Era da anni che non si sentivano cose del genere nella mia amata città, Catania. Ieri, 1 luglio 2010, sono avvenute due sparatorie in pieno centro e in pieno giorno. Regolamenti di conti, ovviamente. Ma nel conto non era messa una ragazza, una studentessa, colpita al collo e ora ricoverata in gravi condizioni a causa di un trauma midollare. I conflitti a fuoco sono stati due nell’arco della giornata: uno nella centralissima Piazza Dante, dove si trova la sede universitaria di Lingue, e l’altra in Corso Indipendenza, all’interno di un panificio. Il bilancio è il seguente: ferito gravemente il vero obiettivo dei sicari, Maurizio Gravino, di 40 anni, che secondo gli inquirenti appartiene al clan mafioso dei Zuccaro; ferita la già citata studentessa; ferito un ventottenne, colpito da alcuni colpi di pistola all’interno del panificio del padre. Si suppone che l’agguato di oggi potrebbe essere una risposta all’omicidio di Maurizio Signorino, 52 anni, ucciso il 24 giugno scorso a Catania con un colpo di rivoltella alla nuca. Secondo la ricostruzione della squadra mobile e della Dda di Catania, la sparatoria sarebbe un tentativo di ‘pulizia interna’ alla stessa cosca Santapaola, che è ‘aggredita’ da clan rivali e ‘dilaniata’ da faide di potere tra affiliati della stessa ‘famiglia’.
Si torna a sparare, dunque. E io, Alice nel paese delle meraviglie, non mi capacito del fatto che questo avvenga nella mia città, a 1 km da casa mia. Mi sembra assurdo, mi sembra un altro mondo, non quello che vivo io. Eppure è vero, siamo tornati nel far west, si ricomincia a sparare, a regolare i conti alla vecchia maniera, in mezzo alle strade, in mezzo alle persone, in mezzo agli innocenti.
Mi auguro che non sia l’inizio della fine ma sia la fine dell’inizio.
Aggiornamento 03 Luglio (di Marco Iorio)
Aggiorniamo, per completezza, la notizia commentata nel post. Il colpevole è stato catturato ieri mattina, e ha confessato tutto. Secondo le indagini degli inquirenti, il Rizzuto (colui che ha sparato), avrebbe reagito in seguito a ripetuti insulti nei confronti di un presunto tradimento della moglie con Gravino (l’obiettivo). Esclusa quindi la pista mafiosa per il momento.
Intanto la povera Laura rimane in un condizioni gravissime, con un proiettile conficcato nelle vertebre cervicali. E la follia di questo gesto forse fa ancora più impressione, perché in quel momento, alle 12 di un giorno qualunque, chiunque di noi studenti (e io sono tra quelli) avrebbe potuto incrociare la traiettoria di quel maledetto proiettile. L’inquietudine vista negli occhi di tutti gli studenti che hanno manifestato giovedì sera, il plumbeo silenzio che c’era, non penso riuscirò mai a dimenticarli per tutta la vita. E’ un incubo. Solo che questa volta non siamo riusciti a svegliarci in tempo.