Sabato e domenica prossima, in un tabellone nord vs sud, si sfideranno per accedere alla finalissima dei mondiali Galles – Francia da una parte e Australia – Nuova Zelanda dall’altra.

Sabato e domenica prossima, in un tabellone nord vs sud, si sfideranno per accedere alla finalissima dei mondiali Galles – Francia da una parte e Australia – Nuova Zelanda dall’altra.
Il rugby non è impossibile da capire.
Ci sono 15 giocatori per squadra, 2 linee di meta, l’obiettivo è quello di arrivare oltre quella linea e schiacciare in terra la palla. Ovviamente la squadra avversaria sarà lì per impedirtelo. Niente cazzotti, schiaffi, calci. O almeno non sotto gli occhi dell’arbitro. Il giocatore che ha la palla si ferma afferrandolo dalle spalle in giù, strattonandolo, facendolo rotolare, facendolo cadere e quello si chiama placcaggio. Ovviamente la palla si può passare, ma solo all’indietro. E questo lo diciamo per dovere di completezza, perché credo sia l’unica cosa che sanno tutti sul rugby.
Si scende con 15 giocatori in campo, dicevo. Dal numero 1 all’8 (i numeri sono legati al ruolo, non sono personali come nel calcio) sono per il pacchetto di mischia, 9 e 10 per mediano di mischia (il geometra, quello che decide cosa fare con la palla in ogni situazione) e mediano d’apertura (il fantasista, quello che decide cosa fare con la palla in attacco), dall’11 al 15 per i trequarti, quelli che corrono.
Le situazioni di gioco, tutto sommato, le possiamo dividere in 3 parti: il placcaggio. Il giocatore, palla in mano, viene atterrato da un giocatore avversario. In questa situazione la palla deve essere sempre immediatamente disponibile per essere giocata, quindi chi aveva la palla la deve lasciare e chi ha placcato deve liberare dalla presa il giocatore per permettergli di metterla a disposizione, altrimenti è fallo. Sopra ai due giocatori atterrati, si forma una lotta tra le due squadre per guadagnare il possesso del pallone, fermo a terra. Questa si chiama ruck. Nelle ruck è vietato entrare lateralmente (fuorigioco), ma bisogona passare dai piedi dell’ultimo giocatore (vedi immagine a lato). Il resto della squadra che difende si schiera in linea a formare un muro difensivo.
Il calcio. Si può calciare nel rugby, non è una bestemmia. Il fatto però che la palla abbia quella forma dannatamente irregolare, rende il calcio un terno al lotto, una di quelle cose da fare solo se sai bene cosa stai facendo. Esistono vari tipi di calci. Il primo è il calcio drop, ovvero il calcio fatto di controbalzo tra i pali. Se riesce sono 3 punti. Poi c’è il calcio up&under, ovvero il calcio a campanile. Non necessita di rimbalzo e può essere afferrato da tutti i giocatori in difesa e dai giocatori in attacco (ovvero dalla squadra che ha calciato) che partono da dietro il calciatore (altrimenti è fuorigioco). Si può calciare anche in rimessa laterale, ed è un ottimo modo per alleggerire la pressione della squadra avversaria. Se il calcio avviene all’interno della linea dei 22 metri si riparte con una touche da dove è uscito. Se il calcio avviene all’esterno della linea dei 22 metri si riparte con una touche da dove è uscito solo se è prima rimbalzato per terra all’interno del campo di gioco, altrimenti, se questo non dovesse avvenire, si riparte con una touche da dove è avvenuto il calcio (e questo è molto male).
L’attacco. L’attacco sfocia in due vie. La prima è quella della forza bruta. Il mediano di mischia raccoglie la palla dalla ruck e la gioca con gli avanti, gli omaccioni dal numero 1 all’8. Questi, a testa bassa, avanzano (o almeno ci provano) centimetro dopo centimetro, metro dopo metro, in una sfida eterna con gli avanti della squadra avversaria. Oppure il mediano di mischia la raccoglie, la passa all’apertura che, tramite geometriche linee di corsa con i suoi compagni, cerca di trovare il pertugio giusto per il passaggio al trequarti libero di correre veloce come un fulmine verso l’area di meta.