“Panariello non esiste” – Teatro Arcimboldi di Milano

[stextbox id=”custom” big=”true”]Un nuovo autore su Camminando Scalzi.it

Vi presentiamo Alan Valenza , 27 anni da Milano. Appassionato di sport, in particolare calcio e tennis, ama leggere libri gialli e da 10 anni scrive. Ha iniziato col giornale della scuola pe rpoi proseguire con giornali a tiratura provinciale e regionale. Ha inoltre avuto un’esperienza in tv e una in radio come opinioniosta.[/stextbox]

Giorgio Panariello è tornato. Dopo un’assenza di 3 anni dai teatri italiani torna con uno spettacolo tutto nuovo.  Uno spettacolo dal titolo un po’ particolare, che viene spiegato da Panariello nel primo monologo e che, nonostante sia un comico, fa capire come sia anche un artista che negli spettacoli mette quel poco di malinconia che contraddistingue tutti i grandi comici.

Lo spettacolo è composto da un mix di monologhi sull’attualità (in questo momento non si può tralasciare la politica), e riproposizioni di vecchi personaggi che il pubblico conosce già. Si parte da Merigo, l’uomo sempre ubriaco che perde il suo amato vino; si passa dal dj della discoteca Kiticaca di Orbetello; si arriva al vecchio sempre più solo che ripensa alla vita che sta passando e, con la giusta dose d’ironia, fa capire alla propria famiglia che lui è stato qualcuno nonostante ora sia vecchio.

Il più di questo spettacolo è di sicuro l’orchestra live presente sul palco che compare per la prima volta dopo dieci anni, quando sul palco c’era la Band di Paolo Belli. Con loro, Panariello può rivivere il suo Renato Zero, può cantare canzoni proprie che il grande pubblico non conosce.

Di sicuro possiamo dire che Panariello è tornato senza deludere le aspettative. Le battute sono tutte nuove. Non ha riciclato niente ed è forse per questo che ci ha messo un po’ per tornare nei teatri. Il tour proseguirà in tutta Italia.

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Alan Valenza

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Una giornata particolare

È il titolo del film di Ettore Scola del 1977, interpretato da Mastroianni e la Loren. Il film racconta l’incontro tra due persone che vivono in mondi diversi.
È una narrazione intima, un incontro umano e sociale, due umanità che vivono ciascuna la propria  quotidianità, conosciuta dall’altro in maniera superficiale e sommaria. Per ognuno, l’altro ha una vita di cui non conosce i risvolti, né gli effetti che essa ha potuto provocare nel corso del tempo su ciascuno, né quello che è lo scontro con l’esterno per ognuno dei due protagonisti. Lei non sa i disagi, né le difficoltà , e non capisce perché lui possa essere così dissacrante, così cinico e non avere più la voglia di stupirsi. Lui non ne comprende il candore, né coglie, fino in fondo, perché lei abbia ancora, sebbene con una vita difficile, la capacità di provare emozioni anche per piccole cose.

Ho ricordato questo film non per l’argomento che tratta in sé, ma per la descrizione che dà di realtà diverse che s’incontrano, e come può viverla ciascuno. Mi è capitato recentemente di vivere una giornata particolare e un’esperienza analoga, ossia entrare in un mondo a me semisconosciuto. Vivere la giornata di un tutore delle forze dell’ordine, durante la quale coordinava una di quelle azioni che si leggono sui giornali, che molti applaudono, ma che per altri possono essere anche ignorate e, come diceva Saviano a “Vieni via con me“, avallano poi il proliferare delle associazioni malavitose, diventando correi. L’azione non era forse delle più eclatanti in quel momento, anche se importante perché prodromo di altre, infatti erano coinvolte più Procure. Era un’azione che tutelava il nostro ordine pubblico e le nostre Istituzioni. La sensazioni che può  ricevere chi è lontano da questo mondo, vivendo un’esperienza del genere sono molteplici. Noti una calma apparente in chi opera, si scorge in pieno una tensione sottile, quel coraggio che Falcone chiamava “la consapevolezza della paura“, e il doverci convivere. Vedi che tutto ciò, alla fine, cambia la persona che ha questi compiti, la rende più cinica, sarcastica, perché tutrice di un sistema che li rifiuta, sebbene ne facciano parte integrante; e perché vivere esperienze forti sicuramente ti rende più distante, purtroppo anche nella propria quotidianità. Tutto ciò perché l’etica è crollata, quindi queste persone rappresentano uno Stato che non c’è o che svilisce continuamente la loro opera. Vivono un forte disagio. Basti pensare a quei carabinieri che erano stanchi di fare la scorta a delle escort, o alle dichiarazioni del ministro Matteoli a Genova nei confronti della Guardia di Finanza, che aveva sequestrato gli yatches di alcuni intoccabili come Briatore, perché evasori, facendo entrare nel pubblico Erario una considerevole somma. Vivere una  quotidianità che ti fa stare a contatto con quelle realtà che devi combattere, dove regnano sovrane la ferocia, l’omertà e le connivenze, il malaffare, credo ti faccia cambiarem rendendoti più duro e inflessibile. Avere avuto un’esperienza del genere mi ha arricchita. Come cittadina e come persona, capire i disagi di una categoria che forse ai più è lontana, mi è servito molto. Sono sempre più convinta che dobbiamo avere una maggiore presa di coscienza di quanto è avvenuto e avviene intorno a noi. In questi ultimi anni,  il Governo ha svilito e svilisce le Istituzioni che rappresenta, ha usato il potere, invece di esercitarlo.

È necessario cercare di avere una visione complessiva anche di ciò che ci può sembrare normale, perché non viviamo in un Paese normale.

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Il caso Briatore e la crisi politica della F1 – Seconda ed ultima parte.

Nella prima parte abbiamo affrontato il caso Briatore e analizzato come sia stato fatto fuori senza sconti da Max Mosley. Al momento non ci sono evoluzioni significative sulla vicenda; Briatore sta studiando l’appello con uno stuolo di avvocati e si gode le vacanze forzate sul suo yacht. S’ipotizza anche che stia preparando una Formula Uno alternativa, ma questa notizia va presa come una voce di corridoio.  Lo scandalo del Crashgate tuttavia continua ad avere ripercussioni nel mondo della F1: la maggioranza dei piloti si è schierata contro Piquet, principalmente perché reo confesso con notevole ritardo rispetto all’accaduto. Ma non solo. E’ chiaro come una gara falsata da un tale evento sia stata determinante ai fini della classifica finale del 2008; ricordiamo che Hamilton la spuntò per un punto su Massa. E’ proprio quest’ultimo a recriminare di più, queste le sue recenti dichiarazioni:

“La Renault ha commesso un furto, ma la Fia non ha cambiato il risultato della corsa. A mio avviso dovrebbe invece farlo e io ho perso il Campionato del Mondo per un punto. In quella gara un pilota ha vinto per un furto. Alla Juve è stato revocato lo scudetto ed è stata retrocessa in B. La Formula 1 dovrebbe seguire l’esempio del calcio quando viene scoperta una frode. L’atteggiamento di Nelsinho Piquet è stato molto brutto e ha denunciato il fatto solo dopo un anno. Da pilota non accetterei mai la proposta di provocare un incidente per avere rinnovato il contratto. Ammettere l’errore è stato bello, però non doveva attendere tanto tempo”.

via | gazzetta.it

Ci si interroga sul come mai quella gara sia ancora considerata valida per la classifica e non si metta in discussione tutto.  La risposta è: dimenticare più in fretta possibile. Una eventuale ri-discussione del campionato del mondo 2008 solleverebbe un nuovo vespaio polemiche e il pubblico, francamente, è interessato solo a notizie agonistiche.  Ma diciamoci la verità: secondo voi che figura ci farebbe la F1 destituire Hamilton campione dopo un anno per colpe non sue?

Ecclestone non sarebbe per niente d’accordo, anche perchè Hamilton è un suo pupillo. Vi domanderete perché Ecclestone c’entra sempre in qualsiasi decisione importante della F1. Vi invito a leggere un estratto da wikipedia.

“Nel 1995 la FIA concede i diritti commerciali a Formula One Management (di Ecclestone, n.d.r.) per un periodo di 15 anni, a fronte di un pagamento annuale, e, a maggior conferma di tale scelta, ill 28 giugno del 2001 sempre la stessa FOM, dietro anticipo di una cospicua somma, si vede assegnare dalla FIA i diritti sulla Formula 1 fino al 2110, ovvero per più di un secolo. Come parte di questi accordi i maggiori team avrebbero dovuto ricevere una partecipazione azionaria nel gruppo, ma questo non è mai avvenuto, così come non si è mai materializzata la quotazione in Borsa auspicata. Al momento attuale gli aspetti commerciali della Formula 1 sono controllati dalla società SLEC Holdings basata a Jersey, che a cascata controlla le altre società fino a Formula One Management, la società operativa. Di SLEC (acronimo di Slavica Ecclestone, moglie di Bernie) la famiglia Ecclestone possiede il 25% attraverso la società Bambino Holdings, mentre il 75% delle quote è nelle mani di tre banche (Bayerische Landesbank, Lehman Brothers e J.P. Morgan Chase, unite nella società Speed Investments) che sono state ottenute nel 2002 dopo il fallimento del gruppo multimediale di Leo Kirch, che aveva investito anche nella Formula 1. Ciò nonostante, grazie a una rete di patti tra soci, al sistema delle scatole cinesi e a contestate nomine di consiglieri d’amministrazione, Ecclestone ha praticamente il pieno controllo del gruppo di società.”

via | wikipedia.it

Avete capito bene? Ci sono colossi bancari dietro le spalle della F1, immaginate che business. Le squadre di F1 che sono le vere protagoniste di questo sport, che ci mettono i soldi anche quando le cose vanno male, sono estromesse dalla gestione dei diritti economici.

“Contro questa situazione, che impedirebbe alle banche di capitalizzare adeguatamente l’investimento da cui desiderano uscire, sono in corso battaglie giudiziare che hanno avuto il primo verdetto il 6 dicembre 2004 quando una corte inglese ha sentenziato in favore delle banche aprendo la strada a una possibile estromissione di Ecclestone dal controllo della Formula 1. Le banche hanno infatti annunciato che in futuro continueranno la via giudiziaria, che però si annuncia estremamente lunga e dal risultato incerto.”

via | wikipedia.it

Riassumo quindi in tre fondamentali punti la crisi della F1:

– mancanza di spettacolo: pochi sorpassi e piste sconosciute

– regolamenti tecnici mutevoli e anacronistici

– crisi economica e instabilità politica

Se c’è gente come Mosley ed Ecclestone che comanda, non c’è speranza. Il primo è stato fatto fuori con lo scandalo sessuale dai team (vedi Briatore) e da qualche capitalista ebreo, al secondo la terra sotto i piedi trema da diverso tempo. Mr Ecclestone ha difeso a più non posso Mr Mosley. Pur di non perdere il suo amico nella gestione di questo sport, Bernie rilasciò tempo fa dichiarazioni mostruose sul nazismo, asserendo che “Hitler ci sapeva fare”. Abominevole, un’offesa anche per i tanti appassionati di F1. Dovrebbe dare una ripassata ai libri di storia il signor Bernie, visto che ha smesso a 16 anni di studiare per cominiciare a fare il meccanico… noi comuni mortali sgobbiamo sui libri o sul lavoro, facciamo i salti mortali per sbarcare il lunario e certamente non ci sognamo di essere apologetici del nazismo, ma Bernie grazie al suo giocattolo  si ritrova ora con un patrimonio stimato (con molta approssimazione)… di oltre 2 miliardi di euro!  Oltrettuto deve pur difendere i quattrini, che sarà mai strizzare l’occhio ad Hitler

Mi raccomando, domani c’è il gran premio del Giappone alle sette del mattino. Tutti a regolare le vostre sveglie.
Ci conto…

Il caso Briatore e la crisi politica della F1 – Prima parte.

“Briatore radiato dalla F.1 Renault sospesa, ma corre. È arrivata la sentenza della Fia sulla vicenda del falso incidente di Piquet jr al GP di Singapore 2008: il manager italiano estromesso da ogni attività, il team squalificato per 2 anni (ma con la condizionale). Mosley: “Briatore? Triste fine di una carriera”
via | Gazzetta.it

Flavio Briatore, un pezzo di storia dell’automobilismo, cancellato da una sentenza. Lui ha preannunciato una dura battaglia legale. Io mi guardo bene dal difenderlo, avendo commesso un grave illecito sportivo: ha indotto Piquet, il secondo pilota, ad andare a sbattere per rallentare la corsa,per favorire la vittoria di Alonso. Un bel imbroglio ma non l’unico nella vita di Briatore; leggo la sua biografia su Wikipedia ed assisto alla scalata finanziaria di un geometra (geometra, già).

[…]lavora come istruttore di sci e gestore di ristoranti. Arriva ad aprirne uno suo, iniziando di fatto la sua carriera imprenditoriale…[…[…]… ma il ristorante dovette chiudere per eccesso di debiti…[…]… collabora con un finanziere locale e costruttore edile, Attilio Dutto, che aveva rilevato la Paramatti Vernici,  […] Il 21 marzo del 1979, Attilio Dutto venne assassinato a Cuneo con una bomba collegata all’accensione della sua auto (l’omicidio fece un grosso scalpore nella tranquilla cittadina piemontese); la verità sul caso non fu mai accertata. Questo è l’atto ufficiale che segna l’ascesa di Flavio Briatore che di fatto mette in opera tutto quello che aveva imparato dall’amico defunto.Cavalcando l’onda della fortuna, si trasferisce a Milano dove iniziò a frequentare la Borsa. Nel contesto conobbe Achille Caproni (Caproni Aeroplani) e divenne consulente della CGI (Compagnia generale industriale), la sua holding. Poco dopo, la Paramatti, acquistata nel frattempo da Caproni sotto consiglio dello stesso Briatore, ebbe un “crac” ed il pacchetto azionario dell’impresa fu venduto alla statale Efim. Diverse società del gruppo fallirono, gli operai finirono in cassa integrazione e banche e creditori rimasero con un buco di 14 miliardi di lire. Briatore fu in seguito condannato in primo grado ad 1 anno e 6 mesi a Bergamo[1] e a 3 anni a Milano. Fu accusato infatti di essere a capo di quello che i giudici chiamarono il gruppo di Milano che aveva il delicato compito di agganciare clienti di fascia alta e di truffarli. L’attività si interruppe con una retata, una serie di arresti, un’inchiesta giudiziaria ed un paio di processi che coinvolsero tra gli altri l’amico Emilio Fede, assolto per insufficienza di prove…[…]…Briatore non fece un solo giorno di carcere poiché si rifugiò per tempo a Saint Thomas, nelle Isole Vergini, per poi tornare in Italia dopo un’amnistia
via  | Wikipedia.it

Uhm, allora cosa ne pensate? Una persona onesta già di suo… ma povero Briatore, bisogna dargli atto di aver lanciato una leggenda dello sport come Michael Schumacher ed un altro campione come Fernando Alonso, due piloti straordinari. E vi sembra giusto cancellarlo così, con una “spallata” della Fia? Per me sì. Ma un po’ di malinconia mi sovviene , unita anche alla rabbia verso chi comanda la f1.

Max Mosley.

Figlio di Sir Oswald Mosley, fondatore e leader della British Union of Fascists, basata su ideologie antisemite e nazi-fasciste.

Lo stesso scoperto in casa sua in un’orgia di tipo sado-masochistico, con alcune prostitute in uniformi naziste ed in divise che ricalcano quelle che indossavano gli internati nei lager.

Aggiungiamoci pure che gli è morto il figlio di overdose di eroina. Poveraccio.

Mosley è stato il responsabile della crisi sportiva e politica della F1. E’ in carica come presidente della Fia dal 1993. Il casino che sta succedendo lo si deve attribuire unicamente a lui. Sono anni in F1 che ci sono cambi di regolamento drastici e anacronistici, che minano la sempre più tenue credibilità di questo sport. Prendo in esame due novità di quest’anno che delinenano un’incoerenza di fondo: l’abolizione totale dei test rientra nella logica del risparmio, per la crisi finanziaria mondiale; tuttavia l’introduzione del costosissimo KERS, un sistema di sovralimentazione del motore nemmeno riproducibile per vetture di serie, aggrava fortemente le voci di spesa per team, tant’è vero che quest’anno solo i top team se ne sono dotati, determinano una disomogeneità tecnica tra le vetture in pista. Si determina una situazione paradossale: si toglie l’allenamento per i piloti e si aggiungono dispositivi fuori logica da ogni di produzione automobilistica.Senza volermi dilungare con altri esempi, vi invito magari ad indicare altre assurdità normative di questo sport nei commenti.I tanti cambiamenti regolamentari che si sono succeduti dovevano favorire soprattutto lo spettacolo…questo resta  il grande “assente” di questo sport. Anche io, parlando di F1 mi rendo conto di non avere argomenti prettamente sportivi di cui parlare, si finisce di parlare di politica, ma chi se ne frega. Sorpassi non ve ne sono, c’è stato il sorpasso mediatico della Motogp sulla F1: con Rossi e Lorenzo il pubblico va in delirio.

Perdonatemi l’excursus polemico dal caso Briatore, sapete cosa ne penso alla fine? Penso sia una pena sproporzionata e basta citare una sentenza anche recente. La McLaren fece molto peggio nel 2007: spionaggio industriale ai danni della Ferrari!!! Ebbe dei vantaggi tecnici non solo per la stagione 2007 (Alonso ed Hamilton in lotta fino all’ultima gara per la vittoria mondiale)  ma anche per la stagione 2008 (Hamilton campione). E’ ancora più grave di quanto commesso da Briatore, che ha commesso un illecito perpretato in una sola gara! La McLaren fu condannata a pagare una mega multa di 100 milioni di dollari e si vide revocati i punti per il campionato costruttori 2007. La sproporzione tra le due pene è evidente, la vendetta è stata servita. Il chiaro disegno politico di eliminazione dei personaggi scomodi (vedi Briatore) è riuscito perfettamente. Le minacce della creazione di una formula alternativa non sono piaciute a Mosley. Girano troppi soldi in questo sport e di conseguenza molti interessi particolari in ballo, ma di questo parlerò specificamente nel prossimo articolo, quando parlerò di Bernie Ecclestone.

Concludo con una curiosità: sapete chi c’era a capo della commissione giudicante della Fia?

Mosley!