In un mondo per uomini e barbie

Se fai la spesa in bikini ti fanno lo sconto”, titola Il Tirreno online del 7 luglio 2010, dove “tutte le donne che si presenteranno nei negozi del centro di Carrara in bikini riceveranno un premio dal commerciante”. Una bella trovata del consorzio “Carrara in vetrina” pensata per attirare un po’ di clientela nelle strade del centro, tra esibizioniste seminude e maschietti curiosi. E “l’effetto senza dubbio c’è stato” – scrive La Nazione di Massa Carrara del 10 luglio – dove nonostante lo scarso numero di donzelle in bikini la proposta “ha comunque riempito piazza Alberica e le vie circostanti” per l’intero week end.

Una trovata geniale, come una trombata per un agriturismo o un pompino per un ministero… Perché il nudo di una formosa figura femminile è capace di far girare il mondo, di mettere nei casini un Presidente del Consiglio così come il capo della protezione civile… Perché non c’è niente di meglio di una scorribanda di donne piacevolmente svestite. Perché un minuto di stacchetto di due veline mute ed ammiccanti attira più di qualunque servizio di Valerio Staffelli… Perché se Enrico Papi non fosse continuamente circondato da chiappe sorridenti, nessuno troverebbe la forza di seguire i suoi terribili programmi…

E tanti cari saluti ai movimenti femministi e alle lotte passate, perché da oggi l’emancipazione ce la guadagnamo a suon di natiche scolpite e poppe siliconate. Ce lo fanno capire sin dalla nascita, con bambine che crescono giocando con bambole dall’aspetto sempre impeccabile e ascoltando storie di povere sfigate che senza un principe azzurro salvatore sarebbero destinate a lavare le ciotole di sette nani minatori per tutta la vita…
Ragazze che crescono ossessionate da una forma fisica che nel futuro potrebbe contare molto più di un prestigioso curriculum, in tempi in cui muovere la lingua conta più che conoscerne due o tre…

Donne che si strusciano tra gli accattivanti sketch di satira del bagaglino. Donne che ballano sotto la doccia dello studio di Buona Domenica, per mostrare la trasparenza di un succinto abitino bagnato. Donne da cinema natalizio dei fratelli Vanzina, convinte che l’espressività di un culo valga più di dieci anni di recitazione.
Donne trasformate in puri e semplici oggetti d’abbellimento, dove il luogo da allestire non importa, sia questo un set televisivo, un Parlamento, o il piccolo centro storico di una cittadina toscana…

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