Si è discusso molto sulla vittoria dell’Inter ad Abu Dhabi. Non soltanto per il fatto che Benitez rischia comunque di essere esonerato dopo le se dichiarazioni ad effetto, ma più che altro per il fatto che in tanti, troppi, sostengono che sia una vittoria di cartapesta. Premettendo che a mio parere l’Inter stramerita la coppa, non tanto per quello che ha fatto negli Emirati Arabi (probabilmente avrebbe vinto anche il Cesena con un gol di Bogdani di testa su cross di Lauro in finale) ma semplicemente perchè al Mondiale per Club c’era, bisogna ricordare che non si tratta di un torneo estivo ad inviti, ma di una manifestazione che come la Confederations Cup mette di fronte tutti i campioni continentali. Ma vediamo levolversi della storia. La prima Coppa Intercontinentale si giocò nel 1960 perchè in molti sostenevano che per dirsi “la miglior squadra del mondo” il mitico Real Madrid avrebbe dovuto confrontarsi anche con le squadre sudamericane. Quelli che erano i veri “galacticos” lo fecero e vinsero, anche bene. Si giocava addirittura in gare di andata e ritorno (viaggi mica da ridere) con spareggio in casa della squadra che giocava la seconda partita in casa se vi fosse stata ancora parità nel punteggio totale (niente gol fuori casa che valevano doppio). Le squadre sudamericane però la videro come una vera e propria guerra e le sfide in terre argentine, uruguayane o brasiliane erano battaglie. Accolti malissimo, i club europei cominciarono a perdere (memorabile il racconto di George Best sulla sfida contro l’Estudiantes, che racconta di aver avuto paura di essere ammazzato, detto da uno che non era certo un codardo) finchè proprio l’Inter riportò la coppa in Europa. Negli anni settanta i club del vecchio continente cominciarono a vederla più come una rottura di scatole che come un traguardo da raggiungere e la manifestazione rischiò di sparire.
A salvarla furono i giapponesi della Toyota, che sponsorizzarono l’evento ed inventarono la finale in campo neutro (in Giappone ovviamente). Quanta nsotalgia per quelle sfide dicembrine col freddo e quel fastidiosissimo suono della trasmissione via satellite (altro che vuvuzuelas!!!) che diventarono davvero epiche. Poi l’idea di Blatter (rivoluzionario come sempre, specie se c’è da guadagnare). Ovvero aprire la competizione a tutti i continenti, non solo Europa e Sud America. Intendiamoci, lui l’ha fatto per un principio economico, ma l’idea di fondo per me è giusta. Perchè? Semplice. Mettiamo caso che una squadra dell’Oceania compri Messi,Cristiano Ronaldo ed altri quindici supermegacampioni. Come potrebbe dimostrare di essere la migliore del mondo se non confrontandosi con europee, sudamericane eccetera? In pratica è il principio che qualsiasi squadra del mondo possa diventare campione ad essere giusta. In barba a chi non è d’accordo è arrivato il Mazembe, che elimina l’Internacional de Porto Alegre e dimostra che non è per forza una sfida fra due soli continenti. Ripetiamo, il livello potrà essere quello che è, ma seguendo i valori sportivi la manifestazione è più che sacrosanta.