Nonostante Giovanardi, il Canapisa si farà…

Il Canapisa è una nota manifestazione anti-proibizionista che da 11 anni raccoglie centinaia di persone fra le strade del centro pisano in una colorata street parade di cittadini comuni che si battono “contro i danni del proibizionismo, una pratica barbara che, in nome di un moralismo di facciata, incarcera milioni di persone, finanzia le narcomafie, scatena guerre e massimizza i danni legati al consumo di sostanze, che girano indisturbate grazie al mercato neoliberista senza regole in cui lo stesso proibizionismo le ha relegate: il mercato nero”. Questo è ciò che si legge sul sito dell’Osservatorio Antipro Canapisa.

Ma quest’anno la manifestazione ha rischiato di essere annullata a causa delle pressioni scaturite dall’intervento del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, che in una lettera a Sindaco, Questore e Prefetto di Pisa, scrive: “Tra Toscana e Liguria ci sono stati tragici eventi, collegati con l’uso di droghe, che hanno visto la morte di giovani frequentatori di rave party e l’aggressione a due carabinieri. Il 28 maggio a Pisa, autorizzata dal Comune, si svolgerà la manifestazione denominata “Canapisa” incentrata sul consumo e la propaganda della cannabis. La manifestazione è promossa da organizzazioni antiproibizioniste e centri sociali, in particolare dall’Osservatorio Antipro, che sta pubblicizzando l’evento sul proprio sito web con lo slogan: Liberi di dissentire, liberi di manifestare… liberi dal proibizionismo, sostenendo addirittura che il divieto di usare sostanze psicoattive lede prima di tutto il diritto di ogni persona all’autodeterminazione. In particolare mi è stato segnalato che in tale iniziativa, giunta all’XI edizione, si istigherebbe all’uso e allo spaccio di droghe”.

Una dichiarazione che ha mandato le istituzioni nel panico, tanto da mettere in dubbio lo svolgimento della manifestazione sino a giovedì sera, ad appena due giorni dalla data del corteo.

La questione ha destato non poco scalpore in città, perché aldilà della personale opinione che ciascuno ha diritto di avere su questo tema, la scelta di vietare la sfilata è parsa quanto meno insensata, soprattutto considerando che, giunto al suo undicesimo anno, il Canapisa non ha mai creato alcun problema sanitario o di ordine pubblico in città.

Ma qual è il motivo che ha spinto il sottosegretario Giovanardi ad accanirsi così testardamente contro un appuntamento di questo genere, oltre a essere il firmatario dell’attuale legge sulle droghe assieme a Fini e a essere notevolmente disinformato sulle differenze che intercorrono tra la cannabis e le droghe più pesanti?

Gli basterebbe tenere conto del fatto che in Toscana, a livello regionale, è stato addirittura aperto un dibattito politico sulle prospettive di utilizzo di farmaci e preparazioni galeniche a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche. Sulla questione il sottosegretario Giovanardi dovrebbe leggere le dichiarazioni della dottoressa Ellena Pioli del Servizio delle Tossicodipendenze di Lucca, pubblicate sul quotidiano Pisa Notizie il 13 maggio. Nel tentativo di sfatare alcuni dei pregiudizi riguardanti la tematica la dottoressa spiega come “molti studi evidenzino che la pericolosità della cannabis è nettamente inferiore se paragonata a quella di altre droghe, sia illegali, come la cocaina o l’eroina, sia legali, come l’alcool”, mentre numerose altre ricerche smentiscono il “mito secondo il quale la cannabis sarebbe una sorta di sostanza cancello, il cui consumo porta necessariamente anche all’utilizzo di altre droghe più pesanti”.

A riprova di quest’ultima argomentazione basti considerare l’esempio dell’Olanda, dove il consumo di cannabis è concesso dalla legge, e dove il numero di decessi per droga è inferiore a quello dell’Italia. Una ricerca della European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction mostra, ad esempio, che dal 2000 al 2008 nel nostro Paese ci sono stati 5.791 morti per overdose (643,44 all’anno), contro i 1.071 dell’Olanda (119 all’anno). Un dato che va ovviamente rapportato agli indici di mortalità e al numero di abitanti di ciascuna nazione (circa 60 milioni di Italiani con 16 milioni 500 mila Olandesi) ma che comunque attesta all’Italia un 60% in più di decessi rispetto all’Olanda (ogni 5 morti per overdose Olandesi ce ne sono 8 Italiani), come si legge anche nel sito del Coordinamento degli operatori dei servizi a bassa soglia del Piemonte.

Dulcis in fundo, il proibizionismo, che non ha mai rappresentato un deterrente al consumo, annovera fra le sue varie controindicazioni quella di incrementare notevolmente il numero di detenuti nelle carceri. A tal proposito è interessante notare come, in Olanda, la riduzione dei tassi di criminalità abbia portato il ministero della Giustizia a chiudere ben 8 penitenziari, con un risparmio di quasi 160 milioni di euro annuali e un incasso circa 30 milioni ricavati dall’affitto delle prigioni vuote ai centinaia di detenuti provenienti dal vicino Belgio, dove invece il numero dei penitenziari è insufficiente.
Che sia un risultato anche dovuto al diverso approccio su questa controversa tematica?

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