Servizio Pubblico: esperimento di informazione libera

Il 3 Novembre andrà in onda la prima puntata di Comizi D’Amore, nuova trasmissione di Michele Santoro e del suo staff che, attraverso l’iniziativa “Servizio Pubblico”, ha aperto le porte a un nuovo modo di fare televisione e informazione. In un momento storico in cui una trasmissione di successo come Annozero viene inspiegabilmente ritirata dalla Rai – nonostante i costanti successi di pubblico della passata stagione – nasce un nuovo modo di fare televisione: forti dell’esperienza di Raiperunanotte, i Santoros hanno lanciato un’iniziativa di “finanziamento popolare”. Con una donazione di dieci euro è possibile finanziare una trasmissione che è stata cancellata dalle TV generaliste italiane, che andrà invece in onda su di una piattaforma di media incrociati quali internet e le TV locali. Anche Sky ha dato la sua adesione. Santoro quindi andrà in onda per volere dei cittadini e dei suoi stessi spettatori, fedelissimi e non, che non vogliono accettare la “cancellazione” del suo programma per motivi che di “aziendale” hanno poco e di “politico” hanno molto.

Non si spiega altrimenti l’abbandono di un format di successo che ha battuto record su record (e viene subito alla mente l’altro grande assente, quel “Vieni via con me” che ha fatto sfaceli la scorsa stagione) di ascolto, per una rete come la Rai in costante calo di spettatori. Far fuori Santoro significa togliere una voce importante al pluralismo dell’informazione, che si sia d’accordo o meno con le sue idee. Per fortuna il mondo si muove veloce, è proiettato nel futuro, non segue più le logiche di palazzo, e scavalca il problema in una maniera tutta nuova, quantomeno per l’esperienza italiana in materia. Un programma autofinanziato dagli stessi spettatori in maniera così diretta non si era mai visto. E bisogna soprattutto porre l’attenzione all’enorme successo che ha riscosso la campagna di adesioni. Le persone hanno una voglia pazzesca di una trasmissione che faccia un’informazione senza bavagli di sorta, che dica le cose che vanno dette, che vada ad approfondire le questioni di cui i media tradizionali sembra non vogliano più parlare.

httpv://www.youtube.com/watch?v=hMlc1CczdjA&list=UUq3QhkV1-S5KonNKUqQP8fw&index=13

Conflitto d’interessi, politiche di esclusione delle voci scomode, presidenti che eseguono ordini “dall’alto”, programmi di successo cancellati. Tutte queste riflessioni sono state affrontate in mille modi diversi. Quello che a noi più interessa però è questa sorta di spostamento del potere decisionale nelle mani dello spettatore che, abbandonato dalla “sua” televisione nazionale, preferisce finanziare di tasca propria la trasmissione che desidera vedere. Sarà un successo? Lo è già stato. L’iniziativa di Servizio Pubblico ha di fatto messo in evidenza le dubbie decisioni della Rai che, trincerandosi dietro le solite scuse, vede parte del suo pubblico prendere coscienza su questa problematica e trovare una soluzione “faidate”. È il primo esempio di “pay-per-know”, pagare per essere informati. Certo, la cosa dovrebbe accadere già in maniera automatica con il fantomatico abbonamento Rai, ma visto che tutte le televisioni sono controllate in maniera diretta o indiretta dal solito personaggio che tutti conosciamo, per trovare un po’ di aria fresca bisogna andare altrove. L’informazione esce definitivamente dai confini dei canali tradizionali, viaggia sempre più veloce attraverso il web (che ancora una volta è stato il vero motore trascinante di Servizio Pubblico), diventa parte integrante della vita dell’individuo che la va a cercare e non la subisce più passivamente.

È un atto di modernità, è un atto di futuro che avanza, è l’inizio della fine di un’epoca dell’imposizione dell’informazione. E se già tanti passi erano stati compiuti sinora, con Servizio Pubblico e Comizi D’Amore viene posta l’ennesima pietra miliare nella lotta alla libertà di informarsi e di informare. È un punto di non ritorno, è l’inizio di una nuova epoca anche per il cittadino italiano, storicamente attore passivo dei media, che si “rivolta” e prende coscienza di sé. Questa forse è la vittoria più bella di quest’iniziativa che, comunque vada, ha cambiato per sempre le carte in tavola. Che sia arrivata anche per noi l’epoca di una rivoluzione intellettuale? Noi non lo sappiamo, ma di sicuro scommettiamo che Comizi D’Amore sarà un grande successo. Con buona pace dei vecchi tromboni che controllano i media, che si renderanno conto ogni giorno di più di essere ormai gli ultimi esemplari di una razza di dinosauri votata all’estinzione.

Per quanto possano provare a fermarlo, il futuro è là fuori,  ricco di speranze e di novità.

 

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