Nessuno è perfetto

Finite le elezioni e consegnato all’Italia l’ennesimo risultato inconcludente (grazie Porcellum), è iniziato l’insostenibile balletto delle alleanze, delle strategie, delle tattiche per riuscire a creare un esecutivo che abbia una qualche parvenza di solidità.

Rispetto al solito, però, come ormai tutti sappiamo, è arrivato il terzo incomodo, il “Movimento 5 Stelle”, che ha preso il suo bel carico di voti (un quarto degli elettori), e si siederà finalmente in Parlamento. Glissando per un attimo sulle varie polemiche sollevate in questi giorni riguardo il vago programma – dove si dicono tante cose belle, ma non il “come” – e al tira e molla con il PD per decidere se appoggiare, in un modo o nell’altro, una coalizione “allargata”, lanciamoci a bomba sull’atteggiamento del M5S post-voto.

Dopo aver ottenuto un risultato assolutamente straordinario per un partito nato solo qualche anno fa, il M5S attraverso il suo “portavoce” Beppe Grillo (non è un leader, mi raccomando, è il PORTAVOCE) fa sapere all’Italia che non ci sarà nessuna alleanza, nessun “inciucio”, niente di niente. O si fa quello che dice lui -pardon il Movimento – oppure niet, non c’è modo di trovare un accordo. Sebbene lo sgangherato PD si sia quantomeno mosso nella direzione degli stellati, introducendo gli ormai famigerati otto punti, e invitando i ragazzi giovani/preparati/faccenuove/chipiùnehapiùnemetta a realizzare qualcosa che sia presente nel loro programma, il muro eretto dai Grillini pare assolutamente invalicabile.Continua a leggere…

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