È il titolo del film di Ettore Scola del 1977, interpretato da Mastroianni e la Loren. Il film racconta l’incontro tra due persone che vivono in mondi diversi.
È una narrazione intima, un incontro umano e sociale, due umanità che vivono ciascuna la propria quotidianità, conosciuta dall’altro in maniera superficiale e sommaria. Per ognuno, l’altro ha una vita di cui non conosce i risvolti, né gli effetti che essa ha potuto provocare nel corso del tempo su ciascuno, né quello che è lo scontro con l’esterno per ognuno dei due protagonisti. Lei non sa i disagi, né le difficoltà , e non capisce perché lui possa essere così dissacrante, così cinico e non avere più la voglia di stupirsi. Lui non ne comprende il candore, né coglie, fino in fondo, perché lei abbia ancora, sebbene con una vita difficile, la capacità di provare emozioni anche per piccole cose.
Ho ricordato questo film non per l’argomento che tratta in sé, ma per la descrizione che dà di realtà diverse che s’incontrano, e come può viverla ciascuno. Mi è capitato recentemente di vivere una giornata particolare e un’esperienza analoga, ossia entrare in un mondo a me semisconosciuto. Vivere la giornata di un tutore delle forze dell’ordine, durante la quale coordinava una di quelle azioni che si leggono sui giornali, che molti applaudono, ma che per altri possono essere anche ignorate e, come diceva Saviano a “Vieni via con me“, avallano poi il proliferare delle associazioni malavitose, diventando correi. L’azione non era forse delle più eclatanti in quel momento, anche se importante perché prodromo di altre, infatti erano coinvolte più Procure. Era un’azione che tutelava il nostro ordine pubblico e le nostre Istituzioni. La sensazioni che può ricevere chi è lontano da questo mondo, vivendo un’esperienza del genere sono molteplici. Noti una calma apparente in chi opera, si scorge in pieno una tensione sottile, quel coraggio che Falcone chiamava “la consapevolezza della paura“, e il doverci convivere. Vedi che tutto ciò, alla fine, cambia la persona che ha questi compiti, la rende più cinica, sarcastica, perché tutrice di un sistema che li rifiuta, sebbene ne facciano parte integrante; e perché vivere esperienze forti sicuramente ti rende più distante, purtroppo anche nella propria quotidianità. Tutto ciò perché l’etica è crollata, quindi queste persone rappresentano uno Stato che non c’è o che svilisce continuamente la loro opera. Vivono un forte disagio.
Basti pensare a quei carabinieri che erano stanchi di fare la scorta a delle escort, o alle dichiarazioni del ministro Matteoli a Genova nei confronti della Guardia di Finanza, che aveva sequestrato gli yatches di alcuni intoccabili come Briatore, perché evasori, facendo entrare nel pubblico Erario una considerevole somma. Vivere una quotidianità che ti fa stare a contatto con quelle realtà che devi combattere, dove regnano sovrane la ferocia, l’omertà e le connivenze, il malaffare, credo ti faccia cambiarem rendendoti più duro e inflessibile. Avere avuto un’esperienza del genere mi ha arricchita. Come cittadina e come persona, capire i disagi di una categoria che forse ai più è lontana, mi è servito molto. Sono sempre più convinta che dobbiamo avere una maggiore presa di coscienza di quanto è avvenuto e avviene intorno a noi. In questi ultimi anni, il Governo ha svilito e svilisce le Istituzioni che rappresenta, ha usato il potere, invece di esercitarlo.
È necessario cercare di avere una visione complessiva anche di ciò che ci può sembrare normale, perché non viviamo in un Paese normale.
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