La repubblica del Medioevo

Nel Paese in cui si vuol fare un’interrogazione parlamentare dopo una partita di calcio, dove il governo continua a fare i propri comodi per rilanciare l’Italia, dilaniando ulteriormente il mondo del lavoro, assistiamo all’ennesimo spiacevole salto nel passato.

Le cosiddette “sentinelle in piedi”, un gruppo di ultracattolici anti-gay, manifesta in silenzio – tra l’altro in un modo molto più funzionale e diretto di tante altre manifestazioni, perlomeno dal punto di vista mediatico – per protestare contro il cosiddetto “ddl Scalfarotto” che aggiunge a una legge già presente (http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Mancino) un inasprimento delle pene anche per i reati di omofobia, oltre che razziali, religiosi ecc. Sembra Medioevo, e invece è accaduto oggi, nel 2014. Mentre ogni anno si fanno infinite battaglie per i diritti degli omosessuali, per la famiglia di fatto e per cercare di riportare in qualche modo alla normalità una condizione che si è trasformata in “anormale” per questioni di bigottismo e conservatorismo spinto, un gruppo di persone si riunisce per protestare contro qualcuno che vuole che i colpevoli di reati omofobi siano puniti.

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La vera crisi dell'avvocatura



Libero professionista
: colui che svolge un’attività economica, a favore di terzi, volta alla prestazione di servizi mediante lavoro intellettuale. L’etimologia  deriva da “professare” cioè essere fedele a degli statuti ordinistici o regolamentanti una attività, mentre il termine freelance deriva dal termine medievale britannico usato per un mercenario (free-lance ovvero lancia-indipendente o lancia-libera), cioè, un soldato appunto professionista che non serviva un signore specifico, ma i suoi servigi potevano essere al servizio di chiunque lo pagasse.

Avvocato: dal latino advocatus, sostantivo derivante dal participio passato del verbo advoco = ad-vocatum = chiamato a me, vale a dire “chiamato per difendermi”, cioè “difensore”. Libero professionista che svolge attività di assistenza e consulenza giuridica e/o legale a favore di una parte.

Lavoro subordinato: informalmente detto lavoro dipendente, indica un rapporto nel quale il lavoratore cede il proprio lavoro (tempo ed energie) ad un datore di lavoro in modo continuativo, in cambio di una retribuzione monetaria, di garanzie di continuità e di una parziale copertura previdenziale.Continua a leggere…

La disoccupazione adulta, altro che giovanile

Disoccupazione giovanile: un incubo il primo termine, una consolazione il secondo. Soprattutto se dentro quei dati pensi di essere contemplato pure tu – trentenne – e anche tu, quarantenne che ti illudi di essere ancora giovane e credi inutilmente di avere tutta la vita davanti. Già, perché in Italia a quarant’anni ti considerano ancora un ragazzo. Non i dati però. I numeri non mentono e la carta d’identità neanche.Continua a leggere…

Il silenzio rubato

“Certe volte per dormire mi metto a leggere,

e invece avrei bisogno di attimi di silenzio”.

Un’altra vita, F. Battiato.

Credo che la tecnologia sia una buona cosa sotto molti aspetti: grazie a essa riusciamo a comunicare le nostre idee a più persone e più lontano, possiamo avere versioni diverse di uno stesso accadimento, siamo più indipendenti, possiamo imparare molte cose gratuitamente, etc.

Ci sono però alcuni aspetti della tecnologia in relazione ai quali vorrei proporre qui una riflessione. Perché se la tecnologia dà, alla stessa maniera può togliere. Ecco un breve elenco delle mie impressioni:Continua a leggere…

Anna Karenina: si alza il sipario…

Quando venni a sapere dell’uscita di un nuovo film tratto dal romanzo di Lev Tolstoj “Anna Karenina”, uno dei miei libri preferiti, ne fui molto felice. D’altronde, dopo averne visto, da brava maniaca, diverse versioni (statunitense, russa, italiana) non potevo certo perdermi questo nuovo tentativo di portare sullo schermo uno dei romanzi più famosi della letteratura mondiale.

La storia narra di Anna Karenina, donna di spicco dell’alta società pietroburghese, sposata e con figlio, la cui vita viene stravolta dall’amore per un ufficiale, il conte Vronskij. Altre storie, poi, si intrecceranno attorno a questo filo conduttore narrativo.

Il regista Joe Wright apre il film in modo insolito: ci troviamo infatti sul palcoscenico di un teatro; vi sono fondali dipinti, cambi di scena che avvengono durante la recitazione degli attori, macchine da presa che ruotano in modo vorticoso. L’atmosfera è vivace, quasi da musical. Una vera festa per gli occhi in fatto di colori, costumi e luci (e infatti sono questi gli aspetti che hanno conquistato gli Oscar).

Ebbene, non sono contraria alle interpretazioni personali, tutt’altro, ma mi piace che siano motivate. Non capisco il perché di questo taglio teatrale, di questa finzione ostentata. Una scelta che non aggiunge nulla e che oltretutto non viene neanche portata fino in fondo: il film, infatti, perde pian piano il suo aspetto teatrale e diventa sempre più “realistico”, con visione di esterni e ambienti reali. Insomma, sembra quasi un esercizio di stile fine a sé stesso, un gioco che avrei visto più adatto all’ironia di un Oscar Wilde che a un Tolstoj.

A questo punto non resta che una seconda scialuppa di salvataggio: gli interpreti. Ma anche qui andiamo a fondo.Continua a leggere…

Nessuno è perfetto

Finite le elezioni e consegnato all’Italia l’ennesimo risultato inconcludente (grazie Porcellum), è iniziato l’insostenibile balletto delle alleanze, delle strategie, delle tattiche per riuscire a creare un esecutivo che abbia una qualche parvenza di solidità.

Rispetto al solito, però, come ormai tutti sappiamo, è arrivato il terzo incomodo, il “Movimento 5 Stelle”, che ha preso il suo bel carico di voti (un quarto degli elettori), e si siederà finalmente in Parlamento. Glissando per un attimo sulle varie polemiche sollevate in questi giorni riguardo il vago programma – dove si dicono tante cose belle, ma non il “come” – e al tira e molla con il PD per decidere se appoggiare, in un modo o nell’altro, una coalizione “allargata”, lanciamoci a bomba sull’atteggiamento del M5S post-voto.

Dopo aver ottenuto un risultato assolutamente straordinario per un partito nato solo qualche anno fa, il M5S attraverso il suo “portavoce” Beppe Grillo (non è un leader, mi raccomando, è il PORTAVOCE) fa sapere all’Italia che non ci sarà nessuna alleanza, nessun “inciucio”, niente di niente. O si fa quello che dice lui -pardon il Movimento – oppure niet, non c’è modo di trovare un accordo. Sebbene lo sgangherato PD si sia quantomeno mosso nella direzione degli stellati, introducendo gli ormai famigerati otto punti, e invitando i ragazzi giovani/preparati/faccenuove/chipiùnehapiùnemetta a realizzare qualcosa che sia presente nel loro programma, il muro eretto dai Grillini pare assolutamente invalicabile.Continua a leggere…

Fermate la mattanza

Stanotte, a Napoli, è bruciata Città della Scienza. Trecentocinquantamila visitatori l’anno, museo interattivo, sede di mostre, eventi, dava lavoro a centosessanta persone. Edificata nell’area appartente all’ex-Italsider di Bagnoli, nata per riqualificare un’area nel napoletano martoriata da anni di industria pesante, inquinamento, sciacallaggio ambientale.

Città della Scienza era un simbolo, il simbolo di qualcosa di pulito, qualcosa che fosse lontano dalle logiche criminali che appestano questa città. Più di diecimila metri quadrati di capannoni adibiti a musei, laboratori interattivi, sedi di mostre e conferenze. Ne rimane in piedi soltanto il teatro.

Impossibile non vederci la mano criminale dietro questo atto, impossibile non pensare subito al dolo. Diversi punti di innesco dell’incendio, la scelta di farlo accadere di lunedì, quando il polo è chiuso. È un segnale che a qualcuno, evidentemente, desse fastidio. Napoli è una città difficile, lo si sente dire sempre; guerre di camorra che ormai non fanno più notizia, diventate ormai normalità, problemi di ordine pubblico, periferie presidiate dalle forze dell’ordine ventiquattr’ore su ventiquattro. E poi i problemi di rifiuti, una criminalità organizzata che si è insidiata talmente tanto nel fitto sistema sociale da esserne diventata parte fondante.

Rogo a Città della ScienzaMa Napoli non è solo questo; Napoli è una città che cerca sempre di reagire, di resistere, di andare avanti, anche di fronte all’ennesimo assassinio di un innocente, anche di fronte all’ennesima infinita guerra di camorra. E Città della Scienza era forse uno dei simboli di questa resistenza. Un qualcosa che desse speranza, una cosa “pulita”. Purtroppo, questa è la fine che fanno le cose “pulite”. Date alle fiamme, come un disastroso film hollywoodiano, per fare notizia, per mostrare a tutti cosa significa andare contro quei “qualcuno”, quelli che comandano, quelli che spariscono per un po’, ma poi compiono atti terribili per ricordare a tutti che ci sono ancora, che quei “qualcuno” sono lì. È il loro regno.

“Ricostruire, quanto prima.” Queste le prime dichiarazioni di queste ore da parte delle istituzioni (compreso il Presidente della Repubblica), mentre sui volti dei lavoratori rimane impressa quell’espressione di sgomento mista a tristezza. Tante le lacrime versate anche dai cittadini dell’area, e tante le lacrime versate da tutti i napoletani. Ci hanno tolto un simbolo di pulizia, ci hanno tolto una cosa buona, l’hanno data alle fiamme. Viene da rassegnarsi, da gettare la spugna.

httpv://youtu.be/NZwa4J5pI5g

Questa città ha bisogno di aiuto, di un aiuto concreto, ha bisogno di cambiare. Troppo spesso il cambiamento viene mascherato dalle grandi opere “pubblicitarie”, dai lungomari liberati, dalle piazze ripulite. Ma Napoli ha bisogno di una presenza istituzionale forte, ha bisogno di indagini insistenti e spietate contro le cosche, ancor di più di come già oggi le forze dell’ordine fanno. C’è tanto lavoro da fare, servono risorse, uomini. Ma soprattutto serve fiducia. Questa città ha bisogno di fiducia nel futuro, nella gente, nella possibilità di credere che un giorno possa diventare pulita. Ha bisogno di poter sperare che le sue cose “pulite” non vengano bruciate.

Non lasciate che Napoli diventi cenere. Fermate questa mattanza.

Sound City, regia di Dave Grohl

Dave Grohl è la Musica incarnata.
Non vi posso stare a spiegare perché, ci vorrebbe troppo tempo: o siete d’accordo o non lo siete. Su Camminando Scalzi abbiamo comunque una nutrita documentazione con cui potrete passare diverso tempo, se non capite perché apro una recensione di un film con questa frase a effetto.

In questi anni bui e tetri siamo infestati di una musica disgustosa. Inutilmente rumorosa, vuota, cretina, inconcludente, raffazzonata, e potrei continuare. Il mezzo si è svenduto completamente attraverso la massificazione, per cui è ormai possibile per qualsiasi stronzo che non ha la più pallida idea di cosa sia una scala musicale realizzare una canzone in digitale e metterla in vendita su iTunes, dove altra gente ignorante come e più di lui ne comprerà un sacco di copie rendendolo ricco e famoso.
Viviamo nei tempi della “guerra del rumore“, una cosa che dovrebbe far rabbrividire ogni amante della buona musica degno di questo nome. In breve: dove una volta si cercava sempre più la purezza del suono, la sua vera anima, oggigiorno nel disco prodotto già a cazzo di cane in partenza con i metodi di cui sopra, si aggiunge ulteriormente del “rumore” di fondo per aumentare il volume, con lo scopo di far “suonare più forte” il disco in modo che risalti sugli altri “dischi concorrenti” e potenzialmente farlo vendere di più. Se questo non è un segno evidente dell’involuzione in cui l’umanità si sta affossando, non so cosa possa esserlo.

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Perché non dovremmo poter essere cristiani?

Piergiorgio Odifreddi è un matematico, logico e saggista italiano. Continuando a copiare da wikipedia, pare che sia “la frusta laica della Chiesa in Italia” e che il suo vizio sia “smontare dogmi”. È tutto vero. Aggiungo di mio che Odifreddi è un genio – nel senso moderno del termine – cioè ha un’intelligenza sopra la media, che ha sfruttato per tutta la vita per costruirsi un intellettualismo fuori parametro e una cultura smodata che spazia in (quasi) ogni angolo dello scibile umano (è l’unico matematico capace di intrigarmi anche quando parla di arte e musica classica) e che mette a disposizione della divulgazione scientifica grazie alla sua dialettica pimpante, energica e divertente, sotto forma di libri, interviste, documentari e quant’altro.

E questi sono gli ultimi complimenti che gli rivolgerò.Continua a leggere…

Ambiente e ricchezza – Intervista ad Antonio Galdo

Dopo il boom economico degli anni settanta, il consumo ha impennato veementemente rendendo noi consumatori ossessionati, giorno dopo giorno, dall’idea di avere a portata di mano una tessera di plastica rigida che ci può riempire la casa di oggetti, balocchi, cibo… tutto superfluo. Questa vita capitalistica, comoda e monotona ha però celato gli effetti gravosi che ha lo spreco maniacale sulla nostra vita, il quale negli ultimi decenni ha aizzato il fuoco della crisi economica e ambientale.  Sono ancora in pochi a rendere chiara questa gravità. È doveroso, quindi, passare la parola a chi sa cosa comporta avere i frigoriferi stipati di cibo, i bidoni della spazzatura pullulanti di avanzi e la casa piena di oggetti nuovi ma già obsoleti. Antonio Galdo, giornalista e scrittore italiano e progettista del sito www.nonsprecare.it, ha dato risposte abbastanza chiare da capire cosa si può e si deve fare:

Gandhi diceva “nel mondo c’è quanto basta per le necessità dell’uomo, ma non per la sua avidità”. Per troppo tempo abbiamo lasciato che le miniere si svuotassero e le discariche si riempissero, per troppi anni abbiamo deciso che trasgredire i limiti e le regole fosse una moda, per tutta la storia dell’umanità abbiamo dimenticato il vero significato dell’ambiente e l’importanza delle nostre azioni sul mondo. Non pensa che attualmente la nostra società sia animata esclusivamente da desideri materiali, bisogni superflui e capricci infantili che stipano i bidoni della spazzatura?
La Grande Crisi ha fatto suonare la sveglia, per tutti. Non basta consumare sempre di più per essere felici, il PIL non è l’unico parametro per misurare il benessere di un popolo, la ricchezza non si crea distruggendo la natura. Partiamo da qui, per un cambio d’epoca, nella consapevolezza che insieme, e non da soli, usciremo prima e più forti dal tunnel della Grande Crisi.Continua a leggere…