Ha fatto sorridete tanta gente, ma non è il “Principe della risata” Antonio de Curtis. Ha fatto sognare tante ragazze (anche ragazzi eh) ma non è il Principe Azzurro. Più semplicemente, è colui che con i suoi gol ha fatto vincere alla sua squadra le partite decisive per ottenere campionato, Coppa Italia e Coppa dei Campioni. Niente male eh? Sembra uno di quei sogni che si fanno da bambini mentre giochi con il Super Santos fuori al balcone di casa tua. Stiamo ovviamente parlando del “Principe” Diego Milito. Il soprannome gli venne affibiato a causa della sua somiglianza con Enzo Francescoli, il fantasista uruguayano (che veniva chiamato proprio in quel modo) ma più di una persona ha notato che ricorda molto anche un altro ex-giocatore, ovvero Fernando “Rambo” De Napoli, centrocampista del Napoli degli anni di Maradona. A voi giudicare le sue fattezze. Ma parliamo del giocatore.
Diego Alberto Milito nasce a Bernal, vicino Buenos Aires il 12 giugno 1979 (l’Argentina esordisce al Mondiale contro la Nigeria proprio nel giorno del suo compleanno…che si regali un gol per festeggiarlo?) da papà Jorge Salvador, figlio di due immigrati calabresi, Salvatore Milito e Caterina Borelli, giunti a cercar fortuna in America da Torrenova di Sibari. Diego infatti ha il doppio passaporto. La sua carriera comincia nel Racing Club, squadra di Avellaneda, che gioca il derby con l’Indipendiente, che era tra l’altro la squadra del fratello Gabriel. Segna trentaquattro gol in centotrentasette presenze, vincendo il campionato nel 2001. Vaglielo a spiegare che avrebbe dovuto attendere un decennio per rivincere qualcosa, e ben più importante. Nel mercato di gennaio del 2004, Preziosi ha un colpo di genio e lo acquista per il Genoa. Esplode la Milito-mania! Dodici gol in venti partite. Era l’anno del post-casino Catania, con la B a ventiquattro squadre, con sei squadre promosse in A (Palermo, Cagliari, Livorno, Atalanta, Messina e dopo i play-off col Perugia che era in A anche la Fiorentina) e Napoli e Genoa a far da nobili decadute a metà classifica (il Napoli poi fallì, ma questa è un’altra storia). L’anno dopo gioca l’intero campionato segnando la bellezza di ventuno gol, uno in meno di Spinesi (lo so che rasenta il ridicolo, ma è vero). Genoa in A…prima del papocchio di Preziosi con il denaro in nero a Pagliara per “aggiustare” la partita col Venezia. Genoa in C e Diego va in presito al Real Zaragoza (l’idea di Milito in C però è divertente, ve lo immaginate contro Lumezzan e Sassari?) dove giocava il fratello. Quindici gol, Zaragoza salvo e sconfitto in finale di Coppa di Spagna dall’Espanyol, dopo aver battuto 6-1 il Real Madrid…con quattro segnature del “Principe”. Ah però… mica male, non ha fatto piangere solo i tifosi del Barcelona allora! L’anno dopo è vicecapocannoniere del campionato alle spalle di Ruud van Nistelrooy (eh bè, senza offesa ma è meno bruciante che essere secondi a Spinesi), Zaragoza sesto e qualificato alla Coppa Uefa. Torna al Genoa una volta che i grifoni ritrovano la Serie A… e riprende da dove aveva lasciato, ovvero segnando come un pazzo. Ventiquattro reti, di cui alcune decisive come quelle nel derby con la Sampdoria (1-0 all’andata, 3-1 al ritorno…e le segna tutte lui!!). Ancora vicecapocannoniere (assieme a Di Vaio) alle spalle di Zlatan Ibrahimovic col Genoa che va in Europa League. Passa finalmente ad una grande squadra, l’Inter, per 25 milioni di euro assieme a Thiago Motta. Mourinho ci ha visto giusto. Ventidue reti in Serie A, e come sempre vicecapocannoniere. Ma come diavolo è possibile che c’è sempre qualcuno che gli strappi il titolo? Stavolta tocca al super Totò Di Natale che ne insacca ventinove.
Il resto è storia recente, ma c’è ancora qualcosa da scrivere perché Milito -diciamolo- punta al Pallone d’Oro. Essendo l’anno della Coppa del Mondo, però, tutto si deciderà in Sud Africa. Milito si guadagna ovviamente la convocazione ma forse non partirà titolare. Com’è la relazione tra Diego e la selecciòn? Esordisce contro l’Honduras il 31 gennaio 2003 segnando il suo primo gol (bell’esordio eh?), ma non va a Germania 2006. L’anno dopo arriva secondo in Coppa America segnando alla Colombia. Nelle qualificazioni per Sud Africa 2010 non segna neanche un gol… ma se gli verrà data la possibilità magari qualche pallone dentro lo butta!