Proprio tu che stai leggendo questo post in questo preciso momento, caro lettore, chissà quante volte sei stato oggetto inconsapevole di campagne di viral marketing. Chissà quanti commenti hai lasciato a un video, a un’immagine, a un claim particolare. Nell’era del web 2.0 è molto più facile per chi fa ricerche di mercato analizzare l’impatto che una campagna di comunicazione o un dato prodotto che deve essere lanciato sul mercato ha sul pubblico. Basta pubblicare il video, l’immagine, parlare qua e là del prodotto e aspettare i risultati e poi monitorare le reazioni sui vari social network – i vari twitter, friendfeed, facebook, youtube, myspace, linkedin.
Ormai le aziende con un buon responsabile marketing hanno capito l’importanza fondamentale di fare comunicazione sul web, non solo tramite il semplice sito aziendale, ma anche in maniera più diretta, con azioni dette di “viral marketing”. Il marketing virale altro non è che un tipo di marketing detto “non convenzionale” che si basa sull’originalità di un’idea: qualcosa che, a causa della sua natura o del suo contenuto, riesce a espandersi molto velocemente in una data popolazione. Come un virus. L’idea che può rivelarsi interessante per un utente, viene passata da questo ad altri contatti, da questi ultimi ad altri e così via. In questo modo si espande rapidamente, tramite il principio del “passaparola”, la conoscenza dell’idea (da wikipedia). È quello che si definisce “buzz of mouth”, letteralmente “passaparola”.
Un esempio esaustivo di questo tipo di marketing virale è il video apparso su youtube appena una settimana fa, “rasa il pratino” – realizzato dalla Winkinson per il lancio del nuovo prodotto Quattro for Bikini – che, nelle sue tre copie uploadate su youtube, nel momento in cui sto scrivendo questo post, è stato visto da 381.922 viewers e il numero è destinato a crescere in maniera esponenziale.
Non tutti lo apprezzano, è chiaro. Ma se il fine della pubblicità è “l’importante è che se ne parli” direi che è stato ampiamente raggiunto. Pensate, inoltre, ai costi ridotti della campagna in relazione alla fetta di pubblico e al grado di popolarità raggiunti: a parte, ovviamente, i costi fissi relativi all’ideazione e alla realizzazione del video, il costo della campagna è pari a zero. Mentre per affiggere dei cartelloni, per uno spot in tv o alla radio la spesa è davvero ingente e i risultati non garantiti (quanti di voi girano su un altro canale quando c’è la pubblicità? Io lo faccio sempre!), per pubblicare un video su youtube basta caricarlo e aspettare i frutti.
E, in questo caso, i frutti sono stati davvero succosi.
Ecco il video in questione. Buona visione, aspettiamo le vostre opinioni!