Ben ritrovati, cari lettori di Camminando Scalzi! Il primo articolo di scienza della nuova stagione lo vorrei dedicare a un personaggio la cui importanza in moltissimi campi della fisica moderna è pressoché sconosciuta ai più, e perfino negli ambienti accademici il suo nome ha molto meno risalto di quanto ne meriti. Se avete visto il film “The Prestige” o “Coffee and Cigarettes” (nello sketch con Jack e Meg White), sapete di chi sto parlando. No, non è David Bowie…
TELETRASPORTO E CAPPELLI CHE SCOMPAIONO
Nikola Tesla nacque in Croazia nel 1856. Nel 1875 si iscrisse al politecnico di Graz per studiare ingegneria elettrica, ma mollò gli studi al terzo anno, quando lasciò l’Austria. In quel periodo girò un po’ l’europa, dalla Slovenia alla repubblica Ceca, conoscendo altri scienziati del calibro di Ernst Mach. Di salute piuttosto cagionevole, divenne il principale fautore della prima rete telefonica installata a Budapest. Alla fine si stabilì a Parigi, nel 1882, dove lavorò per la Continental Edison Company. Qui iniziarono i suoi primi studi approfonditi riguardo l’argomento principe della ricerca di quel periodo: l’elettromagnetismo. I primi lavori parigini consistevano in miglioramenti apportati ai macchinari e alle idee che venivano da oltreoceano, da Edison stesso. Ma non si dovette aspettare molto perché Tesla iniziasse a sviluppare il primo vero e proprio motore elettrico asincrono della storia e a studiare l’uso di campi magnetici rotanti. Da questi lavori derivarono i primi di numerosi brevetti, che tuttavia lo scienziato dei Balcani non riuscì mai a sfruttare appieno in vita sua, rifuggendo sempre il denaro.
Nel 1884 Tesla arriva in America, alla corte di re Edison, per lavorare sugli inefficienti e costosi generatori a corrente continua (di cui Edison era uno sfegatato fan). L’inventore della lampadina aveva promesso a Tesla una ricompensa di 50.000 dollari (che a quell’epoca potevano considerarsi una somma stratosferica) se fosse riuscito a rendere i generatori produttivi, ma quando Tesla un anno dopo passò a batter cassa, Edison si limitò a fare spallucce. Tesla lasciò immediatamente la compagnia, ed ebbe origine una battaglia tra i due che sfocio poi in una vera e propria “guerra delle correnti” indotta da Edison nei confronti del sistema di distribuzione di energia ideato da Tesla, basato sulla corrente alternata. Il sistema, che è praticamente lo stesso che viene attualmente usato praticamente in tutto il mondo, presentava moltissimi vantaggi rispetto a quello a corrente continua di Edison (incapace di trasmettere su lunghe distanze), ma fu inizialmente ostacolato nella sua diffusione a causa della campagna diffamatoria che venne montata contro di lui e dal fatto che tutti i motori elettrici fin lì costruiti (da Edison) funzionassero a corrente continua.
Abbandonato il lavoro presso la compagnia di Edison, Tesla inizio a lavorare saltuariamente, con l’unico scopo di raccogliere fondi per le proprie ricerche. Sotto questo punto di vista, i suoi lavori e i risultati ottenuti nei suoi esperimenti hanno anticipato o sono stati perlomeno condotti in parallelo rispetto a quelli di altri grandi scienziati del periodo. Forse l’unico appunto che si possa fare a Tesla, al di là del suo personaggio eccentrico e pieno di idiosincrasie, è quello di essere stato un personaggio decisamente poco interessato al valore accademico delle sue scoperte, e probabilmente, se avesse voluto vendersi un po’ di più, avrebbe potuto avere in vita i riconoscimenti che gli sono stati attribuiti postumi. Molti dei suoi lavoro sono poi solo potenziali scoperte rivoluzionarie (in particolare la trasmissione di energia wireless), vuoi perché la tecnologia dell’epoca non permetteva di andare oltre il puro stadio sperimentale, vuoi perché inevitabilmente se disperdi le tue energie su molte ricerche, non hai la possibilità di completarle tutte.
L’EREDITA’ DI UN MITO
Elencare tutti i risultati raggiunti da questo “scienziato pazzo” dell’elettromagnetismo è davvero un impresa titanica: i suoi contributi all’ingegneria elettrica hanno giocato un ruolo importantissimo nello sviluppo dei moderni sistemi di distribuzione e fruizione dell’energia, e sono per lo più di carattere estremamente tecnico. Nel 1899 Tesla si trasferisce nel famoso laboratorio di Colorado Springs, dove in totale solitudine (non era un tipo particolarmente socievole) poté dedicarsi agli studi più avveniristici della sua vita. A questi anni appartengono infatti i lavori che più l’hanno reso famoso. Fece studi sui raggi x (negli stessi anni di Rontgen, studi che valsero allo scienziato tedesco il premio Nobel per la Fisica, nel 1901). Realizzò la trasmissione di segnali radio, forse addirittura prima di quanto non fece Marconi, tant’è che quando ci fu da assegnare il premio allo scienziato italiano per le prime trasmissioni senza fili, ci furono molte polemiche riguardo un eventuale riconoscimento mancato a Tesla. Studiò un metodo per trasmettere la corrente elettrica in modalità wireless sfruttando la conduttività naturale della terra, riuscendo a illuminare con questo metodo una lampadina, e dimostrando che si può trasmettere energia non soltanto con una differenza di potenziale indotta in un conduttore, ma anche con onde che si muovano attraverso lo spazio, nella materia, un effetto che guarda caso, oggi prende il nome di effetto Tesla.
Se provate a pensare a tutti i fattori che è necessario prendere in considerazione e i diversi campi fisici che si devono investigare (dalla fisica dell’atmosfera, all’elettromagnetismo, alla fisica atomica) per ottenere dei risultati concreti in esperimenti per l’epoca avanzatissimi, dovrebbe risultare chiara la portata delle attività di Tesla. Qui non si tratta di studiare la forza agente su un filo percorso da corrente (senza voler togliere nulla a mister Faraday, sia chiaro), ma di riuscire a risolvere problemi molto più pratici con una conoscenza teorica decisamente limitata. Riuscì persino a radiocontrollare una nave per la marina militare, pensando che forse ai soldati sarebbero interessati siluri in grado di essere guidati con precisione sul proprio bersaglio. Nonostante tutto ciò, Tesla morì in una camera di un albergo il 7 gennaio del 1943, solo e povero in canna. Di certo all’immagine di scienziato pazzo con cui è stato ricordato per molto tempo dopo la sua morte hanno contribuito le sue piccole o grandi ossessioni, la sua inattitudine a stringere rapporti sociali con uomini e donne (pochi possono dire di averlo conosciuto, tra i quali un certo Mark Twain) e alle dicerie riguardo a molte invenzioni fantascientifiche e stravaganti, come il suo ipotetico Raggio della Morte. Di recente gli sono stati attribuiti parecchi brevetti negatigli all’epoca, tant’è che in America il brevetto della radio appartenne per un certo periodo a Marconi, e per un altro allo scienziato croato. Il SI delle unità di misura adotta il tesla per misurare i campi magnetici; inoltre, ultimo ma di certo non per importanza, Tesla è probabilmente lo scienziato più citato nella cultura fantascientifica per quanto riguarda videogiochi, film e racconti di fantascienza: può sembrare poco, ma centinaia di migliaia di giovani nerd ogni giorno lo ringraziano per le bobine, le armature e i fuciloni elettrici che portano il suo nome. E ora scusatemi, ma devo capire che fine ha fatto la mia gatta dopo che ho cercato di teletrasportarla dalla mansarda alla cantina…
Da “Coffee and Cigarettes” di Jim Jarmusch, 2003.