La meglio gioventù. Rieccola.

1 Marco Amelia, 3 Emiliano Moretti, 5 Daniele Bonera, 6 Daniele De Rossi, 8 Angelo Palombo, 9 Alberto Gilardino, 11 Giuseppe Sculli, 13 Andrea Barzagli, 14 Cesare Bovo, 15 Marco Donadel, 17 Giondomenico Mesto. Sostituti 12 Federico Agliardi, 22 Carlo Zotti, 2 Cristian Zaccardo,  4 Alessandro Gamberini, 10 Matteo Brighi, 16 Alessandro Potenza, 18 Alessandro Rosina, 19 Simone Del Nero, 20 Andrea Caracciolo, 21 Gaetano D’Agostino. Allenatore Claudio Gentile.
Questa è la nazionale under 21 dell’Italia che vinse il campionato europeo nel 2004. Tre a zero alla Serbia, strapazzata dal gioco degli azzurrini che dominarono il torneo. Cinque di questi ragazzi due anni dopo diventavano campioni del mondo, dopo una strepitosa cavalcata in terra tedesca conclusa con il successo contro la Francia in finale ai calci di rigore. Nomi interessanti, che testimoniano come il nostro vivaio (nonostante i giornalisti amino dire il contrario) continua a sfornare giocatori molto interessanti. Spesso si tende a dimenticarsene, ma per una nazionale è importantissimo avere linfa vitale da quelle giovanili e dopo qualche passaggio a vuoto le cose sembrano tornate alla normalità (perché a livello di under 21 nessuno ha vinto quanto noi, è bene ricordarlo sempre). Il merito di tutto ciò bisogna sicuramente riconoscerlo a Ciro Ferrara, capace di raccogliere un’eredità scomoda e di rilanciare un gruppo che sembrava aver perso la fiducia in sé stesso. La gestione di Casiraghi non era stata delle migliori: dopo sette edizioni la qualificazione alla fase finale dell’europeo non è arrivata. Dopo un clamoroso e fortunoso passaggio alla fase degli spareggi e dopo una vittoria per 2-0 in casa contro una modesta Bielorussia arrivò una ancor più clamorosa sconfitta per 3-0 in trasferta che ovviamente costò la panchina all’ex bomber di Juventus e Chelsea.

Ora c’è un gruppo nuovo, capace di fare sfracelli. Cinque vittorie su cinque, con sedici gol fatti e solo due subiti. In più, un gioco brillante ed a tratti anche spettacolare. Ma vuol dire anche che abbiamo giovani di grande talento? Assolutamente si. Facciamo qualche esempio ruolo per ruolo. In porta c’è Carlo Pinsoglio, da molti descritto come il nuovo Buffon (si vabbè, il nuovo-tal dei tali oramai è una espressione inflazionata) ma che sicuramente ha grosse doti: cresciuto nel vivaio juventino si è messo in mostra anche a Viareggio, ma adesso si è consacrato nel Pescara di Zeman (e se un portiere si dimostra bravo in una squadra del boemo è tutto dire!). In difesa un terzetto nerazzurro con Santon (che oramai conosciamo bene perchè in nazionale maggiore ha già giocato e che adesso è passato al Newcastle) e soprattutto Caldirola e Faraoni (occhio perchè a breve imparerete a conoscerli). Senza dimenticare Camporese della Fiorentina e Crescenzi del Bari. A centrocampo Marrone della Juventus è il nuovo che avanza, a breve lo vedremo fare ottime cose in Serie A, ma di fianco a lui sembrano promettere bene anche Bertolacci del Lecce (ricorderete che ha già castigato la Juventus lo scorso anno) e Saponara dell’Empoli. Inoltre ci sono tre o quattro ragazzi che sembrano partire a fari spenti ma potrebbero accenderli ed abbagliare tutti. Le primizie però sono tutte in attacco. Paloschi e Destro in Serie A ci giocano con continuità e sopratutto il secondo sembra essere uno dal gol facile, mentre l’atalantino Gabbiadini sembra in fase di maturazione. C’è anche il “Faraone” El Shaarawy, che ha già segnato un gol con la maglia del Milan (tra l’altro alla miglior difesa della Serie A fino ad oggi, quella dell’Udinese) e che viene visto da molti addirittura come l’erede di Kakà. Infine un ragazzo che sta facendo sognare i tifosi del Napoli, anche se gioca a Pescara: Lorenzo Insigne. Zeman lo ha scoperto lanciandolo nel calcio che conta e lui l’ha ripagato con numeri incredibili. Diciannove gol in trentatré partite a Foggia, sette in dodici presenze finora in terra abruzzese. Aggiungeteci anche una valanga di assist e tirate le somme.

Tanti giovani promettenti. Se anche solo tre o quattro diventassero giocatori di prim’ordine la nostra nazionale potrebbe arricchirsi in maniera veramente importante per i prossimi dieci anni. Alla faccia di chi dice che di talenti nel nostro calcio giovanile non ce ne sono.

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