adSono ormai un po’ di mesi che Gianfranco Fini non perde occasione per punzecchiare qua e là il suo partito, quel Pdl che ha contribuito a fondare insieme al nostro Imperatore Maximo Silvio Berlusconi. Ieri c’è stata una vera e propria lite tra i due, durante il congresso post-elettorale del partito, dove si è arrivati ad uno scontro urlato degno del peggior pomeriggio domenicale televisivo. Sembra proprio che il Pdl, non avendo alcun tipo di opposizione valida che sia degna di questo nome, forse stanco di avere tutto troppo facilmente, ha deciso di crearsela da sé l’opposizione. Ecco alcuni estratti della “scaramuccia” di ieri.
La situazione è sicuramente molto tesa. Da una parte c’è la Lega che continua a mietere indisturbata consensi in -praticamente- tutte le regioni del Nord, guadagnando sempre più potere decisionale all’interno della coalizione di maggioranza, dall’altra c’è il Premier Silvio Berlusconi impegnato nelle infinite riforme della giustizia inseguendo questa o quella legge ad-personam. Nel mezzo di questo calderone, il presidente della Camera forse comincia a rendersi conto che qualcosa non va, e lancia una bomba politica che sarà destinata a cambiare sicuramente la situazione al vertice. Fini e alcuni dei suoi fedelissimi già nella giornata di ieri si sono riuniti, e anche oggi le riunioni continuano da una parte e dall’altra. Berlusconi dal canto suo cerca di calmare le acque e assicura che non ci sarà “un altro Predellino” in seguito alle velate minacce della Lega che, cogliendo la palla al balzo, ha iniziato ad esigere il tributo dovutogli dalle ultime elezioni regionali. Ci sono anche le prime voci di elezioni anticipate (anche se, ripeto, tutti stanno cercando di calmare le acque) che, secondo Gasparri, andrebbero contro il volere degli italiani (ma lui non era un Finiano una volta?).
Tutto questo evidenzia un momento di grossa crisi nella maggioranza, figlio sia dei risultati elettorali che della gestione del Paese negli ultimi anni. Uno dei fulcri della discussione tra Fini e i vertici del Pdl pare essere il serissimo tema dell’immigrazione. Uno scontro Fini-Bossi su una legge che porta il loro nome? Fini se ne accorge ora che certe idee del mondo padano sono un po’ troppo xenofobe? Meglio tardi che mai. La situazione è sicuramente destinata a profilarsi meglio nelle prossime ore e nei prossimi giorni. C’è da chiedersi se -come al solito- questa discussione interna non porterà a nulla, se tutti si ritroveranno a fare la pace, a vivere felici e contenti e ognuno otterrà quello che vuole, o se la grossa spaccatura che ormai comincia a fare acqua con uno zampillo di troppo non sia l’inizio di una rivoluzione all’interno della coalizione di maggioranza. La grossa incognita è capire in quanti nel centro-destra saprebbero seguire Fini in questa diaspora, sia dal punto di vista politico che dell’elettorato. Ecco spiegata la cautela dimostrata in questi due giorni. Rischiare tutto per un salto nel buio non piace neanche al più rivoluzionario dei leader di centro-destra.
Ma in tutto questo, l’opposizione? Non fa e non dice niente, figuriamoci. Su certe cose si può stare più che tranquilli.