La repubblica del Medioevo

Nel Paese in cui si vuol fare un’interrogazione parlamentare dopo una partita di calcio, dove il governo continua a fare i propri comodi per rilanciare l’Italia, dilaniando ulteriormente il mondo del lavoro, assistiamo all’ennesimo spiacevole salto nel passato.

Le cosiddette “sentinelle in piedi”, un gruppo di ultracattolici anti-gay, manifesta in silenzio – tra l’altro in un modo molto più funzionale e diretto di tante altre manifestazioni, perlomeno dal punto di vista mediatico – per protestare contro il cosiddetto “ddl Scalfarotto” che aggiunge a una legge già presente (http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Mancino) un inasprimento delle pene anche per i reati di omofobia, oltre che razziali, religiosi ecc. Sembra Medioevo, e invece è accaduto oggi, nel 2014. Mentre ogni anno si fanno infinite battaglie per i diritti degli omosessuali, per la famiglia di fatto e per cercare di riportare in qualche modo alla normalità una condizione che si è trasformata in “anormale” per questioni di bigottismo e conservatorismo spinto, un gruppo di persone si riunisce per protestare contro qualcuno che vuole che i colpevoli di reati omofobi siano puniti.

114358082-291093f2-5cd7-4b95-bb03-eb442bf7ae65L’articolo numero 3 della sempre più bistratta Costituzione recita (per i più smemorati): “tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni sociali e personali, sono uguali davanti alla legge. È compito dello Stato rimuovere gli ostacoli che di fatto limitano l’eguaglianza e quindi gli individui di sviluppare pienamente la loro personalità sul piano economico, sociale e culturale”; di conseguenza sembra ovvio, logico, assodato che lo Stato debba fare qualsiasi cosa per garantire un’uguaglianza che sia tale. Togliamoci subito ogni dubbio, l’omofobia è identica al razzismo, si discriminano le persone per una loro condizione naturale. Non c’è discussione a riguardo, è così, punto. Eppure, in questo Paese sempre più suddito in ogni decisione della voce della Chiesa (siamo una nazione in teoria laica, ricordiamolo), c’è un gruppo di persone che si riunisce per sottolineare la loro discriminazione verso altre persone. Non c’è ironia, non c’è stile, non c’è intelligenza in questa protesta. È qualcosa di arretrato, radicato, conservatore… in una parola, “antico”. Perché, allargando il discorso, uno dei più grossi problemi di questa Italiaccia è la consapevolezza e la volontà di volersi trovare in un’altra epoca storica, di discriminare per sottolineare la propria appartenenza a un qualcosa di “puro”, ritrovandosi invece a sguazzare in paranoie medioevali e follie paraecclesiastiche. La colpa è solo della Chiesa? No, sicuramente no. La politica c’entra, molto, e spesso certi partiti hanno fatto bandiera di convinzioni e idee omofobe, per accaparrarsi il voto in più dell’ultracattolico di turno (e l’Italia ne è, ahimé, ancora piena).

A volte sarebbe bello semplicemente ignorare queste cose, bollarle come una cretinata di quattro gatti ignoranti che professano stupidaggini. Ma è troppo difficile rimanere in silenzio di fronte all’ennesima dimostrazione che qui qualcosa non funziona come dovrebbe, che non si va avanti in nessun campo, neanche in quello fondamentale dei diritti dell’uomo.

Ironia della sorte, un tipo che si traveste da “Grande Dittatore” (vedi Chaplin) unendosi alla stupida manifestazione (ironicamente?) viene arrestato con probabile accusa di apologia del fascismo. Un reato che in Italia non esiste mai per nessuno (vedasi gruppi Ultras, Forza Nuova, ecc…), ma per uno che si traveste per far ridere e provocare, sì.

E poi non vuoi pensare alla Repubblica delle Banane.

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