Reduce dalla visione di un’intervista concessa da Benedetto XVI durante il volo sull’aereo papale pagato con i soldi del contribuente italiano, anche quello che non sarebbe d’accordo, mi piacerebbe fare alcune considerazioni. Il maggior esponente della gerarchia dello Stato del Vaticano dice, fra una cosa e l’altra, che capisce chi, a causa degli scandali che hanno coinvolto il clero cattolico, abbandona la Chiesa (21/09/2011, in qualsiasi giornale e telegiornale di oggi). Gli scandali di cui si parla sono quelli riguardanti la pedofilia.
Sono certo che solo in minima, minima parte la pedofilia sia una espressione della sessualità di quegli uomini, la parte più vergognosa e criminale della loro sessualità di maschi adulti. Perché nessuno mi convincerà mai che non abbiano, nel loro essere uomini non castrati, una parte di sessualità più, come dicono loro, “normale”, rivolta ad un altro essere umano, adulto e consenziente, uomo o donna, che esprime il loro bisogno di amore non solo spirituale ma anche fisico e carnale. È la natura umana. Ma se un prete si innamora di una donna la soluzione -esistono molti casi- è quella di abbandonare la tonaca, “spretarsi”, e optare per la convivenza con la donna amata al di fuori della comunità cattolica. Oppure trattare con la stessa comunità un “matrimonio riparatore”, benedetto e retribuito in diversi modi dalla stessa comunità cattolica. Se l’oggetto dell’amore è una persona dello stesso sesso, bene, qui meno mediazioni possibili, o si cambia interesse o si va fuori dalla Chiesa. Se l’oggetto è invece un minore o una minore, cioè una persona che il pastore dovrebbe educare e proteggere, il sorprendente rimedio fino ad oggi è stato l’insabbiamento. Negare l’evidenza a costo di sembrare ridicoli e complici dell’atto criminale. La gestione di questi fatti è da decenni descritta e imposta al clero con l’editto papale del “Crimen Sollicitationis”, gestione attuata dall’allora cardinale Ratzinger. Il Papa ed il clero in generale sono a conoscenza delle “scritture”, in cui qualcuno che credono di rappresentare diceva molto chiaramente: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Senza specificare peraltro 1) Di che sesso dovesse essere il prossimo. 2) Che l’amore dovesse essere solo spirituale e non carnale.
Si parla di amore in tutte le sue forme, visto che non se ne discrimina nessuna.
Le stesse scritture ci dicono, frase con cui molti preti e Papi si sono riempiti e si riempiono la bocca, che “l’uomo è stato creato a somiglianza di Dio”, che ama tutti. Quindi anche l’uomo dovrebbe amare tutti. Il Dio suddetto non si dichiara UOMO che ama le donne, né tantomeno DONNA che ama tutti gli uomini. Non si dichiara monogamo, ama tutti. Ai tempi delle crociate e ai tempi della Padania i vari imbonitori truffaldini mandavano avanti i loro servi al grido di “Dio è con noi!”. Senza riserve, però … il però sta tutto nei giocattoli che il Creatore allegò agli esseri umani durante la creazione in zona pubica, non soltanto per poter fare pipì in piedi o accovacciati, ma per altre funzioni ben note. L’uomo che dovesse prendere per buone TUTTE le scritture quindi dovrebbe amare, non solo spiritualmente, il suo prossimo e senza distinzione preconcetta dell’altrui sessualità, con l’unico limite rappresentato dall’onesta e consapevole condivisione anche della parte carnale dell’amore. E potrebbe amare molte persone contemporaneamente, perché l’amore dovrebbe e sottolineo DOVREBBE essere inclusivo e non esclusivo. E dovrebbe valere per tutti i sessi.
Invece l’uso della politica da parte del Vaticano oggi per meri interessi economici e il corrispondente uso del Vaticano da parte della politica per evidenti motivi di consenso elettorale da raccogliere presso il popolo bue, nega tutte queste possibilità.
Io personalmente non credo, liberamente, alle varie chiese, cattolica in primis, per cui, se dovessi avere la possibilità, il tempo e il denaro sufficiente -ma anche quelle di vivere in un paese realmente libero e non circondato dai popoli della libertà, quella loro-, mi piacerebbe essere poligamo, responsabilmente e senza distinzioni di sesso. Seguendo le parole che loro, quando serve, usano per il loro Dio e che quando il discorso si fa scivoloso puntualmente nascondono. Dire “capisco chi abbandona la chiesa” quando si parla di pedofilia del clero e assolversi come capo e responsabile di quella associazione che siede in Vaticano, dove lui gestisce tutto, mi sembra una bella presa in giro e una grandissima ipocrisia. In quanto al loro Dio, ci sarebbe molto e molto da discutere, il più serenamente e consapevolmente possibile.