La legge bavaglio e la rivolta dei post-it

BavaglioLegge bavaglio: così è noto ormai ai più il decreto sulle intercettazioni proposto dal Pdl.  Secondo questo decreto  “l’autorizzazione [alle intercettazioni] è data con decreto, motivato contestualmente e non successivamente modificabile o sostituibile, quando vi sono evidenti indizi di colpevolezza“. Questa situazione renderebbe le intercettazioni ormai inutili poiché,  se si hanno elementi per riscontrare “gravi indizi”, vuol dire che se ne hanno abbastanza per richiedere il rinvio a giudizio.

Il decreto prevede inoltre multe e carcere per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni o  gli atti delle inchieste: per loro è prevista una multa da 5 mila euro per i verbali, 10 mila per le intercettazioni e fino a un mese di reclusione . Queste pene sono state, anzi,  “drasticamente” ridotte, poiché la proposta iniziale prevedeva carcere fino a 2 mesi e multe superiori del 100%.

Migliaia i cittadini che hanno firmato vari appelli o fanno parte di gruppi di protesta: tra il sito nobavaglio.it e il gruppo facebook “libertà e partecipazione”  sono state raccolte, in totale, più di 160.000 adesioni.

Le testate giornalistiche che si schierano contro la legge, stavolta, non hanno colore politico: le proteste arrivano dal Tg5, da Studio Aperto, addirittura dal Giornale di Vittorio Feltri che critica severamente il provvedimento: “Si tratta di un attentato alla libertà di stampa e non potrà passare al vaglio della corte costituzionale. Supplichiamo Berlusconi: non ci somministri l’estrema unzione. Non ci trasformi da cani da guardia in barboncini scodinzolanti”. E se lo dice pure lui… Stavolta c’è davvero di che preoccuparsi!

Le proteste si susseguono, con iniziative originali sia sul web che su strada. Oltre ai già citati gruppi, sit-in a Montecitorio e la rivolta dei post-it sul web: giovani che mandano le loro foto a Repubblica.it con un post it sulla bocca e una frase su un cartello: “meno informazione=più corruzione”, “con la censura casta più sicura”, “no alla legge bavaglio”.

Per una volta possiamo dare onore e merito a Berlusconi: è riuscito a mettere d’accordo tutti.

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