Un golpe militare di scarso interesse

Il 18 febbraio 2010 un golpe militare ha rovesciato il presidente del Niger Tandja Mamadou, e pare che la precaria condizione di questo Paese rimarrà invariata sino alle prossime elezioni. “Un colpo di stato atteso e tranquillo” afferma Simone Teggi, un cooperante della ONG COSPE (Cooperazione e Sviluppo dei Paesi Emergenti) in Niger dal 2008. “Il presidente Tandja – prosegue Teggi, intervistato dal quotidiano on line “Affaritaliani.it” – aveva recentemente stravolto la Costituzione sciogliendo il Parlamento, abolendo la figura del Primo Ministro e garantendosi di fatto un altro mandato. Questo aveva già comportato il blocco dell’erogazione del budget di Stato garantito dall’Unione Europea nell’ambito degli accordi di cooperazione internazionale e che copre il 60% di tutto il bilancio statale”.

Tandja Mamadou

La notizia non ha suscitato particolare interesse da parte del mondo dell’informazione né dei leader di Stato mondiali, ma in fondo a pochi importa di uno dei Paesi economicamente e socialmente più svantaggiati dell’Africa. Una condizione che si specchia nell’instabilità politica di questo territorio e nella quieta rassegnazione dei cittadini che vi convivono serenamente, oramai incapaci di rimanerne turbati.

Volgendo uno sguardo al passato nella ricerca delle cause di questa drammatica situazione è difficile dimenticare il periodo colonialista e le sue responsabilità storiche. Il Niger, infatti, è uno dei tanti Stati africani caduti sotto le mire espansionistiche della vecchia potenza francese, che completò la colonizzazione nel XIX secolo. Da quel momento l’attuale territorio del Niger venne inglobato all’interno della cosiddetta “Africa Occidentale Francese”, il Franco CFA divenne la moneta nazionale e il civilizzato idioma della “liberté, égalité, fraternité” si diffuse come lingua ufficiale.

Un magazzino da cui prelevare risorse dove oggi, si legge su Wikipedia, “la mortalità infantile del Niger si mantiene su altissimi livelli e la mortalità dei bambini di età compresa fra uno e quattro anni di età è eccezionalmente elevata (248 su 1000) ed è dovuta all’alimentazione povera e alle precarie condizioni di salute”.

Una Repubblica Presidenziale che ha conquistato l’indipendenza dalla Francia il 3 agosto 1960, ma che tutt’oggi rimane strettamente legata alla sua nazione colonizzatrice per lo sfruttamento dell’uranio nel Nord del Niger. Un sistema politico in cui le previste elezioni democratiche vengono troppo spesso sostituite da violenti golpe militari e governi passeggeri.

E’ davvero molto difficile non pensare alle responsabilità “europee” della drammatica condizione di questo Paese, ed è ancora più complicato accettare la silenziosa indifferenza con cui queste situazioni vengono affrontate.

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