[stextbox id=”custom” big=”true”]Una nuova autrice su Camminando Scalzi.
Vi presentiamo oggi Serena, alla sua prima collaborazione con la blogzine, ecco come si presenta ai lettori di Camminando Scalzi.
Ho 20 anni, studio Scienze Umanistiche per la Comunicazione a Firenze; sono una ragazza semplice, solare, socievole..in poche parole acqua e sapone. Mi definisco anche testarda, cercando così di raggiungere sempre gli obiettivi che mi sono prefissata. Mi piace viaggiare e ho una passione sfrenata per gli animali. Amo stare in compagnia degli amici di sempre e fare lunghe passeggiate con mia sorella in riva al mare. La frase che mi rappresenta è: “Vivi e lascia vivere” [/stextbox]
Viaggiare è bello, entusiasmante, sa rendere una persona autonoma. Viaggiare significa imparare a conoscere posti, culture e persone di tutto il mondo. Ogni paese ha qualcosa da proporci e non c’è cosa più frizzante che prenotare un biglietto aereo e visitare quei luoghi che tanto ci incuriosiscono.
Chi ha avuto la possibilità di visitare terre diverse tra loro, ognuna con la propria cultura, con modi di fare e di essere diversi dal nostro, sarà rimasto in qualche modo affascinato; ma una cosa che notiamo spesso è quella di accorgersi che nessuno mai riuscirà a farci innamorare di una terra lontana da casa nostra, perché è cosa naturale sentire il richiamo e il bisogno della nostra patria.
Tutti da piccoli sogniamo di visitare quel luogo che tanto ci ispira. Sogniamo a occhi aperti e guardiamo e riguardiamo quel mappamondo che sempre più ci invoglia a comprare quel biglietto aereo. Ci innamoriamo del viaggio e vorremo subito partire all’avventura con quella voglia di scoprire quei posti fatti di storia e abitati da altre persone, cittadini del mondo.
New York, Parigi, Sharm El Sheik, paesi diversi tra loro, visitati da milioni di persone all’anno. America, Europa e Africa, i loro continenti, così distanti ma così vicini quando parliamo di uomini, bambini e anziani. Gente ricca e gente povera, una statua della libertà e un deserto da scoprire. Palazzi alti, grigi e tanti negozi con tanta gente dentro pronta a spendere per portare a casa tanti piccoli souvenir come ricordo. Dall’altra parte, bambini che giocano con pezzetti di legno davanti alle loro capanne in mezzo al deserto.
Sono anche queste le cose che fanno crescere una persona. Viaggiando ci possiamo rendere conto di come il mondo cambi a seconda di dove ci troviamo, ma è anche vero che non importa il luogo in cui ti trovi, ma la persona che ti è accanto.
Il turista vuole capire fino in fondo se quel posto che ha visto magari in televisione o su qualsiasi giornale esiste realmente e vederlo con i propri occhi per poi poterlo raccontare. Siamo frettolosi, vogliamo vedere tutto e subito, scattare qualche fotografia e incollarla lì, nell’ album fotografico, insieme alle altre fotografie di altri viaggi, facendo così di esso uno dei ricordi più piacevoli della nostra vita.
Il turista invece dovrebbe soffermarsi molto di più su un posto e cercare di capire il perché esiste quel monumento così tanto visitato e famoso, conoscere la storia e dopodiché sentirsi soddisfatto, non solo dei bei giorni passati in quell’albergo così lussuoso con piscina e centro benessere, ma bensì di essersi sentito parte di quel posto tanto lontano dalle loro case.
Viaggiare è anche partire senza meta e capitare in qualsiasi posto del mondo e provare a entrare in sintonia con i popoli, tenendo conto che tutti hanno la capacità di coinvolgersi nella vita altrui, perché effettivamente, se vogliamo, possiamo.
Dovremmo imparare a mettersi nei così detti “panni” degli altri, magari di quei bambini africani che ogni giorno, per un po’ di acqua, fanno chilometri su chilometri per raggiungere un pozzo; ma ai ragazzi di oggi farebbe fatica, perché siamo abituati ad avere tutto e subito senza un minimo di riconoscenza. Forse un viaggio non basterebbe.
Viaggiamo, perché dobbiamo imparare ciò che la vita ci offre, dobbiamo conoscere popoli, culture, religioni e lingue diverse, visitando sia l’Oriente che l’Occidente perché entrambi ci sapranno offrire quel qualcosa in più che oggi non abbiamo.
“Non ama il proprio paese chi non l’ha abbandonato almeno una volta e credendo fosse per sempre”.
Questa frase va tenuta in considerazione perché chi nella vita ha viaggiato si sarà reso conto che tornare a casa è sempre bello, e sa che nessun paese, anche se più ricco del suo, gli offrirebbe più serenità e felicità.
Viaggiate ragazzi, e imparate dagli altri, ma amate anche la vostra Italia, terra così bella e così ricca di storia.
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