Chi semina vento raccoglie tempesta, e c’era da aspettarselo che prima o poi anche l’Italia avrebbe conosciuto le rivolte delle banlieue francesi… Già nel dicembre 2008 Medici Senza Frontiere era intervenuta a Rosarno e nella Piana di Gioia Tauro e aveva denunciato le spaventose condizioni in cui vivevano i circa 1500 migranti che abitavano nella zona.
Nel rapporto “Una stagione all’inferno”, citato anche da Elisa Battistini su “Il Fatto Quotidiano” del 13 gennaio, MSF denunciava che il 62% di questi immigrati non disponeva dei servizi igienici e il 64% non aveva accesso all’acqua potabile.
Impiegati come forza lavoro nel settore agricolo, alloggiavano in una vecchia fabbrica in disuso e in un’altra struttura fatiscente, disumanamente accampati in precarie condizioni igieniche, con una paga che si aggirava intorno ai 25 euro per un’intera giornata di lavoro.
Il vaso oramai colmo d’acqua è dunque traboccato. Il ferimento di un paio di migranti con un’arma ad aria compressa è stata la goccia di troppo… quella che ha dato il via alla rivolta, alla violenza e allo sgombero che ne è seguito.
Lavorare come schiavi e vivere come bestie, mentre la politica italiana continua a trattare la questione “immigrazione” come se fosse un problema esclusivamente legato alla Sicurezza, spesso supportato da un sistema d’informazione che asseconda questo pregiudizievole punto di vista. Ma Rosarno, così come l’Italia intera, incapace di indignarsi per la completa soppressione dei diritti umani di quegli individui, non ha esitato a scandalizzarsi non appena quelle stesse persone hanno deciso di ribellarsi.
E adesso poco importa se “dietro le quinte” aleggia l’ombra delle cosche della ‘Ndrangheta. Se persino Maroni ha dovuto ammettere che la maggioranza di quei migranti aveva un regolare permesso di soggiorno. Se questa violenta sommossa non è stata altro che la conseguenza di troppi sbagli e dell’indifferenza generale in cui sono stati commessi.
I riflettori si spegneranno e le tante Rosarno d’Italia continueranno a percorrere la loro solita strada, incuranti del passato e di ciò che esso ha da insegnare…