Corea: Quando la storia minaccia di ripetersi

Esattamente sessant’anni fa, il governo nord coreano, appena nato sotto l’egida sovietica, invadeva proditoriamente la Corea del Sud scatenando quella che gli storici ancora oggi chiamano “La guerra dimenticata”.

Il conflitto che contrappose le due piccole nazioni e che causò quasi tre milioni di morti venne percepito poco e male dall’opinione pubblica europea, ancora sconvolta dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale. La crisi coreana del 1950 fu il primo effettivo banco di prova per la nascente Guerra Fredda, infatti, vide contrapposti da un lato gli Stati Uniti, che appoggiavano la Corea del Sud, e dall’altro il Blocco Sovietico con Cina e Urss dalla parte dei nordcoreani. All’epoca non vi erano interessi economici in gioco, vi era da mantenere un fragile equilibrio tra super potenze ed impedire la deriva della “Marea Rossa”. Anche per questo motivo l’esito del conflitto fu abbastanza scontato lasciando immutati, dopo tre anni di carneficina, confini geografici ed equilibri politici internazionali.

Oggi tra le due coree si torna a sparare ma la situazione geopolitica è radicalmente diversa. I due paesi in questi cinquant’anni hanno preso strade molto diverse.

La Corea del Sud, dopo decenni di instabilità politica e di dittature militari ha trovato, negli anni 80, la strada per lo sviluppo economico, diventando, nel giro di un decennio, un paese altamente industrializzato e con un alto tenore di vita. Al contrario, la Corea del Nord, ha continuato ad essere governata da un regime comunista. Sotto la guida del carismatico Kim-il-sung, il piccolo paese asiatico ha avviato un piano di sviluppo economico totalmente sbilanciato verso l’industria pesante. Questa fase si è dolorosamente arrestata con il crollo dell’Unione Sovietica, lasciando la nazione in condizioni economiche gravissime. Nonostante la vicinanza con la Cina, anch’essa comunista, la Corea del Nord, negli ultimi anni ha inaugurato una politica di isolamento economico e politico che ha aggravato ulteriormente le condizioni della popolazione.

L’attacco all’isola di Yeonpyeong ha interrotto bruscamente oltre cinquant’anni di pace vigile e di rapporti sempre tesi tra le due nazioni. Su quello che è accaduto lungo il confine coreano le opinioni sono, ovviamente discordanti. I sudcoreani sostengono la tesi dell’attacco ingiustificato, i nordcoreani, al contrario, dicono di aver semplicemente risposto al fuoco. L’unica certezza sono i caduti e gli sfollati, prime vittime di una situazione ancora poco chiara.

Se però allarghiamo di poco lo scenario, forse, riusciamo a intuire qualcosa di più.

Nelle cronache economiche di questi ultimi mesi, oltre alla sempre presente crisi globale, ha spesso trovato spazio la “guerra monetaria” tra Cina e USA. Gli Stati Uniti accusano il gigante asiatico di tenere forzatamente sottovalutata la moneta nazionale, il Renmimbi, per mantenere competitive le esportazioni cinesi influenzando così l’intera economia globale. Gli stessi USA sono a loro volta accusati dalla Cina di perseguire una politica volutamente inflazionistica, puntando a svalutare il Dollaro a scapito del debito pubblico. Inoltre, una buona fetta del debito pubblico statunitense è in mano alle banche cinesi che così si trovano nell’invidiabile posizione di poter stringere il cappio attorno all’economia americana a loro piacimento. In quest’ottica, una nuova crisi coreana potrebbe, da un lato portare la guerra sulla porta di casa cinese e rafforzare la leadership USA in Estremo Oriente. Dall’altro lato costringerebbe gli Stati Uniti ad uno sforzo economico militare ulteriore in un grave momento di difficoltà e potrebbe servire al governo Cinese per rafforzare il potere del presidente Kim Jong-Il, eroso dalla gravissima crisi economica che ha colpito la Corea del Nord. Il leader nordcoreano, tra l’altro, ha appena nominato come suo successore il figlio Kim Jong-Un, non particolarmente carismatico e poco apprezzato dal popolo. Un eventuale conflitto potrebbe rafforzare la posizione del futuro presidente. Probabilmente, gli eventi di questi giorni in Corea sono l’ennesima puntata di una nuova Guerra Fredda. Se una volta il nemico era l’Urss, ora è la Cina.

Lo scontro ha perso i connotati ideologici ed è diventato contrasto militare ma soprattutto economico. Le due coree sono solo due pedine nell’immenso scacchiere mondiale.

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Day 15 Mondiali di Calcio: ecco gli ottavi di finale

Ultima giornata dei gironi di qualificazione. Ultime quattro partite prima degli ottavi di finale, ad eliminazione diretta. Nel girone G Brasile e Portogallo danno vita ad una partita scialba, quasi ridicola, che frutta un brutto zero a zero che però qualifica entrambe. A farne le spese è la Costa d’Avorio che batte tre a zero la Corea del Nord (illusa dopo il buon esordio contro il Brasile) ed esce dal mondiale con quattro punti e prestazioni più che dignitose.

Nel girone H si salva la Spagna che batte a fatica il Cile due a uno. Andini sfortunati, condannati da un’uscita scriteriata del portiere Bravo che regala il primo gol a David Villa, prima del raddoppio di Iniesta con contemporanea espulsione (ingiusta) di Estrada. Nella ripresa accorcia Millar, con il Cile che però ha fatto una buonissima impressione. Esce la Svizzera, meritatamente, perché non riesce a battere il modestissimo Honduras dimostrando una pochezza in zona offensiva veramente allucinante. Gli ottavi comunque sono pronti!! Eccoli:

Uruguay-Corea del Sud, Stati Uniti-Ghana, Argentina-Messico, Germania-Inghilterra, Olanda-Slovacchia, Paraguay-Giappone, Brasile-Cile, Spagna-Portogallo

FATE I VOSTRI PRONOSTICI!!!

Day 11 Mondiali di Calcio: la Spagna rischia

Vince due a zero, ma alla Spagna potrebbe non bastare il successo ottenuto contro l’Honduras. Bravissimo David Villa, autore di una doppietta (fallisce però un calcio di rigore) ma visto che nel girone potrebbe poi rivelarsi decisiva era meglio se si fosse svegliato anche Fernando Torres. Il Cile supera la Svizzera per uno a zero (espulso Behrami dopo una sceneggiata di un cileno) grazie ad un bel gol dell’esterno del Cska Mark Gonzalez e gli andini si avvicinano alla qualificazione, ma paradossalmente il compito più facile sarà quello degli elvetici. Perché basterà battere gli honduregni già eliminati con due gol di scarto per avere la certezza del passaggio del turno. La Spagna dal canto suo rischia, perché se non vince e la Svizzera rifila appunto due reti all’Honduras…Villa e compagni saluterebbero il mondiale. Sono comunque tutte ipotesi.

Nell’altro match di giornata il Portogallo sommerge di reti la Corea del Nord e si qualifica agli ottavi. Rimorsi per il pareggio contro la Costa d’Avorio, perché ora i lusitani devono battere il Brasile per arrivare primi. La complicata situazione del girone della Spagna però…porta a pensare che magari arrivare primi potrebbe non essere un grande vantaggio. Ma Portogallo e Brasile non potranno saperlo in quanto giocheranno prima.

Day 5 Mondiali di calcio: che fatica il Brasile!

Arriva l’esordio di un’altra delle favorite: il Brasile di Dunga. Contro la Corea del Nord, che mancava dal mondiale dal 1966 (quando il gol di Pak Doo Ik, insegnante di educazione fisica e non dentista come si diceva, fece piangere gli azzurri) i carioca non esprimono certo un buon calcio, anzi. Gli asiatici appaiono subito ben messi in campo ma di un livello non certamente alto (candidata numero uno all’eliminazione in un girone difficile) eppure tengono in scacco i verdeoro per circa un’ora. Poi un gran gol di Maicon (tiro o cross??) fa passare la paura. Raddoppia Elano, misteriosamente scartato un anno fa dal City di Mancini ma nel finale accorcia meritatamente  Ji Yun Nam con un gran gol. Il Brasile ora è in testa al girone, visto che Costa d’Avorio e Portogallo non si fanno male e ne esce uno scialbo pareggio ad occhiali, con poche emozioni tra cui un palo del sempre più svogliato Cristiano Ronaldo. Africani positivi seppur privi per quasi tutta la partita del superbomber Didier Drogba. L’impressione è che però la storia di questo girone sia davvero tutta da scrivere. La giornata però si era aperta con l’altra sfida del girone dell’Italia, ovvero Slovacchia-Nuova Zelanda. Finisce uno a uno, e le buone notizie per gli azzurri sono tante. Innanzitutto tutti sono appaiati in classifica, con la differenza che però gli azzurri l’impegno più tosto lo hanno già affrontato. Se si aggiunge poi che entrambe le squadre non sono sembrate mai in grado di rappresentare una minaccia per la truppa di Lippi…può andar bene così. Ringraziamo quindi il difensore Reid che pareggia il gol di Vittek e regala il primo punto del mondiale ai kiwi.