Meridiano Zero – Ma è davvero questo il mondo che vogliamo?

Mea culpa. Sono mancato da queste pagine troppo tempo, colpa mia, davvero, scusate.

Non che, dall’ultimo mio articolo, sia successo chissà cosa. O meglio, è successo di tutto, forse pure di più, ma non ci si è spostati tutto sommato di molto. C’è sempre Berlusconi contro tutti (“viviamo in uno Stato di Polizia“, il suo Signor Presidente ), ci sono sempre le intercettazioni, c’è sempre la  crisi, la scuola che non funziona (per dire, mio fratello attende i risultati di scienze motorie dal 5 Settembre e le iscrizioni scadono il 30), c’è sempre la Minetti, c’è sempre la Gelmini, ci sono sempre le gaffe (da ultimo quella del tunnel, bella prova Mariastella, bella prova davvero).

Oddio, qualcos’altro è successo, come nelle peggiori serie TV spuntano nuovi personaggi di dubbia moralità intorno al Premier, come quel Valter Lavitola turista panamense di lusso (come la Farnesina ha dichiarato “non ha in alcun modo fatto parte della delegazione che ha accompagnato il Ministro degli esteri da Roma a Caracas e successivamente da Caracas a Panama, con rientro diretto da Panama a Roma” quindi si può evincere che fosse lì per piacere) a cui giunge il consiglio del Presidente di rimanere dove è, ovvero latitante, o quel Milanese consigliere di Tremonti che, ovviamente con il beneficio del dubbio, gli inquirenti vedono al centro di scambi di favori in cambio di Rolex e macchine di lusso. Ovviamente sempre al centro di tutto escort, mignotte, minorenni e quant’altro possa essere inserito in un Bunga Bunga che si rispetti, che come ci tiene a precisare la Signorina Terry De Nicolò (fonte: Il Fatto Quotidiano) “Se sei onesto non fai un gran business, se vuoi andare in alto devi passare sopra i cadaveri ed è giusto che sia così“. Infatti signorina, è giusto che sia così. E’ confortante saperlo.

Attenzione tra l’altro ad un nuovo caso “Milanese”. Dopo Papa e appunto il già citato faccendiere di Tremonti, anche il Ministro Romano (attualmente al dicastero per l’agricoltura) è finito al voto della Camera dopo le nuove intercettazioni scoperte dal GIP Castiglia. Il Governo, che misura la fiducia del Parlamento non sulle manovre, sui provvedimenti o sulle riforme, ma sulle richieste di arresto dei parlamentari, incassa ancora una volta la fiducia e “salva” Romano, come prevedibile.

Ma è davvero questo il mondo che vogliamo?

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Meridiano Zero – Tutti contro uno, uno contro tutti

Evidentemente, tra legittimo impedimento e Lodo Alfano ha fatto confusione. Qualche cattivo consigliere gli avrà suggerito che può dire quello che gli pare, tanto già fa, come gli pare; quindi, con la solita violenza che accompagna i suoi discorsi e con la meticolosità di un chirurgo, ha sferrato i suoi incoerenti attacchi contro scuola, magistratura, sinistra (spargiamolo un po’ di sale sulla terra deserta, tante volte dovesse nascere qualcosa). Tutti contro Silvio, la magistratura eversiva (addirittura a Milano spuntano manifesti che paragonano PM e BR) la scuola che inculca valori di sinistra (!) grazie all’opera di professori di sinistra (!!); e ce li vedo, questi manifesti di propaganda comunista appesi nelle aule dei licei, falci e martelli ovunque, “bandiera rossa” cantata durante l’intervallo e se qualcuno fiata, nel gulag. Molto meglio le scuole private, nelle quali studiano i figli di mezza Camera e Senato; grazie al buono scuola, infatti, nella Lombardia del fido Formigoni, sono stati distribuiti a caso 400 milioni di euro in 8 anni senza ottenere, tra l’altro, risultati in termini di efficacia formativa (http://www.leragioni.it/2009/11/30/lombardia-fallimento-del-buono-scuola-di-formigoni/). E così si è ritrovato sul podio della convention indetta dalla Brambilla a Roma, osannato dai fedelissimi sostenitori, ciechi come topolini di fronte al loro Leader (dalla folla urlano “sei pure bello!”), urlanti di fronte allo sproloquio del presidente. Ci è andato giù duro Berlusconi, come se si fosse dimenticato che non era nel bagno di casa sua, dove può dire quello che gli pare. Accecato da cotanta piaggeria, si butta sui magistrati con ferocia, che “Hanno fatto fuori Craxi e la prima Repubblica, ora vogliono fare fuori me, ma io resisterò”. Evidentemente il presidente si è dimenticato la storia, ma nella storia che conosco io, quella che mi hanno insegnato professori di sinistra nelle scuole di sinistra, Craxi e la prima Repubblica non sono stati fatti fuori, ma il primo è scappato al sicuro a Tunisi e la seconda si è sgretolata sotto al peso delle tangenti che volavano da una parte all’altra del Parlamento. Si è pure dimenticato del suo, di passato, affermando “l’opportunità di una commissione di inchiesta che accerti se esiste un’associazione a delinquere a fini eversivi nella magistratura”; l’associazione a delinquere a fini eversivi, Presidente, c’era, si chiamava P2 e non era solo nella magistratura, lei lo dovrebbe sapere visto che ne faceva parte. Difende la legge sul processo breve, buttando là ogni tanto un “ridicolo!”, o “illazioni!” a cui rispondono minuti di applausi. Troppo facile così, signor Presidente; su quel podio potrebbe dire davvero quel che le pare che scroscerebbero applausi.

Da domani, il lunedì, il giorno più brutto della settimana, si chiamerà Bersanedì, mentre il venerdì che è quello più bello lo chiameremo Silviedì. O Berlusconedì, devo decidere.

Siiii! Bravo! Bono!

Troppo facile così. Ci vorrebbe un Travaglio lì davanti, o uno Stella qualsiasi, giusto per correggerle il tiro quando la dice un po’ troppo grossa. Come quando stempera l’atmosfera con una battuta puramente omofoba delle sue, “ognuno è per il 25% gay, ma il mio 25% è lesbico”. Signor Presidente, tenga a freno la sua libido, che poi si ritrova a spergiurare sui suoi nipoti che quelle cene erano cene elegantissime tra un vecchio di settantanni e delle diciottenni, mentre le varie brasiliane e neolaureate giurano che le cene elegantissime c’erano, ma poi era tutto un fottifotti che neanche nei peggio porno (http://www.repubblica.it/politica/2011/04/15/news/ragazze_smentiscono-14954485/). Diciottenni signor Presidente, anche se immagino già il sorriso beffardo con cui potrebbe suggerire “beh, ma mi consenta, bisogna essere orgogliosi di un presidente che soddisfa una diciottenne. Lo sa che il 25% di quella diciottenne anche se è lesbico si è innamorato di me?”.

 

Meridiano Zero – Occasioni perse.

Mi viene da pensare che sia il periodo delle “occasioni perse”. In un momento di profonda crisi sociale, finanziaria e (di conseguenza) politica, si dovrebbe essere pronti a cogliere le poche palle pervenute al balzo e farne punti, per usare una metafora sportiva. E invece si dorme, si discute continuamente su Berlusconi, sulle sue frequentazioni, sui suoi festini, e il resto cade nel vuoto dell’indifferenza.
L’occasione di Fini è ormai persa. Non si è dimesso quando doveva dimettersi, quando giurò che l’avrebbe fatto se si fosse confermata la proprietà della casa di Montecarlo. Poteva essere l’occasione per far risaltare un profilo politico di integerrima onestà, invece dell’ennesimo politicante attaccato con le unghie e con i denti alla propria poltrona. Poteva essere una spallata importante al Governo, sicuramente avrebbe avuto la sua eco, avrebbe richiesto reazioni, da una parte e dall’altra. Invece il FLI si sta spaccando, disfacendo sotto le bordate di Berlusconi e gli interessi dei cosiddetti “responsabili”.
L’occasione della sinistra si è persa ormai da secoli. Appare sempre di più non pervenuta, immobile agli spunti offerti, con un Bersani sibillino, troppo intento a far la figura del politico che parla in punta di fioretto e che non batte i pugni quando ce n’è bisogno. Gli altri si organizzano come possono, cercando una poltrona per le prossime elezioni. L’unico vero “riformista” sembra Grillo, con le sue candidature popolari, ma è ancora secondo me troppo legato a un’immagine di comico macchietta che del politico pronto a vincere delle elezioni, a qualsiasi livello queste siano.
L’occasione di bella figura come politica estera si è persa quando si è accolto con le Frecce Tricolori quello che ora sta bombardando i dissidenti, che pure prima non è che fosse il ritratto del dittatore libertario, magari libertino. L’onu si prepara alle contromosse, Frattini si dissocia, Napolitano ammonisce, Obama minaccia. Intanto laggiù si continua a morire, nell’indifferenza generale, perché è facile schernirsi, ma poi, di concreto, non succede niente. Pochi ricordano l’eroico sacrificio delle Brigate Internazionali, quando negli anni 30 si riunirono in Spagna a sostegno dell’esercito repubblicano contro il Generale Franco. Altri tempi, altri luoghi, altri momenti forse. Cosa succederebbe oggi? Utopia?
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Meridiano Zero – Egitto: il popolo conta ancora qualcosa

C’è una Tienanmen a un passo da qui e in pochi se ne sono accorti. Tutti presi dal Sexygate, dalle intercettazioni e dal bunga bunga, dalle raccomandazioni, dai festini e da quello che succede nella casa più spiata d’Italia (non quella del Grande Fratello, quella di Arcore), il riordino dell’assetto mediorientale è passato, o comunque sta passando, in secondo piano.

Il connubio Italia-Egitto si è sintetizzato nei kebab, nei resort di Sharm el Sheik e nelle giovani adolescenti tirate fuori dalle questure perché nipoti di Mubarak. Già, proprio lui che, in questi giorni, è assediato dal suo stesso popolo, che gli urla a gran voce di dimettersi. L’ennesimo regime sotto scacco, che segue da vicino le rivolte Algerine e Albanesi. Cosa attendersi ora? E perché ora? La prossima nazione sarà la Libia. Il vecchio Gheddafi, con i suoi cavalli e le sue cavalle con le mostrine, farà posto presto o tardi al figlio, molto più occidentalizzato, al passo con i tempi e più simpatico agli Stati Uniti. Il vecchio troverà sicuramente posto in una dependance di Arcore. Il perché, a mio avviso, è da ricercarsi nel cambio di rotta che stanno prendendo gli Stati Uniti nei confronti di Israele; il partner storico, dopo le disfatte in Iraq e Afghanistan e la difficoltà nelle trattative in Palestina, inizia a essere indigesto, soprattutto alla compagine democratica che, a differenza di quella repubblicana, ha pochi interessi in ballo con le major delle armi&similia. L’America guarda oltre, guarda alle economie cinesi e indiane, cercando di ridisegnare dei confini dentro le quali stringerle: a oriente tra filippine, giappone e siam, a occidente in questo nuovo “medioriente” capitanato da un Egitto in piena rivoluzione.
La prova l’abbiamo avuta pochi giorni fa, quando l’Egitto ha dovuto chiedere l’autorizzazione a Israele per far avanzare i carrarmati nella pianura del Sinai, zona demilitarizzata, autorizzazione concessa e che ha fatto infuriare Hillary. Mentre in America chiedono elezioni e che Mubarak si dimetta per il bene del (suo) paese, Frattini cambia idea come una banderuola cambia direzione in un giorno di vento. Poche ore prima assicura appoggio a Mubarak, poche ore dopo chiede le sue dimissioni, evidentemente informato di aver detto una cazzata. L’esercito è stretto tra due fuochi. Da una parte Mubarak che chiede la soppressione delle rivolte, dall’altro un popolo che chiede ciò che è giusto: giustizia e democrazia. Il Cairo è nel caos. Piazza Tahir è la nuova Tienanmen e il popolo egiziano è la dimostrazione chiara, lampante, splendida, che il popolo conta ancora qualcosa.

Noi, invece, mangiamo popcorn e seguiamo il nostro personale sexygate.

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Meridiano Zero – La nave Italia affonda.

Ci si è completamente dimenticati del popolo. Noi stessi, cittadini con un’opinione, ormai nicchiamo, facciamo spallucce, perché “tanto è così”, perché il mondo gira in questo modo e che ci vuoi fare, perché loro sono i potenti e noi solo pecore e via così.

Il popolo è sovrano di questa nazione e pare che se ne siano dimenticati tutti, dai politici che non eleggiamo più direttamente (e così ecco le veline e le pompinare in parlamento) al popolo stesso che non rivendica ciò che è suo.

Un Governo, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza, ha tutto il diritto di fare il suo lavoro e in linea generale non apprezzo i criticoni del primo giorno. Sono liberale in questo. Ma quando un Governo implode su sé stesso e inizia a perdere i pezzi, e a cedere, a dire “non è più sostenibile” è pure uno come Fini, è lampante che sia l’ora di schiacciare forte sul tasto reset e fare tabula rasa di quel che rimane; invece il Parlamento viene usato trasversalmente come il giardino di casa propria, da destra a sinistra: è assurdo che Napolitano (ex comunista e mai stato simpatizzante di Berlusconi) si appelli al dovere istituzionale del presidente della Camera (un mese fa) per far votare la sfiducia oggi, dando tutto il tempo a Berlusconi per fare i conti necessari a strappare un 314 a 311 con 2 astenuti; è diventata un’oligarchia che si rimbalza il joystick del paese, un po’ a me e un po’ a te e tutti contenti e i franchi tiratori (in questo caso con fucili caricati a salve) a pararsi il culo (http://www.domenicoscilipoti.it/ già online le motivazioni del voto di fiducia, non male per un sito normale) e a pienarsi le tasche a suon di consulenze da 100.000 euro.

E ora? Passerà Natale, ma il Governo non ha i numeri per governare seriamente e, esattamente come 16 anni, è tenuto per le palle da Bossi che avrà carta bianca prima di far staccare la spina al moribondo.

E’ una nave che sta affondando e io, onestamente, vorrei tanto scendere.

Meridiano Zero – Il popolo dei pecoroni

Il popolo dei pecoroni,  è così che ci devono vedere quelli dei “piani alti”. Il popolo, esattamente come duemila anni fa al tempo dei gladiatori, che vuole e si nutre di spettacolo, di sangue, di dettagli. Duemila anni fa attorno all’arena e agli spettacoli che lì si tenevano si decideva la popolarità di un imperatore.

11 milioni per lo spettacolo di Ivan martedì sera, roba che la Nazionale normalmente se la sogna; e poi gli innumerevoli spettacoli di approfondimento dedicati alla triste vicenda di Sarah, dei suoi account su Facebook e degli sms che mandava e via discorrendo.

E chi comanda, ovviamente, si adegua, visto che più  cruento è il linciaggio e più favori incontra. Castrazione chimica per i pedofili, urla Calderoli, pistole ai tassisti risponde Salvini, bombe sui bombardieri fa eco La Russa (sempre scenico).

E un po’ si fa finta di dimenticare che la castrazione chimica, pur impedendo ai pedofili di avere erezioni, non gli impedisce di pensare come pedofili, nè tantomeno di agire come tali. I tassisti, avessero pistole e le usassero, sarebbero tacciati di violenza gratuita, al primo colpo sparato contro un cliente facinoroso. E vorrei vedere il bombardiere che mentre il terrorista imbraccia un bazooka contro un nostro mezzo blindato, decolla, raggiunge la quota stabilita, arma le bombe, le sgancia e salva i soldati in pericolo. E anche se le bombe fossero sugli elicotteri che proteggono dall’alto i mezzi blindati per le strade Irachene, vorrei capire di quali bombe sta parlando il ministro La Russa, visto che bombe in grado di identificare le mine piazzate lungo le strade non ne esistono.

Ci importa una beatissima, tra l’altro, che “gli altri le bombe ce le hanno”, visto che l’articolo 11, seppur applicato come ci pare e aggirato da sofismi letterari che evitano di dire “guerra” ma piuttosto “regole di ingaggio”, comunque sta lì a dire che l’Italia, la guerra, anche chiamata come preferiscono quelli dei piani alti, la ripudia.

Il PD riesce a spaccarsi anche in questa occasione: chi si ricorda di essere di sinistra e si oppone, chi se lo dimentica e avalla, c’è chi come Bersani mantiene salda la linea del PD seguita fin’ora: non si oppone e non avalla, semplicemente non si sbilancia.

E tutti i pecoroni a seguire, a destra e a manca, senza soluzione di continuità.

Usciamo dal gregge. È ora.

Meridiano Zero – E ora che succede?

Come se effettivamente ci fosse qualcuno che davvero non c’aveva creduto, Arcangelo Martino, all’interno dell’inchiesta sulla P3, punta il dito contro Berlusconi; un giro di poltrone, seggi e cotillons che passano dall’Oceania a Prodi a Dini (esiste ancora?!), a Andreotti, a Verdini, fino a Ernesto Sica, un assessore del PDL che ha fatto strada grazie a dossier sulle abitudini sessuali di mezza classe politica.

Ovviamente alla notizia non viene dato il risalto che in realtà meriterebbe, e passa in secondo piano rispetto alle aule sovrannumerarie (cosa reale, per carità, ma io 20 anni fa ero in una classe di 32 persone) o agli spari contro i nostri pescherecci (e la blanda reazione del Governo, come a dire “so’ ragazzi“); ma comunque evidenzia come il Premier sia sempre più solo, ormai abbandonato e tradito.

Gruppo di responsabilità, chi è costui?

Berlusconi ha bisogno di mandare avanti la Legislatura, se non altro per rimettere insieme i pezzi e per evitare di sottostare al giogo del Quirinale. L’attuale crisi potrebbe portare a un governo tecnico, cosa che non è contemplata dal Premier. Ora come ora però è solo. Gli acquisti di Robinho e Ibrahimovic saranno buoni per un pugno di voti, ma tra i banchi di Montecitorio gli attuali subalterni sono personaggi di dubbia provenienza che mal si addicono a una campagna elettorale; avanti quindi con il seggiomercato… E chi meglio di democristiani siciliani come Cuffaro o Mannino per ripartire con stile! Il PdL appare molto più debole di quanto non fosse Forza Italia prima della fusione con AN, Berlusconi deve quindi leccarsi le ferite e rimettere insieme un po’ di nomi per ripartire, sapendo di non poter contare su un Capezzone (ci attendiamo la svolta Leghista a minuti), aspettando un Pierferdinando, sempre più lontano dal PD.

Fini

Fini ormai lo vedono girare con la maglietta del Che e i pantaloni a vita bassa. Attualmente è il personaggio più di sinistra che sa far perdere il sonno a Berlusconi (non che ci voglia molto), e da questa situazione potrebbe guadagnarci notevolmente. La quota di AN pre-PdL era dovuta più alla sua immagine che non a quella del Partito, e probabilmente la simpatia nei suoi confronti è aumentata, sopratutto al centro. Corresse da solo, oggi, potrei scommettere che tornerebbe tranquillamente sulle percentuali di AN.

Lega

La lega è un equivoco che ci trasciniamo dietro da decenni. Senza niente di davvero concreto in mano, se non un mucchio di slogan e una marea di uscite a effetto dei suoi leader, è sempre in mezzo, qualsiasi cosa succeda in Itali,a e ora punta a espandersi verso sud, puntando a Bologna.

Nel caos del PdL, forte dei risultati nei sondaggi (ora è attestata al 10%), il senatùr vuole allargarsi, acconsentendo a spostare addirittura il confine leghista oltre il Po.

PD

Il PD non è pronto. Lo dice Veltroni, come se ci fosse bisogno di sottolinearlo, che non è pronto né nel caso di elezioni anticipate, né nel caso di un governo tecnico. In pratica, ciò che vuole il PD, è continuare a fare l’opposizione e lasciare che Berlusconi giochi le sue carte. Un anno, dice. Un anno prima di mettere in campo una formazione per un dialogo civile. Bersani si incazza, alla fine il Segretario è lui, ma Veltroni fotografa, come se ci fosse bisogno di farlo, ciò che è oggi la sinistra.

Meridiano Zero – Notizie civetta

Esplodono, come bombe a orologeria, perfettamente coordinate alle ore di punta.

Ricordano i prodotti civetta, quelli messi nei supermercati nei punti strategici per attirare le persone: funziona che si posiziona un prodotto X, particolarmente appetibile dalla folla, in un’area di nostro interesse, dove vogliamo che il cliente faccia acquisti. Il prodotto X lo vendiamo a un prezzo ottimo, con un margine di guadagno minimo, se non addirittura a rimessa. Il cliente, attirato dal prezzo invitante, cadrà nella nostra trappola consumistica e il gioco è fatto, si ritroverà nel carrello della spesa prodotti che nella lista originale non c’erano.

Qui invece abbiamo le notizie civetta: l’ascoltatore, attratto dalla notizia civetta, si farà l’idea che vogliamo noi, nel momento in cui lo vogliamo noi, del personaggio X, travolto dallo scandalo mediatico scoppiato ad hoc sulle sue abitudini scoperecce/drogherecce. Fa un po’ impressione, sinceramente, pensare che teoricamente in un ipotetico giornale, magari scritto con la lettera maiuscola, esista uno schedario di riferimento nel quale sono accumulate tutta una serie di notizie su tutti i personaggi politici che ci possono interessare, notizie poi da utilizzare o riutilizzare a seconda delle necessità elettorali del momento, quando ci interessa. È proprio questo che mi spaventa, il “quando”. Il fatto di avere notizie a orologeria, che possano scoppiare quando ce n’è bisogno, in barba al primo dovere che si dovrebbe prefiggere un giornalista, quello di informare.

Esempio.

Nel momento in cui scrivo, dalle home di tre giornali differenti.

LaRepubblica.it: Obama: “via dall’Iraq ma non è una vittoria”. La seconda notizia riguarda il processo lungo, per allungare le cause del Premier e farle così cadere in prescrizione.

IlCorriere.it apre con Obama, passa la parola al Premier “adesso basta con attacchi a Fini” e poi si lancia nella fuffa dei gatti lanciati e delle gare di tango.

IlGiornale.it dedica la sua homepage a Obama, poco sotto fotone del Gauccione che dice “Basta bugie ora querelo Elisabetta” (Tullani) e poco a destra “La campagna: Raccolta firme per dire Via Fini” con tanto di modulo da scaricare.

Nessuno che parla di Dell’Utri contestato pesantemente a Como alla presentazione del suo nuovo libro, i ricatti politici di Gheddafi (5 miliardi per fermare l’immigrazione), il “comportamento grave e colposo” della giunta Moratti citando il Gip di Milano nell’archiviazione del processo per le consulenze d’oro.
E facendo mente locale, fa un po’ specie notare come la questione Montecarlo sia scoppiata in concomitanza con la rottura di Fini, martellando strenuamente sulla poca limpidezza del leader. Non mi interessa commentare la notizia, che onestamente mi sembra un pretesto per screditare il leader ex AN e per dare a Feltri qualcuno su cui smitragliare quotidianamente (dopo quelle a Di Pietro, che gli hanno fruttato ben 35 querele, a Boffo, a Gherardo Colombo).
A questo scenario, si ricollegano bene o male tutti i telegiornali di riferimento e i programmi di approfondimento. Il tg1 di Minzolini, che tra la lettera della Busi e prese in giro su internet ormai è diventato una macchietta; Studio Aperto, che lo è sempre stata una macchietta; Matrix che saluta Mentana in favore del telegenico Vinci e tappa la bocca a Gianna Nannini sulla questione L’Aquila; il tg5 e rai due che si mantengono in quel limbo più o meno neutrale di cronaca e cani abbandonati. Non mi sorprende quindi il 7,8 % di share (77% in più di telespettatori rispetto l’anno scorso) fatto da Mentana sul tg di La7, con un milione e seicentomila telespettatori strappati ai tg di riferimento di Rai e Mediaset. Che lo spettatore medio si sia stufato dei metodi per combattere il caldo? Dell’appartamento a Montecarlo di Fini? Dell’informazione dirottata o addormentata secondo le necessità politiche del caso? Aspettando la nuova stagione invernale con qualche speranza democratica in più, a voi studio.

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Meridiano Zero – Brancher, Sindacati, Lippi….

Ho abbastanza le palle girate. Di motivi ne ho a dozzine.

Brancher, grandissimo, voto 9. Non si sa con quale mezzo – un vitello grasso? Una figlia vergine? Oro, incenso e mirra? – convince Berlusconi a farsi nominare Ministro per l’attuazione del Federalismo; nomina per scampare alla falce dei giudici (COMUNISTI!) che lo vorrebbero inquisito nel processo Bpi. Nomina che, da una parte spacca il fronte con la Lega (oliata bene bene con la storia del Federalismo e poi data in mano ad un fedelissimo che con la Lega, il federalismo e la Padania non c’entra nulla. Fa molto fisting questa cosa), dall’altra fa schierare Napolitano (attenzione!!) che nega il legittimo impedimento al neoministro. Il risultato è fantastico: Brancher si dimette, Berlusconi nomina un leghista e si spera che qualcuno capisca che la sua priorità non è l’Italia ma gli amichetti suoi. Nota a margine: ministro per l’attuazione del Federalismo. Fantastico. Mi immagino le prossime nomine; ministro per il riciclaggio, ministro per l’amore, ministro per le buche nelle città, ministro per capire se le Rossana si chiamano così perché la padrona dell’azienda si chiama Rossana e via così.

Sindacati, voto 4. Ma qualcuno, là fuori che lavori, ne avverte la presenza? Un milione in piazza, scioperi, contro scioperi e scioperetti ma sono tanto lontani quanto lo è il mondo della politica. Da noi. Perché poi in realtà sono talmente vicini che per tanti (vedi Cofferati) saltare di qua è un attimo. Ma non dovrebbero essere ipoteticamente avversari?

Lippi, voto 10+. Riassume, in pieno, l’essenza italica. Più che “l’Italia di oggi rispecchia il calcio italiano” (cit. Buffon), sarebbe corretto dire “che Lippi rispecchia l’Italia”. Fa come pare a lui, facendoci passare tutti quanti per cretini con frasi sibilline tipo “questo gruppo sa come si vince il Mondiale”, “in un Mondiale conta il gruppo”, “prediligo il gruppo al singolo” e via discorrendo. Si fa asfaltare dal Brasile l’anno scorso e fa passare il Brasile per cretino “eh eh, vedremo tra un anno”.Quindi convoca la Juventus, in blocco, provando a far passare Ferrara prima e Zaccheroni poi per cretini (della serie: convoco mezza Juventus, così gli faccio vedere come si vince), mezza Italia per cretina (dai, sul serio, Maggio? E Pepe è meglio di Cassano?), riesce ad ottenere il peggior risultato di sempre di una Nazionale e poi se ne esce con “Ok, mi assumo tutta la responsabilità di quello che è successo”. GRANDIOSO! Solo a me ricorda Tanzi? Ok, mi è andata male, colpa mia. I soldi? No, i soldi non ci sono. Ma è colpa mia eh. O Craxi? Sì, in effetti rubavamo a piene mani, colpa nostra, scusate. Vado a Tripoli, colpa mia, colpa mia. Ora, pur apprezzando il suo sforzo, mi sarei aspettato qualcosina di meglio di un’ammissione di responsabilità, condividendola poi con il suo gruppo, fatto passare per psicologicamente instabile. Tutto facile così. Troppo.

Forza Ghana.

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Meridiano Zero – Facce da culo

Diciamo che tu diventi premier di un paese industrializzato, di quelli di prima fascia. Proclami, feste, sorrisi, foto, coriandoli eccetera eccetera. Poi c’è la crisi, c’è bisogno di tirare la cinghia e fai una manovra finanziaria molto impopolare, tra l’altro fortemente attaccata da una parte della stampa locale (ma comunque necessaria) ridistribuendo pressione fiscale e cotillon assortiti in maniera opinabile. Successivamente rimani invischiato in uno scandalo sulla corruzione e fai la figura del cretino ad una cerimonia ufficiale.
Oppure possiamo dire che non tu, ma tua moglie, si diverte con il ragazzo (maggiorenne) che pulisce la piscina.
Anzi no. Diciamo che tu hai vinto le elezioni e il tuo partito è anche il più votato. Ma non hai i numeri per governare e devi formare una coalizione con partiti che non la pensano sempre esattamente come te.
Ti beccano con le escort.
Vieni trombato in sede europea.
Vai in Afghanistan e ricevi critiche, non solo dall’opposizione ma anche dalla coalizione di governo.
Hai un crollo nella popolarità.

Diciamo che tu, contrariamente a quello che potresti pensare, non sei Berlusconi, ma Yukio Hatoyama e tutta una serie di premier che negli ultimi anni hanno fatto la stessa fine del nipponico. Dimessi. Ho esteso la lista a premier di mezzo mondo, dall’India, alla Repubblica Ceca, alla Croazia, proprio per cercare di dare uno spessore globale a quella cosa che in Italia abbonda e non riusciamo proprio ad esportare: la faccia da culo. Quelli sopraccitati sono i motivi che li hanno portati alle dimissioni, tutti (e dico tutti, nessuno escluso) in comune con il nostro presidentissimo. Non è stupefacente? Ora, io non chiedo la solerzia del Sol Levante, dove ti dimetti se i tuoi treni arrivano in ritardo, ma comunque è evidente che i nostri parlamentari&funzionari mancano di quella dote in cui dovrebbero eccellere, l’onorabilità. Se un Presidente del Consiglio irrompe in un dibattito (dove era rappresentato dal suo ministro del tesoro, non l’ultimo pirletti che passava di là), se un ministro usa una casa non sua, la cui proprietà non è nota, chi paga l’affitto non è noto (e si dimette solo perché costretto), e lo stesso fa il capo del Dipartimento di Protezione Civile mentre sua moglie ristruttura giardinetti di impresari collusi un po’ ovunque, si potrebbe avere l’ardire di pensare che c’è qualcosa che non va. La conferma la si dovrebbe ottenere dalla querela perpetrata da quel capo del Dipartimento di Protezione Civile nei confronti di Marco Travaglio e l’Antefatto per aver dipinto la questione a tinte troppo forti. Senza contare che le tinte usate erano virgolettati del Gup che si sta occupando delle indagini. E noi? Zitti. Fermi. Schiacciati sotto i servizi sui cani abbandonati, il caldo record (ma non pioveva fino a ieri?), le letterine, le pupe e i secchioni, Mastella all’Isola dei Famosi, i dati inventati di sana pianta, i giudizi sommari, le gogne mediatiche.