e tampona Hamilton nelle fasi finali, facendo la fine del pivellino. Peccato per la Red Bull che esce con le ossa rotte non meritandoselo.

Webber si piazza nono, dietro ancora un ottimo Liuzzi e Barrichello, per la seconda volta consecutiva ancora a punti. Chiude la zona punti Schumacher, al decimo posto, coinvolto nella carambola iniziale; costretto a fermarsi per sostituire l’alettone danneggiato, è stato risucchiato nel ventre della classifica non riuscendo a rimontare. Il “nonnino” è rimasto bloccato ed ha dovuto mangiare la polvere della nuova generazione. Non pervenuto: pazienza Schumi, sarà per la prossima.

Cronaca giro per giro

Risultati

Classifiche mondiali

(via | gazzetta.it)

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La disinformazione dei giovani

[stextbox id=”custom” big=”true”]Quest’oggi scrive per Camminando Scalzi la giovanissima Camilla Rotunno. Lasciamo che si presenti da sola: “Mi chiamo Camilla, ho 15 anni e frequento il secondo anno del liceo linguistico. Adoro le lingue straniere, in particolare l’inglese. Il giornalismo mi ha sempre affascinata e ho seguito dei corsi riguardanti l’argomento a scuola. Mi piace molto leggere e ascoltare la musica, ed ultimamente sta nascendo in me un interesse nei confronti della politica in quanto credo che ognuno debba farsi un’idea fin da subito e debba essere cosciente di ciò che gli accade intorno. Spero di poter fare la giornalista un giorno…chissà! Per ora posso dirmi più che felice per la pubblicazione del mio primo articolo!”  [/stextbox]

Purtroppo oggi, tra i tanti problemi che interessano l’Italia, c’è anche la disinformazione, che è anche una delle cause principali di tutti gli altri, probabilmente. Questo “fenomeno” riguarda molto i giovani; sono pochissimi quelli che acquistano ancora un quotidiano, o si informano sul web, oppure guardano un tg. Le uniche cose che ormai interessano i giovani sono il gossip e la TV trash. Molti preferiscono guardare un reality come ad esempio il “Grande Fratello”, piuttosto che un talk show. È questo il genere di cose che piace ai giovani, che li attira: la corsa verso un successo effimero ed illusorio, in cui l’ignoranza è requisito fondamentale. Insomma, si dedica molto tempo a cose futili. Poco importa di quello che accade nel mondo, di un’Italia che va a rotoli. I più se ne fregano e vivono in questo “mondo a parte” dove tutto è facile e i problemi non esistono. Colpa forse della TV che non propone una vasta e libera informazione; la poca presente infatti è manipolata o addirittura censurata, basti pensare alla chiusura temporanea dei talk show, in un periodo simile. Oltre alla TV, un altro elemento che porta i giovani ad essere sempre più disinformati è la società. Si tendono a ignorare le cose negative prediligendo quelle di scarsa importanza, e si trasmette ai giovani questo modo di evadere dai problemi, evitandoli. Viviamo in un paese manipolato, in cui informarsi seriamente è difficile, un paese che tende a tappare le orecchie e chiudere gli occhi ai giovani, al futuro, di fronte a quelli che sono i temi che dovrebbero principalmente interessarli. Un tempo erano loro i primi a muoversi per cambiare le cose che non andavano, ora quanti sono quelli disposti ad alzarsi e manifestare per ciò che non va? Quanti sono pronti a mettersi in gioco e a far sentire la propria voce? Ancora pochi, purtroppo!

Va certo detto che la colpa non deve essere attribuita ai giovani, non del tutto. Va piuttosto attribuita a questa società sempre più mediocre che cerca di nascondere le cose invece di risolverle nel modo più corretto. Ma non bisogna nemmeno fare di tutta l’erba un fascio: esistono ancora giovani che combattono per i propri ideali; persone pronte a gridare a gran voce che qualcosa non va e che è tempo di intervenire, propense a divenire consapevoli di ciò che accade e di conseguenza ad informarsi. Persone che potranno essere prese come modello da coloro che non hanno ancora capito che la cultura è il mezzo fondamentale per raggiungere una giustizia ed una libertà che stanno pian piano svanendo.

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La musica degli armonici… Viaggio nel mistero del suono

“[…] (un cantante) con la sua voce più bassa canta la melodia, e contemporaneamente la accompagna con un suono simile a quello del flauto; di purezza e dolcezza sorprendenti.”

L.P.Potapov, saggio sulla tribù siberiana dei Tuvan, 1931

“Armonici” o, per dirlo con gli addetti ai lavori, “armoniche musicali”. Il termine può spaventare, all’inizio. Ci stiamo forse inoltrando in noiose spiegazioni tecniche di teoria musicale? Assolutamente no.  Mia intenzione è semplicemente quella di porre l’attenzione su un fenomeno nascosto e misterioso riguardante il mondo del suono, al quale siamo più legati di quanto non possa sembrare in apparenza.

Immaginiamo di sederci di fronte ad un pianoforte e di suonare un DO. Il suono che abbiamo udito è il risultato del movimento, o vibrazione, di un’onda nello spazio. Ma attenzione: il nostro orecchio ci “illude” che quello che stiamo ascoltando sia un’unica onda di suono. In realtà, essa è scomponibile in onde più semplici (sinusoidali), di altezza diversa, ma che insieme alla fondamentale, cioè la sinusoidale che dà la nota, ci fanno udire il suono DO prodotto dal pianoforte.

È come se la nota fosse il risultato di una costellazione di suoni con al centro la fondamentale e, attorno come pianeti, le armoniche.

Ci possono essere, in teoria, un numero infinito di armoniche, anche se noi possiamo arrivare a sperimentarne al massimo 16, ma la cosa più sorprendente è che l’altezza delle armoniche non è casuale: ogni armonica ha un preciso rapporto matematico con la fondamentale, esprimibile in forma di frazione. Ad esempio, la seconda armonica è sempre di un’ottava più acuta della prima, e più armoniche abbiamo, più è piccolo l’”intervallo” fra loro.

Ebbene, l’uomo, sin dall’antichità, non si è fatto sfuggire questo affascinante mistero, e forse già ascoltando la pioggia o le onde del mare ha intuito che ogni suono doveva “nasconderne” altri, e che questi altri potevano essere, in qualche modo, portati alla luce, ed essere trasformati in suoni udibili.

Da qui, per esempio, il suono del didjeridoo. Strumento antichissimo, ricavato da un ramo di eucalipto, veniva e viene tuttora utilizzato per accompagnare le cerimonie e i canti, ma anche semplici momenti ricreativi. Provate ad ascoltarne un brano:

Vi accorgerete che il suono è creato da una nota fondamentale che rimane sempre uguale, mentre su si essa si muovono liberamente altre note. Quelle “altre note” sono le armoniche della fondamentale che vengono allo scoperto! Il tutto dà a questo strumento una qualità sonora unica, primordiale, capace di esprimere in forma sonora il mistero del “dream time”, il tempo del sogno degli aborigeni. Simile a quello del didjeridoo è il profondo suono del corno tibetano, il ra-dhong.

Altro strumento capace di produrre armonici sono le campane nepalesi o tibetane, nepali bowls. Si tratta di ciotole di bronzo di vario spessore e grandezza, le quali possono essere sia percosse con una mazzetta di legno, sia strofinate sul bordo con la stessa mazzetta. Ciò che si ottiene è il suono cristallino e limpido di un armonica, ossia  una semplice sinusoide, capace di creare un effetto calmante e leggermente ipnotico. Questo strumento richiama anche la musica suonata con i bicchieri di cristallo riempiti con diverse quantità d’acqua. Della stessa famiglia delle nepali bowls è il gong, usato in molte aree dell’oriente.

Lo scacciapensieri è uno strumento che ci ricorda la nostra Sicilia, ma in realtà la sua diffusione è riscontrabile in Scandinavia come in Siberia, dove prende il nome di khomus. Si tratta di uno strumento di metallo che va tenuto fermo tra i denti. Il respiro stimola la vibrazione atta a formare il suono, mentre un dito pizzica una linguetta metallica per scandire il ritmo. Il khomus può creare melodie molto varie, e l’effetto è davvero ipnotico, simile a quello del didjeridoo ma, se mi è consentita la terminologia, meno “terrestre” e più “celeste”, meno mentale e più istintivo.

Veniamo alla regina di tutti gli strumenti: la voce umana!

A tal proposito vi chiedo di fare un piccolo esperimento. Prendete un bel respiro e in una sola emissione di fiato pronunciate delle vocali, in questo ordine: A-E-I-E-A. Ripetete ora l’operazione cercando di percepire gli armonici. È molto probabile che ad un primo tentativo non vi sembrerà di sentire nulla, perché il vostro udito non è avvezzo a scovare tali sottigliezze. Basterà  un po’ di pratica, e comincerete a udire i suoni “satellite” di cui la vostra voce è composta.

Noi che siamo dei principianti del “canto armonico” dobbiamo però inchinarci alla maestria di quei popoli che da secoli hanno fatto di tale tecnica una vera e propria arte ormai conosciuta in tutto il mondo: stiamo parlando delle popolazioni di Tuva, della Mongolia e dei monaci tibetani.

La Repubblica di Tuva, al centro esatto dell’Asia, sembra la vera e propria patria del xomii. Per “xomii”, si intende un insieme di tecniche di canto armonico che va dalla produzione di armonici acuti (tecnica sygyt, lett. “fischio”) o gravi (tecnica kargiraa). Nella prima tecnica, la lingua va a formare due cavità, e in tal modo il suono verrà scomposto in bordone e armonico, e a quest’ultimo tocca il compito di formare la melodia. Non solo, ma la nota fondamentale viene ulteriormente silenziata attraverso la contrazione muscolare, in modo che l’armonico, acuto come un flauto, sia ancora più riconoscibile .

Il kargiraa, invece, è una tecnica abbastanza simile a quella del canto di alcune scuole monastiche tibetane, e risulta invece da un iper-rilassamento dell’apparato fonatorio, capace di produrre un suono grave che, secondo la tradizione, imita il lamento del cammello. Descrivere la differenza tra le varie tipologie di canto a livello tecnico non è lo scopo di questo articolo, ma per chi volesse approfondire, rimandiamo alla bibliografia.

La tecnica del kargiraa (vedi video a fondo articolo), come si è detto, è simile a quella usata in alcuni canti tibetani e probabilmente, come quella tuvo-mongola, ha origine dalle pratiche sciamaniche pre-buddiste. Nei monasteri questo tipo di canto è ritenuto sacro ed esoterico, e con tale voce profonda vengono cantati lunghi sutra. L’effetto corale è impressionante e suggestivo.

La cosa interessante da notare è che, all’interno dei monasteri, questo tipo di canto (molto difficile da riprodurre), non viene davvero “insegnato”. E’ una tecnica che si apprende attraverso una vera e propria osmosi tra maestro e discepolo. Quest’ultimo, a forza di ascoltare, finirà per produrre il canto in modo del tutto spontaneo.

Ma perché la musica degli armonici, ovunque nel mondo, è sempre collegata al sacro?

la cantante tuvina Sainkho Namchylak fa spesso uso del canto armonico nelle sue performance

La risposta a questa domanda non è delle più semplici, e forse ci vorrebbe un libro per avere una risposta soddisfacente. Ma possiamo comunque tentare di offrire un ragionamento. Come è ben noto, la musica è matematica, e le armoniche hanno un certo rapporto matematico fra di loro. Ma perché questo rapporto, che potremmo rappresentare come una sorta di frattale, è così e non altrimenti? Forse gli armonici, così come la sezione aurea nell’architettura e nell’arte, esprimono un rapporto matematico presente come struttura portante della natura. Negli armonici sarebbe dunque possibile riconoscere la danza segreta con la quale l’energia si dispiega. L’ascolto degli armonici produce spesso uno stato mentale ipnotico, simile a quello sperimentato nella meditazione. Provate voi stessi con un brano. Scoprirete che i processi mentali si rallenteranno, finché il cosiddetto “chiacchiericcio mentale”, ovvero ciò che ci separa dal “qui e ora” si placherà. Questo perché forse non solo la vostra mente, ma tutte le vostre cellule stanno riconoscendo un codice universale. Questa è solo una risposta personale, e non pretende di essere esaustiva. Essa vorrebbe invece stimolare nuove domande sull’argomento, invitando l’ascoltatore stesso a trovare le proprie risposte.

Termino indicandovi un meraviglioso brano cantato con la tecnica del kargiraa,  e vi lascio alla magia degli armonici…

Bibliografia:

Roberto Laneri, “la voce dell’arcobaleno” , edizioni Il Punto d’Incontro

Musicografia:

“Tibetan Buddhism, Tantras of Gyuto”, Explorer Series
Shu De, “Voices from the distant steppes”, RealWorld
Egschiglen, “Sounds of Mongolia”, Arc Music
Huun Huur Tu, “The orphan’s lament”, Shanachie

Un'indimenticabile "Raiperunanotte"…

Una scena in bianco e nero apre la diretta. È una piazza stipata di persone definite da sfumature di grigio, esattamente come il Ventennio che evocano. Una folla di automi che inneggia un leader urlante che pensa, parla e decide per loro, per tutti loro…
La scena cambia. L’immagine prende colore e la sbiadita figura di quel passato si tinteggia delle vivaci tonalità del presente in una Piazza San Giovanni che acclama un solo uomo, beatificandolo come un martire e venerandolo come colui che indosserà le vesti del salvatore d’Italia.

Il filmato termina e le luci si accendono su un enorme Paladozza colmo di persone euforiche ed entusiaste per il valore della storica serata a cui stanno prendendo parte. Michele Santoro apre il programma con un efficace editoriale che richiama alla memoria la data del 25 marzo e l’apertura di quella che fu la prima trasmissione radiofonica libera in Italia: Radio Libera Partinico di Danilo Dolci. Gli incisivi interventi di Marco Travaglio, l’ironica genialità musicale di Elio e le Storie Tese e le sagge considerazioni di un Mario Monicelli che critica la passiva concezione di “speranza” auspicando a quella “rivoluzione” che l’Italia non ha mai avuto…

La greve e particolareggiata descrizione di un metaforico rapporto anale mandato in scena dalla satirica rappresentazione di un esilarante Daniele Luttazzi, che non manca di citare la cultura con una celebre frase del greco Aristofane: “Odiare i mascalzoni è cosa nobile, perché onora gli onesti”…

Milena Gabanelli, il racconto di un padre che le ha insegnato e trasmesso il valore della pluralità di pensiero e l’importanza della capacità di critica, e la “normalità” che dovrebbe contraddistinguere quelle scelte che oggi appaiono come eroiche. Un Riccardo Iacona che mette in risalto le differenze che intercorrono tra il significato di Politica in Italia e nei tanti altri Paesi europei dove nessun capo di Governo sarebbe uscito incolume dalla serie di scandali che hanno coinvolto il nostro Premier.
Il caso di Trani, riprodotto con disegni animati e raccontato dal testo delle scottanti intercettazioni tra Innocenzi, Masi e Berlusconi.
Le cassa integrate della “Omsa” e la voce dei troppi posti di lavoro perduti. La pazza comicità del celebre Benigni e gli informati interventi dei grandi nomi del giornalismo che hanno partecipato all’evento, da Gad Lerner a Barbara Sanna, da Norma Rangeri a Giovanni Floris

La meravigliosa interpretazione di un Crozza “mascherato” da ministro Brunetta, l’escalation di ilarità del sintetico tratto di matita della genialità di Vauro, e persino la voce del contraddittorio nello spazio riservato all’intervista di Emilio Fede.

L’orologio decreta che la mezzanotte è oramai passata e l’appuntamento con “Raiperunanotte” sta per volgere la termine. Una mano sul cuore di tutti i presenti suggella un ironico giuramento: il patto tra il diritto di espressione dei giornalisti e il diritto di informazione dei cittadini. Santoro afferra la mano di una cassaintegrata Omsa originando una catena umana di persone che corrono verso la piazza esterna al Paladozza.
Un record di connessioni alla Rete, un record di ascolti, un record di partecipazione popolare, e soprattutto un record di orgoglio, nell’idea che sia ancora possibile realizzare qualcosa di tanto eccezionale e poter affermare di averne fatto parte…

Per chi volesse guardare tutta la puntata in replica su youtube, basta partire da questo video: Raiperunanotte – Annozero – Replica integrale.

La par condicio al tempo di Berlusconi e la multa dell'Agcom al Tg1 e al Tg5

La par condicio al tempo di BerlusconiChi tra di voi segue abitualmente la politica e l’attualità in genere si aspettava sicuramente da noi un post su quest’argomento e  non potevamo certo deludervi, cari lettori di Camminandoscalzi. Ecco quindi a voi un bel post di approfondimento (della serie: “tutto quello che c’è da sapere su…”) sulla par condicio e sulla multa dell’Agcom ai maggiori tg italiani (tg1 e tg5)  per il mancato equilibrio nell’informazione politica.

Chi fra di voi non sia ciò che  è denominato da Berlusconi un comunista (cioè chiunque non la pensi come lui, a prescindere dalla scelta che facciate alle urne) penserà di me che sono la solita comunista che si sente perseguitata. Bè, per difendermi metto subito sul banco delle prove i fatti.

Il Cda della Rai – a maggioranza – ha deciso, i primi giorni di marzo, di bloccare tutti i talk show politici. Il motivo reale per cui ciò è stato fatto non si dice (ma si pensa) ma quello ufficiale è quello di  garantire appieno la par condicio, per non sfavorire o favorire nessun partito. Già non ci crede nessuno a questa cosa, già puzza di fascismo e di censura… Ma abbiamo cercato di farcene una ragione, alla fin fine.

Peccato che Berlusconi, come è stato più volte dimostrato da lui stesso e come crede di essere, sia e stia oltre ogni Partito, ogni oltre legge, ogni oltre regola, dentro ogni eccezione. Berlusconi, giusto per rispettare la par condicio, da quando sono stati bloccati i talk show non ha fatto altro che chiamare trasmissioni compiacenti e monologare per minuti interi senza nessun contraddittorio: così è stato per il programma gestito dal tg1  “Uno mattina” (Rai 1) e per il tg5. A “Uno Mattina” il Premier ha avuto modo di fare un vero e proprio comizio: “Il partito delle procure è entrato pesantemente nella campagna elettorale. Dopo il voto metteremo mano alla giustizia“. E ancora: “C’è un partito dei giudici che interviene nella politica con il fine di cambiare i governi voluti e votati dagli elettori. Abbiamo una vera malattia della democrazia, una vera e propria patologia” (fonte: Il fatto quotidiano del 24 marzo 2010).

Nessuno che si indigna. Per il Pd è tutto normale, ridono, loro. A loro basta che Bersani ridacchi con aria da sufficienza in qualche tg per un paio di minuti per farsi andar bene i monologhi del Sultano su tutte le reti. Chi se ne frega dei partiti minori, chi se ne frega della vera par condicio. L’importante è che si spartiscano  i minuti tra Berlusconi e Bersani ( e comunque se Bersani stesse zitto e fermo in un angolo non si accorgerebbe nessuno della sua assenza).Violazione Par Condicio

Solo l’Anm (Associazione Nazionale  Magistrati) si fa sentire, attraverso la voce di Luca Palmara, difendendosi dalle ingiuste accuse. E il Pdl si indigna: tra gli altri, è Bondi a parlare (e allora ci indignamo noi): “una parte della magistratura si sente in diritto e in dovere di intervenire in campagna elettorale, quasi dando vita a comizi di chiusura contro il Presidente Berlusconi. E’ evidente che siamo dinnanzi ad una gravissima anomalia“. Sì – dico io – l’anomalia è di avere gente come lui al governo. E vabbè.

Comunque evidentemente Berlusconi non era in diritto di fare ciò che ha fatto perché, finalmente, è arrivata una risposta a tutto questo schifo: Agcom multa il tg1 e il tg5 per uno squilibrio informativo a favore del Pdl (si parla del Pdl dal 30% al 65% del totale del tempo riservato alla politica) e inoltre apre un’istruttoria sulla sospensione dei talk show rai.

Le multe per entrambe le redazioni sono di 100.000 euro. La decisione è stata presa all’unanimità.

Immagino che Berlusconi abbia motivo di sentirsi perseguitato, poverino. Rimandando a quella che lui ha denominato la sua “libertà violata” mi sento quasi di dargli ragione: ma dico io: un Premier, sotto elezioni, non è libero di esprimere liberamente le proprie opinioni – senza nessun contraddittorio?

E, difatti, gli darei ragione, se non fosse che ho una malattia: sono comunista (cioè non sopporto sentirlo parlare e tanto basta per essere comunisti).

In attesa di guarirne (spero mai), mi limito a dargli torto.

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Raiperunanotte – La Diretta

Ecco la pagina dove seguire Raiperunanotte qui su Camminandoscalzi.it.

Se volete approfondire o se ancora non conoscete l’iniziativa Raiperunanotte, ecco gli articoli di riferimento:

Raiperunanotte – L’informazione che si strappa il bavaglio

Raiperunanotte su Camminando Scalzi

E il sito ufficiale dell’evento:

www.raiperunanotte.it

Vi lasciamo alla diretta, che partirà alle ore 21. Mi raccomando, dobbiamo essere numerosissimi. Buona visione, ci sentiamo nei commenti al post.

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