Il calore di Dieci Inverni

L’amore è:

– tu, che l’hai conosciuto/a per caso;
– lui/lei, che pensi sia il tuo Lui, la tua Lei;
– tu, che quando lo/la pensi sorridi o piangi;
– lui/lei, che vorresti chiamare quando sei triste o felice;
– tu, che vivi nella speranza di vederlo/la;
– lui/lei, che non è sostituibile;
– tu, che hai paura di soffrire, ma già soffri da morire;
– lui/lei, perché se ti guarda non puoi respirare e il suo sorriso ti taglia le gambe
– tu, che desideri sentire la sua voce, ma hai paura di quello che potrebbe dirti;
– lui/lei, che è appassionato e appassionante;
– tu, che ti chiedi perchè;
– lui/lei, che è lontano e sai che ti dimenticherà;
– tu, che aspetti il momento in cui lo dimenticherai.

Gli amori non sono tutti uguali: qualcuno è normale e qualcuno è speciale; ci sono amori fragili e amori contorti, amori in cui soffri solamente tu e quelli che non si realizzano mai.

Dieci inverni, il prologo di un amore lungo dieci anni, difficili, tormentati, incompresi, lontani, ad alimentare una passione che rimane intensa e intatta proprio perchè non si realizza. Comincia così una strana storia d’amore, anzi il prologo di una strana storia d’amore, tenace ma astratto, che richiederà dieci anni per concretizzarsi pienamente; dieci anni, anzi dieci lunghi e freddi inverni, durante i quali si conoscono e si frequentano, si perdono e si ritrovano, vivono altre vicende ed altri amori, correndo sempre in direzioni opposte, senza mai voltarsi indietro ad aspettare l’altro. Li lega un forte senso di appartenenza che è amore mascherato da amicizia, l’attitudine di vedere la vita allo stesso modo e, soprattutto, la capacità di capire gli errori dell’altro.

Eppure dovranno trascorrere dieci lunghi inverni, passati a rincorrersi tra la nebbia di Venezia e il gelo di Mosca  prima di scoprire in se stessi la consapevolezza che l’attrazione che li unisce è amore.

1999, Due studenti Camilla (Isabella Ragonese) e Silvestro (Michele Riondino) in quel di Venezia incrociano i loro sguardi su di un vaporetto,  lei timida e graziosa, lui all’apparenza molto sicuro di sè, una volta rotto il ghiaccio lui decide di seguirla passando con lei una rivelatoria e castissima notte che trascorre tra parole non dette e sguardi sin troppo eloquenti. Inizierà cosi una lunga storia d’amore come cantava Gino Paoli, ma a distanza perchè la vita, o se preferite il destino, li porterà sempre ad un passo l’uno dall’altra, rendendoli consapevoli, ma non troppo del loro sentimento che invece di spegnersi, sembra rafforzarsi. Così attraverso dieci anni e dieci inverni i loro cuori terranno bene al caldo un sentimento solo all’apparenza fugace, ma pronto invece a superare qualsiasi difficoltà perchè allevato con costanza e accompagnato verso una primavera metaforicamente liberatoria, in cui potrà sbocciare e diventare anche altro.

Il  regista esordiente Valerio Mieli, che ci regala un film dotato di  un garbo davvero gratificante per chi assiste alle sue poetiche transizioni attraverso acquerelli invernali ricchi di consistenza e popolati da due protagonisti credibili e intensi. Avventura sentimentale che, tra liti e riappacificazioni, segue la crescita dei due protagonisti, segnati dall’ingresso nell’età adulta e che si trovano ad essere nemici, amici, conoscenti, innamorati, vicini e distanti, mentre vivono altri rapporti di coppia e condividono la stessa casetta sulla laguna. I due protagonisti si muovono  fuori coordinate. Ognuno per sé e in disfunzione dell’altro, con un comun denominatore che finisce sempre con l’essere ingannato. Un gioco schematico con pochi schematismi e con qualche pausa: dieci inverni son tanti e non tutte le annate conservano la stessa intensità, la medesima urgenza espressiva. E alcune tonalità rischiano di perdersi in sottotrame risapute. Il finale è facilmente immaginabile, ma non intacca un’unione amorosa che sa emozionare. E lascia qualche domanda aperta: Camilla e Silvestro hanno sprecato troppi minuti di non-amore oppure la densità sentimentale ha richiesto tempo per realizzarsi completamente?

Indimenticabile e amabile Vinicio Capossela che regala la colonna sonora al film, e con un’intensa Parla Piano racconta con garbo il rapporto che vuole esplodere nella sua purezza. Delicato e struggente. E ricorda che “Quando ami qualcuno meglio amarlo davvero e del tutto o non prenderlo affatto”.

Chi scrive crede che, se avesse utilizzato dieci anni di vita per rincorrere il suo Silvestro, il tempo non sarebbe stato del tutto sprecato.  Ma come detto prima certi amori non si realizzano mai.

E altri sì.

httpv://www.youtube.com/watch?v=yDyRCUqRnng

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