“Quest’anno in Italia è stato tagliato il 76,3 per cento delle spese per i servizi sociali”, scrive l’economista Tito Boeri nella rivista Internazionale del 25 febbraio 2011. “Il fondo nazionale per le politiche sociali – prosegue – è stato ridotto a 275 milioni di euro. Tre anni fa la dotazione del fondo era più del triplo”.
I finanziamenti per la famiglia, tanto amata da questo governo, si sono ad esempio ridotti dai 185 milioni dello scorso anno ai 51 di quest’anno. “Cresce, inoltre, il numero dei fondi letteralmente svuotati: – scrive Boeri – dopo il piano straordinario per gli asili nido è toccato al fondo per la non autosufficienza, che perderà 400 milioni. Altri, come quello per gli affitti, sono ridotti ad una cifra simbolica”…
Ma la colpa è sempre solo della solita “crisi”. Non ci sono responsabilità politiche in Italia, solo difficili situazioni in cui qualche sfortunato esecutore dovrà cedere alla tentazione di sferrare il colpo di grazia per atterrare definitivamente un Paese sofferente e stremato.
In compenso, la carenza di risorse non ha impedito ai nostri amati rappresentanti di inserire all’interno del recente testo “Milleproroghe” l’ennesima Sanatoria manifesto “selvaggio”, che riguarda le violazioni compiute dai partiti con manifesti politici, di cui non ci è dato modo di conoscere a quanto ammonti la multa che i partiti “incriminati” avrebbero dovuto pagare e quanti soldi sarebbero potuti entrare nelle casse dello Stato, ma ci è permesso sapere che adesso basterà versare mille euro entro il 31 maggio di quest’anno per vedersi automaticamente cancellata la sanzione.
La carenza di risorse non ha impedito i nostri rappresentanti nemmeno di vergognarsi per la scelta di non organizzare un’unica giornata di elezioni per referendum e amministrative. “Trecento asili, 2000 auto per la polizia, messa in sicurezza delle scuole, ripristino del fondo per le non autosufficienze, assistenza ai malati di Sla. Ecco come potrebbero essere spesi in maniera utile i 350 milioni di euro che il governo vuole gettare al vento facendo votare il 12 giugno per i referendum anziché prevedere l’election day (www.iovotoil29maggio.it) con le elezioni amministrative del 29 maggio”, ha affermato il capogruppo alla Camera dell’Italia dei Valori Massimo Donadi.
Ma il governo è deciso! Quando si tratta di mettere a rischio il raggiungimento del quorum ai referendum e rompere i coglioni alla gente che nel giro di due settimane dovrà votare due volte, lo sperpero di risorse non è certo mai stato un ostacolo!
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