Conosciuti durante un mini-tour fra Francia e Belgio per le prime due date europee della loro carriera musicale, ancora non ho smesso di ascoltarli… Sono il cantautore-chitarrista Dario Brunori e la sua compagna di vita, corista e tamburellista Simona Marrazzo, che un paio di settimane fa hanno trasformato il Marcovaldo di Parigi e la Piola Libri di Bruxelles in un covo di Calabresi e Italiani sgomitanti e pretenziosi di dediche e canzoni.
Un progetto che prende il nome dall’impresa di famiglia, Brunori Sas, “in cui ho lavorato per un paio di anni dopo la scomparsa di mio padre”, spiega Dario in una chiacchierata dopo concerto. “Un’azienda di materiali edili che adesso gestiscono i miei fratelli, sicuramente più capaci di me”, prosegue il giovane cantautore, sorridendo sotto i noti baffi.
La musica è sempre stata la sua prima passione. Dalle prime schitarrate con gli amici a un’esperienza nell’indie-pop-elettronico dei Blume fino alla svolta verso la musica d’autore con l’album “Brunori Sas – Vol.1”, immediatamente vincitore del Premio Ciampi come “Miglior debutto discografico dell’anno”, nel 2009. Poi nel 2011 il secondo album: “Vol.2 – Poveri Cristi”, e il successo continua, anche con la realizzazione della colonna sonora del film “È nata una star” (2012), di Lucio Pellegrini.
“È praticamente da tre anni che siamo in tour, per sfruttare il momento propizio”, afferma Dario, “e le città più grosse le abbiamo fatte praticamente tutte”, precisa Simona.
Un progetto a sei quello della Brunori Sas, che solitamente vede la giovane coppia accompagnata da quattro amici musicisti con al seguito tastiere, batteria, sassofono e violoncello. Una squadra convertita a duetto per il viaggio oltre i confini nazionali, dove la band si propone con quella che Dario definisce una “versione unplugged”, che comunque non manca di impeto ed energia.
Trentacinque anni, una laurea in Economia e Commercio a Siena, un periodo da parcheggiatore post-laurea e poi il ritorno nella sua amata Calabria, la terra della sua infanzia e della sua adolescenza, meravigliosamente riassunte dai versi di una “Guardia ’82” capace di catapultarti nei tuoi quindici anni, tra falò sulla spiaggia e ritornelli urlati a squarciagola.
Perché le canzoni di Dario Brunori sono questo: esperienze di vita vissuta come “le giornate passate a giocare in un mondo inventato, le ginocchia sbucciate, il pallone bucato da un vicino incazzato” come canta sulle note di “Nanà”. Troviamo “Il pugile”, “L’imprenditore” e “Il giovane Mario” giocatore d’azzardo incapace di smettere, anche di vivere. C’è l’emigrato calabrese che parte alla volta di Milano per fare fortuna e metter sù famiglia con l’amata “Rosa”, che nel frattempo opta per un decisivo cambio di programma…
L’ironica malinconia di vite comuni in cui, a sprazzi, ciascuno di noi riesce a riconoscersi. Storie vere o forse inventate, ma sicuramente vicine. Storie da tutti i giorni, senza troppe pretese, senza ambizioni ultraterrene. Uno stile che fa tornare alla mente il genio di Rino Gaetano e le sue trame leggere ma dense di significati. Un umorismo pungente capace di farti sorridere di fronte alle inquietudini della quotidianità e di esaltare quelle piccolezze che a volte riescono a renderla così meravigliosa.