Il Gp di Spagna di domenica scorsa è stato vinto da Sebastian Vettel e dalla Red Bull per l’ennesima volta in stagione, anche se spuntandola per soli sei decimi sul combattivo Lewis Hamilton. Dopo poche gare il campionato sembra non suggerire più niente alla Ferrari, troppo indietro dai primi e con un divario di prestazioni incolmabile. Nell’ultimo Gp è parso anche chiaro che il distacco di un secondo subito in qualifica da Mclaren e Ferrari è stato recuperato in gara soltanto dal team anglosassone. É naturale chiedersi i motivi di prestazioni così diverse tra qualifica e gara tra i top team: pur non avendo fonti certe, si proverà ad illustrare la situazione.
Secondo rumors provenienti dal paddock, sembra che il DRS, il sistema di flap mobile posteriore introdotto quest’anno, sia di gran lunga più efficiente sulla Red Bull che su tutti gli altri team. In qualifica l’utilizzo di tale dispositivo è consentito per tutto il tracciato e la Red Bull beneficia pertanto di un vantaggio tecnico considerevole.
Inoltre la macchina sembra che abbia il sistema di scarichi più efficiente del mondiale, capace di garantire maggiore deportanza al posteriore con l’emissione di gas caldi anche in fase di rilascio dell’acceleratore. Questo sistema tuttavia richiede maggiori consumi di carburante, che non incidono tanto sul giro secco della qualifica piuttosto in gara, con un carico di benzina supplementare nell’ordine dei quindici chili, con un handicap stimabile in due decimi al giro. Il dispositivo imbarazza non poco la FIA, che se da un lato lo considera illecito dall’altro ne permette l’utilizzo, almeno fino alla riunione tecnica dei team prevista per il Gp del Canada. Decretarne l’abolizione significherebbe vanificare milioni di euro spesi per progettazione e realizzazione, contrariamente allo spirito della politica di risparmi messa in vigore da qualche anno.
Il tallone d’achille della Red Bull, elemento risaputo, è il KERS, utilizzato rispetto agli altri team con parsimonia per problemi di surriscaldamento; questa scelta può far perdere due, tre decimi al giro. In linea di massima, risulterebbe chiaro che è la Red Bull che vede svanire in gara l’ enorme vantaggio delle qualifiche e che non sono le altre squadre ad andare più forti sul ritmo gara.
La situazione Ferrari è ben sintetizzata dalla gara spagnola: ha il miglior pilota del mondiale, Fernando Alonso, ed una macchina dalle prestazioni mediocri. Infatti, lo spagnolo dopo aver tenuto testa per ben diciotto giri, in soli quaranta ha subito il doppiaggio. Colpa di scelte tecniche conservative, che alla luce di modifiche regolamentari così importanti quest’anno non hanno pagato. La situazione è allarmante se poi a nulla sono valse le novità aerodinamiche per il Gp di Spagna: la F150 Italia allo stato attuale è più lenta della vettura dell’ anno scorso. Di conseguenza, nel periodo di progettazione della vettura del prossimo anno, notizia di ieri, è stato rimosso dall’incarico di direttore tecnico l’ing. Aldo Costa. Per i tifosi non rimane altro che sperare nei circuiti dove conterà più il pilota, come quello di Montecarlo dove si può sperare di rivedere già questa domenica la Ferrari tra i primi, grazie al talento straordinario di Alonso.