[stextbox id=”custom” caption=”Un nuovo redattore su Camminando Scalzi!” big=”true”]La redazione di Camminando Scalzi è orgogliosa di dare il benvenuto al nostro nuovo redattore, MobyJones, al secolo Franco Cappuccio. Laureato in Teatro, MobyJones si occuperà delle nuove uscite musicali, e scriverà per noi anche degli approfondimenti sul teatro. Scopriamo insieme tanta buona musica. Buona lettura a voi e ancora un grande benvenuto a MobyJones![/stextbox]
Nel 2006, quando iniziarono a circolare le prime news di un imminente album firmato da Isobel Campbell e Mark Lanegan, tra gli addetti ai lavori circolò sbigottimento e scetticismo per una delle coppie musicalmente più strampalate degli ultimi anni. Lei era la bambolina con la voce sexy che suonava il violoncello nei Belle & Sebastian (che ha lasciato nel 2002 per divergenze artistiche), lui era il grunge-man che era stato leader degli Screaming Trees e per un periodo vocalist dei Queens Of The Stone Age. Insomma, gli antipodi musicali. Eppure “Ballad Of The Broken Seas”, il risultato dei loro primi sforzi, fu un disco decisamente interessante, che soffriva però di una certa ripetività di fondo, a cui seguì un disco interlocutorio, seppur di buona fattura, come “Sunday At Devil Dirt”, che s’immergeva in un’atmosfera western tanto cara a Lanegan. Diciamolo adesso per metterlo subito in chiaro: Hawk, il loro terzo lavoro, è sicuramente quello più riuscito. Il merito è soprattutto della Campbell, che negli ultimi anni ha compiuto un’evoluzione musicale particolarmente interessante, tanto da poterci far dire a buon diritto che è lei la vera regista di questo disco, essendo scrittrice dei testi, arrangiatrice, produttrice e contraltare, con la sua voce eterea, alle sonorità scure della voce di Mark Lanegan. Per questo disco si è avvalsa di collaboratori d’eccezione, come Will Oldham, guru della musica country, conosciuto forse meglio con lo pseudonimo di Bonnie Prince Billy, o come Kurt Wagner, leader dei Lambchop, storica band alternative-country della Louisiana. E i risultati si sentono: è incredibile come sia affinata la capacità della Campbell di distillare sapientemente sonorità country, soul e blues con grande ricchezza espressiva ed eterogeneità di stili. Il singolo, “Come Undone”, è una ballata d’amore molto ben costruita, e in cui possiamo ritrovare l’eco delle sonorità di “It’s a man’s man’s man’s world” di James Brown; in “You Won’t Let me Down” (che vede alla chitarra la collaborazione dell’ex Smashing Pumpkins James Iha) o in “Get Behind Me” è l’anima più rock del duo a fuoriuscire, mescolandosi a sonorità western, senza però scadere nell’oleografia. E la ricchezza di sonorità diverse è la marcia in più di questo album: in “Sunrise” (con solo la Campbell alla voce) sembra di avere nelle orecchie la Nancy Sinatra di “Bang Bang (My Baby Shoot Me Down)”, mentre in “Cool Water” (uno dei due brani in cui la Campbell “tradisce” Lanegan per duettare con una leggenda del country come Willy Mason) a farla da padrone sono le sonorità lo-fi alla Jonny Cash. E ancora in “Eyes of Green” la musica celtica, terra d’origine della Campbell, si sovrappone a sonorità americane, dove invece la cantante risiede a oggi. La chiusura dell’album è affidata alla ballata “Lately”, che risente chiaramente degli influssi di Bob Dylan (uno degli artisti più amati dalla Campbell); anche grazie ad un sapiente uso dell’Hammond, sembra di essere pervasi da una grande gioia, chiusura ideale dopo un viaggio tanto profondo.
Isobel Campbell e Mark Lanegan hanno due date previste in Italia: il 27 Novembre al Viper di Firenze e il giorno dopo al Tunnel di Milano.
Vi lasciamo al singolo, Come Undone.
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