Per sciopero si intende l’astensione collettiva dal lavoro di lavoratori dipendenti allo scopo di rivendicare diritti, per motivi salariali, per protesta o per solidarietà. Il salario o stipendio che viene detratto è proporzionale alla sospensione lavorativa. Ecco. Posticipare una giornata di campionato non fa evaporare una parte dei lauti guadagni di un calciatore. Quindi per favore non chiamatelo sciopero. Quelli lasciateli a chi si è battuto per anni per rivendicare dei sacrosanti diritti. Sono passati i tempi in cui se scioperavi eri automaticamente licenziato, ma quanti operai hanno paura di farlo perchè temono di perdere il proprio posto di lavoro? Ora, un ragazzo di poco più di vent’anni che guadagna cifre che operai e dipendenti pubblici possono solamente sognare, cosa ha di che lamentarsi? Analizziamo i punti. Sono due le questioni spinose che portano l’Associazione Italiana Calciatori a decidere di non scendere in campo:
1) Non vogliono che i giocatori fuori rosa debbano allenarsi a parte e non con il resto della squadra
2) Non vogliono la legge che dà la possibilità alla società di rescindere il contratto se il calciatore rifiuta il trasferimento ad una squadra della stessa serie e perlomeno alle stesse cifre per quanto riguarda lo stipendio.
Sul punto uno c’è davvero poco da dire, la società ti paga e se sei fuori rosa per motivi disciplinari o per qualsiasi altra ragione ha tutto il diritto di mandarti ad allenare dove gli pare (esempio Cassano, se De Carlo non vuole che il gruppo sia destabilizzato dalla sua presenza ha assolutamente ragione). Sul punto due…beh facciamo un esempio pratico: Io società ho il tuo cartellino, ho il sacrosanto diritto di venderlo al miglior offerete, e se una squadra della stessa serie mi offre 50 milioni glielo cedo eccome, ma se tu invece in quella città non ci vuoi andare io che per te ho pagato, non posso rimetterci quel botto di soldi per i tuoi capricci. Vuoi decidere tu dove lavorare? Apriti un negozio! Vuoi rimanere nella stessa città? Scendi di categoria e rinuncia a qualcosa del tuo stipendio. Diritti e doveri vanno riconosciuti a tutti, ma qui si esagera. Ricordatevelo sempre che si parla di professionisti da svariate centinaia di migliaia di euro l’anno (in molti casi sopra il milione), non degli operai di Pomigliano.