Ambiente e ricchezza – Intervista ad Antonio Galdo

Dopo il boom economico degli anni settanta, il consumo ha impennato veementemente rendendo noi consumatori ossessionati, giorno dopo giorno, dall’idea di avere a portata di mano una tessera di plastica rigida che ci può riempire la casa di oggetti, balocchi, cibo… tutto superfluo. Questa vita capitalistica, comoda e monotona ha però celato gli effetti gravosi che ha lo spreco maniacale sulla nostra vita, il quale negli ultimi decenni ha aizzato il fuoco della crisi economica e ambientale.  Sono ancora in pochi a rendere chiara questa gravità. È doveroso, quindi, passare la parola a chi sa cosa comporta avere i frigoriferi stipati di cibo, i bidoni della spazzatura pullulanti di avanzi e la casa piena di oggetti nuovi ma già obsoleti. Antonio Galdo, giornalista e scrittore italiano e progettista del sito www.nonsprecare.it, ha dato risposte abbastanza chiare da capire cosa si può e si deve fare:

Gandhi diceva “nel mondo c’è quanto basta per le necessità dell’uomo, ma non per la sua avidità”. Per troppo tempo abbiamo lasciato che le miniere si svuotassero e le discariche si riempissero, per troppi anni abbiamo deciso che trasgredire i limiti e le regole fosse una moda, per tutta la storia dell’umanità abbiamo dimenticato il vero significato dell’ambiente e l’importanza delle nostre azioni sul mondo. Non pensa che attualmente la nostra società sia animata esclusivamente da desideri materiali, bisogni superflui e capricci infantili che stipano i bidoni della spazzatura?
La Grande Crisi ha fatto suonare la sveglia, per tutti. Non basta consumare sempre di più per essere felici, il PIL non è l’unico parametro per misurare il benessere di un popolo, la ricchezza non si crea distruggendo la natura. Partiamo da qui, per un cambio d’epoca, nella consapevolezza che insieme, e non da soli, usciremo prima e più forti dal tunnel della Grande Crisi.Continua a leggere…

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Tutti pazzi per le offerte

Andare a fare la spesa, per molti consumatori, non è più un momento di tranquillità nel quale ognuno prende la decisione di far entrare in casa cibo salubre, sicuro e qualitativamente ottimo, ma è diventato il momento in cui, sfogliando i depliant delle offerte, più e più clienti seguono le corsie dei prodotti che costano meno per saziare i bisogni di acquistare prodotti scontati e per stipare i carrelli fino all’orlo di baggianate, molte delle quali subiranno un crudo destino: la pattumiera.
C’è chi vede le offerte come qualcosa di positivo, come un salvagente nel bel mezzo di una marea: chi non arriva a fine mese, chi non sa nemmeno se riuscirà ad arrivare alla metà del mese, vive giustamente di questi sconti periodici. Questa è la conseguenza di una povertà collettiva imminente, e se la realtà la osserviamo da qui capiamo che strappare dagli scaffali i prodotti in offerta è indubbiamente l’azione più giusta per chi, purtroppo, ha costantemente il portafoglio leggero. Ma, se la realtà la guardiamo da un punto più ambiguo e pessimista, troviamo nelle offerte qualcosa di inutile, perché è noto a tutti che il calo del prezzo è soltanto una metodologia utile ad attirare più attenzione, a incentivare l’acquisto – ovverosia ampliare il consumo e, purtroppo, lo spreco – e, infine, a convincere la gente che le offerte siano una convenienza eccezionale e imperdibile.

Fino a qualche settimana fa eravamo pazzi per la Levissima e per l’acqua Sant’Anna, ora cambiamo affannosamente corsia per abbracciare decine e decine di bottiglie Norda che, fino a un mese fa, quasi nessuno acquistava. E tra altre settimane lo sconto su quell’acqua poco nota cesserà di esistere per ridare il posto al prezzo base, quello che eravamo abituati a leggere insoddisfatti quando la Norda non era tra i prodotti scontati del depliant. E solo allora torneremo a riempire i carrelli di casse di Levissima e acqua Sant’Anna.

Questo ci dovrebbe fare capire che, forse, molti di noi hanno completamente frainteso l’utilità delle offerte: se troviamo un prodotto a km zero, qualitativamente ottimo, la cui filiera è pienamente certificata e sicura, molti di noi lo lasciano lì, immobile sullo scaffale, perché a fianco ce n’è uno dal sapore simile, magari rivestito da plastica colorata e luccicante, il cui noto marchio e il prezzo scontato lasciano esterrefatti; è nel momento in cui optiamo per un prodotto famoso e in offerta, piuttosto che per uno realmente sano e sicuro, che acquistiamo il marchio e non la mercanzia e che diamo libero sfogo alle esigenze prudenti di vivere di offerte e sconti. Ed è in quel momento che ci limitiamo all’offerta e non alla vera convenienza che, in questo caso, si attiene alla salute.

L’offerta ci plagia, ci sussurra in un canto celestiale il suo nome – che è il prezzo modico – ci incolla lo sguardo su quelle cifre così basse. La finta convinzione che l’offerta sia quel che conta realmente ci fa schiavi del depliant degli sconti imperdibili, dell’ansia, della prudenza, della necessità di acquistare molto ma pagare meno di quanto si dovrebbe pagare. E in pochi credono ci sia un inganno dietro l’offerta. C’è chi dice che gli sconti nascano da una scadenza imminente, c’è chi dice che vengano appioppati a prodotti di bassa qualità; e c’è chi, come me, è convinto che l’offerta non esista, perché nessuno è così benevolo ed eroico da decidere di abbassare il prezzo di un suo prodotto per far pagare meno i clienti. Sono certa che la verità celata sia che il vero prezzo sia l’offerta, mentre le cifre successive alla stagione degli sconti abbiano il compito di gonfiare il guadagno togliendoci furtivamente dalle tasche quanti più soldi riescano. E noi, da bravi polli, ci crediamo, poiché plagiati dal magico effetto seducente delle offerte. Ma questo non significa che le offerte siano sempre sbagliate; dovremmo vederle come un vantaggio nel momento del bisogno, bisognerebbe acquistare i prodotti scontati quando è necessario, non quando è evitabile: cosa importa se il balsamo costa meno, se le patatine e le merendine costano due centesimi in meno di ieri, e se il Dash costa molto meno quando a casa ne ho ancora? Se tutti acquistiamo tutto ininterrottamente nonostante la dispensa sia piena, ci troveremo le discariche piene di rifiuti e una parte del mondo che continua a morire di fame.

Tutti pazzi per le offerte, per i prodotti che, nonostante siano di scarsissima qualità, continuiamo ad abbracciare perché pur di pagare meno siamo disposti ad acquistare una mercanzia qualsiasi. Tutti pazzi per il consumo, per il largo spreco, per le stagioni delle offerte, prima per la Levissima e poi per la Norda. Tutti tristi quando la pizza surgelata non è più in offerta, tutti felici quando i Pavesini costano meno del solito. Nel frattempo nessuno si rende conto che siamo quasi tutti ammattiti a causa delle offerte, e che le discariche traboccano di avanzi.