Poco prima dell’estate, su questo sito ci occupammo della vertenza Fiat riguardante la struttura di Pomigliano, mettendo in evidenza i punti dell’accordo allora sottoscritto tra i vertici dell’azienda e una parte dei sindacati. Dopo qualche mese, il “modello” Pomigliano inizia a fare scuola. A Melfi, infatti, l’azienda ha disdettato gli accordi relativi all’organizzazione del lavoro per poter ridurre di dieci minuti la durata delle pause. Da due pause di venti minuti, quindi, si passerà a tre pause da dieci minuti, poi, probabilmente, ci saranno anche altri cambiamenti. La Fiom è ovviamente contraria a questo cambio di organizzazione e il segretario, Enzo Masini, parla di “atteggiamento provocatorio” da parte dei vertici aziendali. Un problema in più per i sindacati che già si trovano costretti a fronteggiare l’ultimatum dell’amministratore delegato, Sergio Marchionne, riguardante la Fabbrica Italia. Un’operazione da venti miliardi che, secondo Marchionne, andrebbe chiusa entro l’anno con la garanzia della piena governabilità degli impianti. La Uil, intanto, si trova anche in condizioni di grande difficoltà operativa, visto che, negli ultimi tempi, si sono verificati diversi casi di aggressione ad alcune sedi locali, per ultimo un lancio di uova fuori la sede di Vicenza.
Tutto ciò va contro l’interesse degli operai, cioè l’unica categoria di persone che davvero soffre giorno dopo giorno con il rischio di perdere il lavoro da un momento all’altro. I sindacati non hanno fiducia nel progetto Fabbrica Italia – sostiene il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio D’Anolfo – mentre il segretario generale della Fismic, Di Maulo, chiede di estendere in ogni stabilimento l’accordo di Pomigliano che, a suo dire, andrebbe preso come punto di riferimento per le aziende in difficoltà. Proprio sull’accordo di Pomigliano, tra poco ci sarà il passaggio alla Cassa Integrazione che è stata prorogata per tutto il 2011. Al ministero del Welfare si discuterà di Pomigliano il prossimo 3 novembre, e si prevede un confronto molto aspro tra i vertici della Fiat, il ministro Sacconi e i sindacati. Questi ultimi sono abbastanza soddisfatti, tranne la Cgil: la confederazione, il cui segretario è Guglielmo Epifani, infatti, è molto perplessa sulla copertura delle risorse e rilancia una proposta già fatta nei mesi scorsi: aumento dell’età pensionabile per tutti i 100mila lavoratori in mobilità. Nel frattempo, gli operai stanno a guardare, nella speranza che si possano trovare accordi soddisfacenti per tutti; ma sarà difficile perché la posta in palio è alta. Negli ultimi tempi, alla Fiat sono stati fatti dei cambiamenti epocali, e tra discussioni, litigi e aggressioni alle sedi locali, gli unici a pagare saranno, come sempre, gli operai.
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