Diciamo che tu diventi premier di un paese industrializzato, di quelli di prima fascia. Proclami, feste, sorrisi, foto, coriandoli eccetera eccetera. Poi c’è la crisi, c’è bisogno di tirare la cinghia e fai una manovra finanziaria molto impopolare, tra l’altro fortemente attaccata da una parte della stampa locale (ma comunque necessaria) ridistribuendo pressione fiscale e cotillon assortiti in maniera opinabile. Successivamente rimani invischiato in uno scandalo sulla corruzione e fai la figura del cretino ad una cerimonia ufficiale.
Oppure possiamo dire che non tu, ma tua moglie, si diverte con il ragazzo (maggiorenne) che pulisce la piscina.
Anzi no. Diciamo che tu hai vinto le elezioni e il tuo partito è anche il più votato. Ma non hai i numeri per governare e devi formare una coalizione con partiti che non la pensano sempre esattamente come te.
Ti beccano con le escort.
Vieni trombato in sede europea.
Vai in Afghanistan e ricevi critiche, non solo dall’opposizione ma anche dalla coalizione di governo.
Hai un crollo nella popolarità.
Diciamo che tu, contrariamente a quello che potresti pensare, non sei Berlusconi, ma Yukio Hatoyama e tutta una serie di premier che negli ultimi anni hanno fatto la stessa fine del nipponico. Dimessi. Ho esteso la lista a premier di mezzo mondo, dall’India, alla Repubblica Ceca, alla Croazia, proprio per cercare di dare uno spessore globale a quella cosa che in Italia abbonda e non riusciamo proprio ad esportare: la faccia da culo. Quelli sopraccitati sono i motivi che li hanno portati alle dimissioni, tutti (e dico tutti, nessuno escluso) in comune con il nostro presidentissimo. Non è stupefacente? Ora, io non chiedo la solerzia del Sol Levante, dove ti dimetti se i tuoi treni arrivano in ritardo, ma comunque è evidente che i nostri parlamentari&funzionari mancano di quella dote in cui dovrebbero eccellere, l’onorabilità. Se un Presidente del Consiglio irrompe in un dibattito (dove era rappresentato dal suo ministro del tesoro, non l’ultimo pirletti che passava di là), se un ministro usa una casa non sua, la cui proprietà non è nota, chi paga l’affitto non è noto (e si dimette solo perché costretto), e lo stesso fa il capo del Dipartimento di Protezione Civile mentre sua moglie ristruttura giardinetti di impresari collusi un po’ ovunque, si potrebbe avere l’ardire di pensare che c’è qualcosa che non va. La conferma la si dovrebbe ottenere dalla querela perpetrata da quel capo del Dipartimento di Protezione Civile nei confronti di Marco Travaglio e l’Antefatto per aver dipinto la questione a tinte troppo forti. Senza contare che le tinte usate erano virgolettati del Gup che si sta occupando delle indagini. E noi? Zitti. Fermi. Schiacciati sotto i servizi sui cani abbandonati, il caldo record (ma non pioveva fino a ieri?), le letterine, le pupe e i secchioni, Mastella all’Isola dei Famosi, i dati inventati di sana pianta, i giudizi sommari, le gogne mediatiche.
In effetti la faccia da culo è un Made in Italy, tutti provano a contraffarla all’estero ma falliscono sempre! 😀