“Studia per te stessa, Daniela. Studia e diventa competente in quello che scegli di fare nella tua vita. Perché solo le donne davvero in gamba riescono a farsi strada e a ottenere ciò che davvero sognano, facendo sacrifici ogni giorno”.
Questo è ciò che mi ha sempre ripetuto mia mamma, come una cantilena che mi ha accompagnato durante tutto il periodo della mia formazione, sin da quando andavo a scuola. Da donna a donna, da mamma a figlia, perché ogni mamma spera che la vita della propria figlia sia migliore della sua, più facile e bella, più ricca di soddisfazioni e meno complicata. Credo sia una cosa abbastanza normale; quale mamma non si augura il meglio per i propri figli? E quale mamma non è consapevole, per la propria esperienza personale, qualunque essa sia, che per le figlie femmine è tutto è un pochino più difficile?
Il problema di fondo nasce però dall’interpretazione di questo “meglio” che ogni mamma sogna per loro. Oggi come oggi, sembrerebbe che non tutte le mamme, come ha fatto la mia, consiglino alle proprie figlie di fare sacrifici e di rimboccarsi le maniche per affermarsi in una società che purtroppo rimane di chiaro stampo maschilista. Anzi pare che i desideri medi della mamma italiana siano tristemente mutati e che quel “meglio” di cui si parlava prima si sia trasformato irrimediabilmente in qualcosa di inutile e poco importante, perché legato a valori che purtroppo sono quasi scomparsi. Conoscenza, competenza, cultura e impegno sono parole che ormai non hanno più la stessa importanza che avevano una volta, quantomeno non per tutti.
Perché mia figlia dovrebbe studiare e formarsi, fare sacrifici e impegnarsi ogni giorno, quando può diventare una velina? Qualche lezione di danza e una dieta le basterebbe a conquistarsi un posto – mezza nuda – sulla copertina di Max, e a trasformarsi nell’oggetto del desiderio di un calciatore ricco e famoso. Non è questo il meglio per lei?
O ancora, perché spendere soldi per far studiare danza alla mia bambina per anni e anni, sin da quando è piccola, perché aiutarla a coltivare la sua passione e il suo talento, perché insegnarle quanto è importante la disciplina, l’impegno quotidiano, il sacrificio, la forza di volontà e la tenacia, quando basta entrare ad Amici di Maria De Filippi, partecipare a tre mesi di trasmissione e uscire convinte di essersi trasformate nella Carla Fracci del XXI secolo e godere dell’opportunità di ballare ogni giorno in televisione?
Non è questo il meglio per una giovane ragazza che sogna di diventare una ballerina?
Ma, badate bene, il meglio del meglio, ciò che oggi ogni mamma pare davvero sognare per la propria figlia, è che riesca a ottenere un posto tra le escort del Presidente del Consiglio, a partecipare alle sue feste private ad Arcore, a finire sulle copertine di tutti i giornali e in tutti i telegiornali nazionali e non solo, conquistandosi, magari, un posto come ministra o come euro deputata.
Di nuovo la solita domanda: non è questo il meglio per lei?
Niente studi particolari, niente università, nessun master. Basta solo saper sfruttare i doni di madre natura, magari migliorati con qualche piccolo intervento di chirurgia plastica e tanta palestra, fare le conoscenze giuste, lasciarsi andare e…
Sembra oramai che nessuna donna si sconvolga più di fronte a certe notizie che purtroppo sono all’ordine del giorno: ragazzine gestite da uomini vecchi e malati, feste private e prestazioni sessuali a pagamento; notizie che dovrebbero far correre ai ripari ogni genitore, storie da far accapponare la pelle, racconti che dovrebbero far rabbrividire ogni mamma che ama la propria figlia. E invece una terrificante superficialità e un tacito assenso sembra giustificare le scelte di chi, ancora minorenne, decide di usare la sua bella presenza come appiglio per una vita migliore. Scelte che, nella maggior parte dei casi, sono sostenute ed addirittura incentivate da mamme scandalosamente concentrate sul risultato: una vita migliore per le proprie figlie. Ma a quale prezzo? E chi dovrà pagarlo?
Vi chiarisco meglio di che cosa stiamo parlando: siamo difronte a mamme che sognano che le proprie bambine si trasformino in prostitute, a patto che a pagare siano uomini potenti che possano offrire loro soldi e favori di ogni genere. Parliamo di questo.
Nel 2010 una certa Anna Palumbo ha ricevuto dal ragioniere Giuseppe Spinelli – la persona che gestisce i conti correnti del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – una serie di versamenti per un totale di circa ventimila euro. All’inizio la nostra cara signora Palumbo non ha destato sospetti perché il suo nome non suggeriva nulla agli inquirenti, non comparendo tra i nomi delle ragazze che hanno partecipato nel 2010 alle feste di Arcore, anche se i pagamenti sono partiti dallo stesso deposito usato per “ricompensare” la Minetti e la Sorcinelli.
Ma andando più a fondo è stato scoperto che Anna Palumbo non è altro che la mamma di Noemi Letizia – la ragazza di Casoria, per chi l’avesse dimenticato – che ha regalato al nostro caro Silvio il nomignolo di “Papi”, conquistandosi la scandalosa presenza del premier alla sua festa dei diciotto anni. Inutile dire che la mamma di Noemi incassava consapevolmente dei soldi guadagnati da sua figlia, all’epoca minorenne, per le sue presenze ai festini di Mr Bunga Bunga, e chissà per quali prestazioni particolari. Immagino che la signora Palumbo sia tuttora convinta di aver agito per il bene di sua figlia. Ed è questo il punto.
Se una mamma pensa che siano giusti certi comportamenti, se quei valori che rendevano la vita di ogni persona dignitosa e speciale sono scomparsi e non vengono più trasmessi ai propri figli, se ciò che dilaga è la tendenza a insegnare che esiste sempre una scorciatoia, che il fine giustifica i mezzi, che tutto è lecito, che il proprio corpo è una virtù al pari dell’intelligenza e della cultura, e va usato nei modi richiesti da chi detta le regole, se davvero una mamma arriva a spingere la propria figlia minorenne tra le braccia di un uomo ultra settantenne pur di ottenere favori di qualunque tipo, cosa dobbiamo aspettarci dalle giovani donne che di questi insegnamenti sono degne eredi?
Probabilmente la vita di Noemi è cambiata, come è cambiata la vita di molte ragazze che, mettendo da parte libri e sacrifici si sono dedicate, sin da molto molto giovani, alla propria carriera di escort, raggiungendo già in tenera età l’Olimpo del piacere, ovvero la frequentazione dei festini della villa di Arcore. Probabilmente i sogni di queste giovani ragazze si sono realizzati o si stanno realizzando, non fosse altro che per i soldi guadagnati e per l’aiuto delle persone che contano, a cui hanno allietato molte serate. Persone che, rendendosi conto delle loro grandi potenzialità, hanno deciso di affidar loro ruoli di responsabilità all’interno delle Istituzioni italiane. Ruoli di cui senza dubbio erano meritevoli perché competenti e preparate. Sedie occupate a scapito di chi, mentre loro si divertivano tra festini a base di alcol e Bunga Bunga, studiava, conseguiva una laurea, faceva esperienze concrete per dare un valore aggiunto alla propria figura professionale. Giovani italiane che invece di vendere il proprio corpo (e la propria dignità) cercavano di percorrere una strada pulita e dignitosa; donne che probabilmente, e aggiungerei purtroppo, non avranno mai quel meglio che le loro mamme auspicavano per loro.
La dignità che mi ha insegnato mia mamma non mi ha reso “ricca” nel senso che oggi è comunemente accettato, ma di certo mi ha donato una ricchezza davvero unica che porterò sempre con me. Una ricchezza che non riguarda i conti in banca o le copertine dei giornali, una ricchezza che riguarda il cuore.
Perché se si vuole salvare l’Italia bisogna cominciare a regalare ai propri figli dei sogni veri, sogni per cui vale la pena impegnarsi giorno dopo giorno. Bisogna essere genitori coraggiosi. Bisogna essere delle mamme consapevoli capaci di lottare perché i propri figli siano persone migliori. Questo significa regalare un futuro ai propri figli. E questo, e solo questo, è il meglio per loro.
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