Prove Aperte alla Scala

Ripartono le “Prove Aperte” della Filarmonica della Scala con il grande legame che unisce ottima musica all’impegno sociale. Il maestro Esa-Pekka Salonen dirigerà l’orchestra il 5 Febbraio alle ore 20.00 sul palco del Piermarini, e questa volta a sostegno di OBM Ospedale dei Bambini Milano – Buzzi Onlus. E’ un’occasione speciale anche perchè si tratta delle prove generali di questa grande orchestra con i consigli del maestro e con il supporto del critico Angelo Foletto. Musiche che verranno presentate in anteprima nella loro veste e citiamo su tutte “Una notte sul monte Calvo” di Musorgskij, il “concerto per violino e orchestra” di Salonen e “Le sacre du printemps” di Stravinskij.
L’OBM Ospedale dei Bambini Milano – Buzzi Onlus è un’associazione no-profit che guarda alla cura ed al miglioramento dell’assistenza di bambini, donne e famiglie.
Abbiamo raggiunto il Dr. Valentino Lembo, una persona “in prima linea” del “Buzzi” che si è gentilmente prestato a rispondere alle nostre domande…ma lasciamo spazio al Presidente dell’associazione.
Vuole parlarci del suo lavoro e di cosa rappresenta per Lei questa struttura? Sono il Direttore medico di un Presidio Ospedaliero della’Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano, di cui fa parte anche l’Ospedale Buzzi. Rivesto attualmente il ruolo di Presidente dell’associazione OBM dall’anno della sua costituzione, il 2004, epoca in cui ero il Direttore medico del Buzzi. Quest’ospedale ha sempre rappresentato per me un elemento di crescita professionale e umana, dovuto al contesto peculiare di trattamento e assistenza dei bambini e delle donne che partoriscono al Buzzi. Ha rappresentato inoltre un “fil rouge” nella mia carriera professionale in quanto ho iniziato a lavorare alla Clinica Mangiagalli, più estesa come dimensioni, ma con simili caratteristiche. Anche se non fisicamente presente al Buzzi per ragioni lavorative, questa struttura rappresenta per me un fatto affettivo e di continuo stimolo nel percorso di umanizzazione dell’Ospedale e della sua evoluzione tecnologica e di ricerca, tutti elementi finalizzati a rispondere al meglio ai bisogni di salute delle donne e dei bambini. Basta entrare in Ospedale per rendersi conto della particolare realtà che si sta sviluppando a misura di bambino e ricevere una costante gratifica per i riscontri positivi degli utenti, grandi e piccoli.
Quali sono le principali malattie dei bambini che dovete affrontare ogni giorno e in cosa siete specializzati? Le malattie si possono collocare nei seguenti grossi ambiti:
a. Legate alla patologia della gravidanza;
b. Alle gravi immaturità neonatali;
c. Alla chirurgia pediatrica, soprattutto in ambito gastroenterologico ed urologico, vascolare per il trattamento delle malformazioni infantili, ortopedico per il trattamento degli esiti delle paralisi cerebrali infantili;
d. Alla clinica medica pediatrica, in particolare rivolte al trattamento delle malattie epidemiologiche stagionali, ad alcune malattie gastroenterologiche e allo studio e alla prevenzione di alcune malformazioni cardiache.
Naturalmente esistono ulteriori settori di eccellenza che agiscono in linea con quelli sopracitati per la definizione delle diagnosi e per il migliore trattamento terapeutico da conseguire.
Le prove “aperte” della filarmonica della Scala sono un’opportunità, oltre che per ascoltare dell’ottima musica, per poter ricevere dei fondi. Vuole invitare i nostri lettori a questo evento? La prova aperta alla Scala rappresenta un’occasione straordinaria di visibilità per l’associazione e un veicolo per far conoscere il lavoro svolto in questi anni e i progetti in divenire. Credo che non possa esistere momento più propizio per un cittadino per essere sensibilizzato alla solidarietà in una cornice fantastica come il Teatro alla Scala, dove la vista e l’ascolto di ottima musica predispongono gli animi nella maniera migliore. La partecipazione massiccia dei cittadini serve per incrementare la raccolta fondi per OBM che si sta impegnando attualmente per acquisire uno strumento di ultimissima generazione, un ecografo in 3D, per lo studio e la prevenzione della malattie congenite cardiache, da donare alla Cardiologia pediatrica dell’ospedale Buzzi. Partecipare diventerà proprio … una questione di cuore!
E dopo l’invito del Dr. Lembo, che ringrazio vivamente, non mi resta che ricordarvi i prezzi e come prenotare l’evento:
Biglietti: da 5 a 35 euro (esclusi i diritti di prevendita)
Informazioni e prevendita telefonica allo 02 465.467.467 (da lunedì a venerdì ore 10/13 e 14/17).
Altre prevendite: VIVATICKET  e GETICKET

Un ringraziamento ad Aragorn Comunicazione per le informazioni e i comunicati, in particolare a Melissa Tirico per aver reso possibile l’intervista al Dr. Lembo.
Ricordo che le Prove Aperte proseguiranno con altri tre appuntamenti fino al mese di Maggio.

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La Filarmonica della Scala per il sociale

Lunedì 31 Ottobre 2011 alle ore 20.00, presso il teatro alla Scala di Milano, ci sarà un appuntamento di elevato spessore musicale e dal grande valore umano. Il maestro Omer Meir Wellber dirigerà la Filarmonica della Scala a sostegno della Fondazione Don Gnocchi con la partecipazione al pianoforte di Emanuel Ax.

Questo il programma del concerto:
– G. Puccini Crisantemi
– L. van Beethoven Concerto per pianoforte ed orchestra n° 5 in mi bemolle magg. “Imperatore” Op. 73
– P.I. Čajkovskij Sinfonia n° 4 in fa min. Op. 36
Noi di “Camminando Scalzi” abbiamo interpellato il presidente della Fondazione, monsignor Angelo Bazzari che ci inviterà all’evento e ci parlerà della Fondazione nata e voluta dal Beato Don Gnocchi.
Cosa rappresenta oggi la Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus nel panorama socio-sanitario italiano e internazionale?
La Fondazione è stata istituita oltre mezzo secolo fa dal Beato don Carlo Gnocchi (1902-1956) per assicurare cura, riabilitazione e integrazione sociale ai mutilati, vittime della barbarie della seconda guerra mondiale e con il passare degli anni ha progressivamente ampliato il proprio raggio d’azione. Oggi continua ad occuparsi di ragazzi con disabilità affetti da complesse patologie acquisite e congenite; di pazienti di ogni età che necessitano di interventi riabilitativi neurologici, ortopedici, cardiologici e respiratori; di assistenza ad anziani non autosufficienti, malati oncologici terminali e pazienti in stato vegetativo persistente. Intensa, oltre a quella sanitario-riabilitativa, socio-assistenziale e socio-educativa, è anche l’attività di ricerca scientifica e di formazione ai più diversi livelli.

Il prossimo 31 ottobre ci sarà un particolare evento a Milano, con un concerto dell’orchestra Filarmonica della Scala il cui ricavato sarà destinato alla vostra realtà. Cosa vi aspettate da questo evento?
La Fondazione Don Gnocchi riceve il sostegno della solidarietà privata e gode dell’appoggio delle istituzioni che le consentono di svolgere sempre meglio le proprie attività e di estendere ancor più la propria presenza sul territorio nazionale e in ambito internazionale.
Il concerto alla Scala rappresenta certamente una preziosa opportunità di sostegno per la nostra Opera, ma ci permette anche di rinsaldare il rapporto con Milano, la città di don Carlo Gnocchi, dove la Fondazione è nata e dove hanno sede i suoi organi di vertice. Alla Scala, alla Filarmonica, agli organizzatori e a tutti quelli che vorranno partecipare va quindi il nostro più sentito ringraziamento. I bisogni non mancano. La Fondazione sta investendo ingenti risorse economiche per migliorare le proprie strutture e per garantire ai pazienti servizi sempre più efficienti e di elevata qualità. A Milano, completata la nuova chiesa dedicata al Beato don Gnocchi e in attesa di vedere realizzato il museo a lui dedicato, stanno per prendere il via alcuni importanti lavori di ammodernamento dell’IRCCS “S. Maria Nascente”. All’Istituto “Palazzolo-Don Gnocchi” è stato ampliato il reparto che accoglie persone in stato vegetativo ed è stata avviata l’Unità di oncologia geriatrica. In Toscana è stato avviato in queste settimane un modernissimo Centro di riabilitazione nella città di Firenze con oltre 180 posti letto, struttura che ha richiesto un ingente sforzo e che necessita di essere sostenuto nell’avvio delle sue molteplici attività. A Roma, accanto alle attività ormai consolidate, è operativa da alcuni mesi una nuova struttura per affetti da Alzheimer e Parkinson, mentre continua il potenziamento dell’attività in tutte le altre regioni, in particolare in quelle del sud, Campania e Basilicata.

Da Opera pionieristica nata nel dopoguerra, ora la Fondazione può contare su numerosi Centri in tutta Italia e all’estero. Quanti siete e cosa fate oggi?
La Fondazione Don Gnocchi è riconosciuta Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), segnatamente per i Centri di Milano e Firenze, e conta oggi oltre 5.400 operatori tra personale dipendente e collaboratori professionali, per i quali sono approntati costanti programmi di formazione e aggiornamento. Le prestazioni vengono erogate in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale in una trentina di Centri, raggruppati in otto Poli territoriali in nove Regioni italiane. In totale disponiamo di 3.648 posti letto di degenza piena e day hospital e complessivamente sono quasi 10 mila le persone curate o assistite in media ogni giorno nei nostri Centri attraverso una pluralità di servizi. Si tratta di numeri che evidenziano bene l’intensità e la complessità del nostro lavoro al servizio dei pazienti. La Fondazione Don Gnocchi è inoltre riconosciuta come Organizzazione Non Governativa (ONG), impegnata in progetti di solidarietà nei Paesi in via di sviluppo. Ha realizzato Centri per bambini disabili in Bosnia-Erzegovina ed Ecuador; sostiene strutture di chirurgia ortopedica e di riabilitazione in Rwanda e in Sierra Leone. Altri interventi sono in corso o in programma in parecchie nazioni povere del mondo.

Il concerto alla Scala di fine ottobre evoca l’idea della musica come strumento di cura e sollievo, legato al benessere psico-fisico della persona. Viene utilizzata anche dalla Fondazione Don Gnocchi nell’ambito delle proprie terapie in supporti a favore dei disabili o dei pazienti?
La musicoterapia fa parte dei programmi di riabilitazione adottati in molti nostri Centri, specie a beneficio di disabili e anziani. In generale la musica, come molte altre forme d’arte, sono spesso d’aiuto e sostegno per persone fragili. Mi viene in mente il festival della musica impossibile che ogni anno promuove il nostro Centro di Falconara Marittima, nelle Marche, e a cui partecipano gruppi musicali composti da persone con disabilità. Lo stesso don Carlo Gnocchi, uomo di grande sensibilità e cultura, era un grande amante dell’arte e della musica. Nel suo libro del 1946 “Restaurazione della persona umana”, scriveva che «L’arte e l’amore nascono dal “nonnulla” di cui ha parlato Pascal. Il lontano sussurro di una melodia in fondo all’anima (magari sul ritmo monotono di una goccia cadente per Chopin), il balenìo di un ideale di bellezza nella pupilla (intuita in un blocco di marmo abbandonato, come per il David di Michelangelo), la rapida e confusa enunciazione di una legge fisica e metafisica alla mente assorta (dietro il moto pendolare di una lampada nella cattedrale di Pisa, per Galileo), la fulminea intuizione dell’anima gemella, attraverso un dolce viso di donna (come per tutti coloro che hanno potuto realizzare il loro sogno d’amore) hanno dato origine ai capolavori della scienza, della bellezza e dell’amore. Purché attentamente raccolti, appassionatamente seguiti e perdutamente amati».

Un ultimo pensiero a favore della Fondazione. Perché vale davvero la pena sostenervi?
Ci rivolgiamo a tutti con un celebre motto del nostro fondatore: “Amis, ve raccomandi la mia baracca…” (Amici, vi raccomando la mia “povera casetta”, n.d.r.). Don Gnocchi, l’indimenticato “apostolo del dolore innocente”, è stato solennemente proclamato Beato il 25 ottobre 2009 in piazza Duomo a Milano, straordinario riconoscimento per una vita spesa accanto ai più fragili. Sul letto di morte, raccomandò la propria Opera agli amici che gli stavano accanto. Oggi quegli amici sono una grande famiglia, che s’allarga sempre più. Tutti possono dare il proprio contributo perché la missione e l’opera di don Gnocchi possa continuare sempre più e sempre meglio, in Italia e nel mondo, accanto e al servizio della vita.

I costi dei biglietti per partecipare al concerto variano dai 15 euro (veramente alla portata di tutti) fino a 200 euro (commissioni di servizio escluse).
Per quanto riguarda le informazioni e la prevendita telefonica è possibile contattare il numero 02 465.467.467 (dal lunedì al venerdì 10.00/13.00 e 14.00/17.00) oppure entrate nel circuito www.vivaticket.it
Per quel che mi concerne vorrei ringraziare monsignor Bazzari per la disponibilità dimostrataci e invitare chi volesse maggiore informazioni sulla Fondazione a visitare il loro sito.
Mi auguro che il Teatro alla Scala sia gremito per questo evento e ringrazio Alessandra Romanati di Aragon (Comunicazione eventi e fundraising per il non profit) per aver reso possibile questa intervista.

Ballottaggi: il vento è cambiato

I risultati di questa seconda tornata elettorale, così importante e così sentita, sono ormai noti a tutti: Pisapia è il nuovo sindaco di Milano, De Magistris ha trionfato a Napoli.

Una sconfitta su tutti i fronti per il nostro Premier Silvio Berlusconi, che si aveva messo la sua faccia su queste elezioni, che si era giocato tutto, e che oggi si ritrova con una sconfitta totale. Primo fra tutti ovviamente Milano, il suo bastione, la sua fortezza. Il primo soffio di questo vento di cambiamento proviene dalla città che ha dato la fortuna a Berlusconi, la sua roccaforte. È da lì che due settimane fa si è innescato il meccanismo, che qualcosa nell’oliato e funzionale centrodestra ha cominciato ad incepparsi. A poco sono serviti gli attacchi diretti, l’alzare i toni, l’utilizzare un modo di fare politica che ha palesemente stancato gli italiani. Ed è da lì che parte quel vento che porta l’immenso cambiamento in tutto il Paese. Sta cominciando adesso, sta accadendo oggi, e noi siamo qui, tutti testimoni.

Napoli è una sorpresa ancora più grande da un certo punto di vista. Considerato il risultato alle regionali (dove il centrodestra vinse), pochi speravano veramente che ci potesse essere una vittoria del centrosinistra, soprattutto viste le immense difficoltà in cui versa la città da anni, probabilmente in parte anche per una cattiva gestione dei vari Bassolino – Iervolino. Ma il vento napoletano questa volta è armato da una voglia di libertà, di assoluto cambiamento e, soprattutto, di legalità. La speranza è immensa, ed è insita proprio in questo. Non sono servite a niente le promesse di condoni (vediamo se ora verranno comunque mantenute, io scommetterei il contrario) o di tasse sui rifiuti momentaneamente congelate. Di fronte ad una campagna che puntava su una legalità quantomeno latente, Napoli ha scelto un ex magistrato, un uomo dell’Italia dei Valori, e gli ha dato il 65% di preferenze. Una vittoria strabordante. Napoli ha voglia di cambiamento, i napoletani si sono stancati delle promesse mai mantenute, si sono stancati di essere considerati un problema dell’Italia.

Oggi i napoletani e i milanesi (in questo curioso connubio sancitosi dietro il vento del cambiamento) hanno detto all’Italia che si può cambiare, che la speranza non deve andare mai perduta, che le cose vanno male, e i cittadini hanno bisogno di altro. Oggi finisce un’epoca, il famoso “tappo” più volte citato da Paolo Mieli è saltato definitivamente, adesso è soltanto una questione di tempo.

Tante responsabilità nelle mani di Pisapia, forse ancora di più in quelle di De Magistris. Adesso tocca a loro, i cittadini il loro dovere lo hanno fatto, hanno urlato a piena voce che un’altra Italia è possibile, auspicata, desiderata. Oggi ricomincia tutto.

Chiudiamo questo breve editoriale riportando una dichiarazione di Marco Travaglio che ci è piaciuta molto: ‎“Nel momento della prova suprema, il nostro pensiero va a Silvio. A furia di evocare il cadavere del comunismo, ha finalmente portato un comunista a sindaco della sua città. A furia di chiedere un voto contro i magistrati, è riuscito a far eleggere un magistrato a sindaco di Napoli. Grazie Silvio, avanti così.”

Forse gli italiani non sono tutti deficienti, forse chi vota a sinistra non è così tanto un coglione o un pazzo, come più spesso detto nei giorni scorsi. Forse la gente ha la voglia concreta di un cambiamento. Pensaci Silvio.

Il vento del cambiamento ha cominciato a soffiare anche in Italia. E questo, a prescindere dalle libere idee di ognuno, è sempre un bene.

Manifesti d'Italia

Stanno facendo un enorme scandalo, giustamente, i manifesti che in questi giorni sono apparsi nelle vie di Milano. “Fuori le BR dalle procure” recita il malriuscito slogan. L’ennesima dimostrazione di come i toni siano oltre l’esasperazione, oltre ogni logica di giudizio, oltre ogni morale. Fa notizia che il sindaco di Milano ne abbia preso le distanze, così come Schifani, che ha condannato senza se e senza ma l’ignobile iniziativa. Roberto Lassini, candidato nelle liste del PDL in Lombardia, si trova al centro dello scandalo. La Moratti auspica una rinuncia alla candidatura, ma a quanto pare Lassini smentisce tutto, persino l’indagine, nonostante ancora oggi continui a dichiarare “Non sono io l’autore, non li farei, ma difendo gli autori” (via | Il Fatto Quotidiano), e si prende comunque la responsabilità essendo presidente dell’associazione “Dalla parte della Democrazia”, firmataria dei simpatici manifesti.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto sulla questione, stigmatizzando e difendendo a spada tratta il lavoro dei magistrati, quelle “cattive toghe rosse”, i terribili persecutori, che vengono paragonati a organizzazioni terroristiche che i magistrati li uccidevano, in una delle pagine più buie della storia italiana. “Indica come nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull’amministrazione della giustizia, si stia toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti” afferma il nostro Presidente della Repubblica. Ancora un richiamo dai piani alti, ancora una dichiarazione forte contro una situazione divenuta ormai insostenibile. Ma chi è il responsabile di tutto questo?

Perché prendersela con il povero Lassini che, in fondo, non fa altro che riportare il clima che si respira da qualche tempo a questa parte nella guerra Berlusconi-giudici? Quei terribili manifesti che oggi tutti si impegnano a condannare (da una parte e dall’altra, bisogna dirlo) sono figli di un costante attacco nei confronti dei giudici da parte di questo Governo, in particolare nella persona del nostro Imperatore Maximo. Solo qualche giorno fa il nostro magnanimo dittatore illuminato ci diceva come volesse “Liberare l’Italia dai giudici politicizzati”, di come le “toghe rosse comuniste” lo stanno perseguitando, accusandolo ingiustamente, di come la magistratura sia “un’arma di lotta politica” (ne abbiamo parlato qui.) Insomma, il Grande Capo dà le sue direttive sul da farsi, e quando uno dei piccoli seguaci prende in parola la cosa e affigge i suddetti manifesti della discordia, stiamo tutti a condannarlo? Il povero Lassini fa da capro espiatorio per una questione molto più grande di lui.

Roberto Lassini
Roberto Lassini

Perché la Moratti o Schifani non hanno preso le distanze da quanto dichiarato dall’Imperatore Maximo nei giorni scorsi? Eppure il succo non cambia, cambiano le frasi usate, ma il significato è quello. La campagna elettorale è cominciata e, checché se ne dica, questi manifesti in qualche modo sono comunque passati. Ora Lassini o chi verrà ritenuto responsabile dall’indagine verrà punito, redarguito (ma anche qui non ci metterei la mano sul fuoco), ma quei manifesti sono passati. Li abbiamo letti tutti, li hanno letti i Milanesi, sono passati in televisione. Sì, d’accordo, li abbiamo condannati. Ma scripta manent, e hanno fatto molto più lavoro delle dichiarazioni a ruota libera del nostro Premier in ottica elettorale. Ci sarà qualcuno che oggi sarà ancora più convinto che i magistrati sono come le Br, che stanno perseguitando il povero Silvio, che la colpa dei mali del nostro Paese sono i giudici cattivi che vogliono mandarlo via. Il messaggio inquinato che diventa l’acqua pura del popolino.

E allora cari Schifani, Moratti, opposizioni e Presidente Napolitano, perché non vi dissociate da quello che dice Berlusconi? Perché non stigmatizzate le sue dichiarazioni? Cosa credete, che questo clima, che l’idea di Lassini -o chi per esso sia- nata da lui per caso? O forse siamo di fronte al solito mantra tutto italiano “tanto si può fare”, e quindi lo si fa? Se lo fa il Premier, perché non io, piccolo candidato di provincia?

Non ci resta neanche più la faccia per vergognarci.

Il grande traditore (a detta dei tifosi)

Sabato alle ore 20.45 si gioca il derby di Milano. Milan contro Inter, per un match che può valere una stagione visto che le due squadre sono separate solamente da due punti in classifica. Ogni stracittadina è bella, perchè in quel momento che i tifosi tirano fuori il meglio (ed a volte purtroppo il peggio) di loro, con la tagliente ironia che solo un derby è in grado di generare. Le coreografie sono un “cult” in partite del genere, con degli sfottò che a volte sono veramente da applausi, ma che rimangono segretissime fino a qualche minuto prima. Un giornale sportivo (“Tuttosport”) ha però anticipato quella che dovrebbe essere la coreografia della curva Sud, quella degli ultrà milanisti, e che ci porta al nocciolo della questione. La suddetta coreografia dovrebbe avere proprio il tradimento di Leonardo come tema principale, verosimilmente si andrà più sull’ironia che sull’insulto (ma non sono escluse iniziative personali più pesanti) andando a toccare il “cuore” , organo molto spesso citato dall’allenatore per spiegare partite e atteggiamento in campo.

Ora, sul fatto che Leonardo abbia fatto bene o meno ad andare all’Inter se ne è parlato tantissimo. Personalmente non lo ritengo certo “colpevole”, visto che nel calcio si parla comunque di squadre-azienda (non credo che se uno passi dalla Toyota alla Honda venga etichettato come “traditore”) e soprattutto non ha infranto promesse e cose del genere, ma è comprensibile la rabbia del popolo rossonero. La cosa però ci fornisce un interessante spunto per parlare di quelli che sono considerati i grandi “traditori” del mondo pallonaro.

Lionello Manfredonia

Il popolare giornale spagnolo “Marca” ha pubblicato tempo fa una lista con i venti più grandi “tradimenti”, piazzando al primo posto Luis Figo, trasferitosi dal Barcellona al Real Madrid, ed accolto con lancio di oggetti (fra cui una testa mozzata di maiale) al suo ritorno da avversario al “Camp Nou”. C’è al secondo posto Roberto Baggio, per un “passaggio” che i tifosi fiorentini non dimenticheranno mai: dalla squadra gigliata all’odiatissima Juventus. Ce ne sono tanti altri, come Sol Campbell (dal Tottenham all’Arsenal), Romario (dal Flamengo al Fluminense) e Hugo Sanchez (dall’Atletico al Real, a Madrid ovviamente). Del nostro calcio ci sono altri due giocatori in classifica, ovvero Serena e Tardelli, ma mancano alcuni dei più recenti.

Senza scomodare Lionello Manfredonia, che causò addirittura una spaccatura nella curva della Roma e la formazione del G.A.M. (Gruppo Anti-Manfredonia) per il suo passato laziale, si possono citare i vari cambiamenti di sponda sempre in quel di Milano (Ibra e Ronaldo, mai perdonati dai nerazzurri). Ma ogni squadra ha il suo ex mai dimenticato e per questo mal digerito con un’altra casacca. Ci sarà sempre qualcuno accolto malissimo al suo ritorno allo stadio che lo ha consacrato, che verrà chiamato “ingrato”, “traditore” (ovviamente usando solo parole non volgari, eheh). Accadrà sempre. Parliamo però di una questione comunque interessante. Quindi dite la vostra: qual’è stato per voi il più grande “tradimento calcistico” della storia?

 

“Panariello non esiste” – Teatro Arcimboldi di Milano

[stextbox id=”custom” big=”true”]Un nuovo autore su Camminando Scalzi.it

Vi presentiamo Alan Valenza , 27 anni da Milano. Appassionato di sport, in particolare calcio e tennis, ama leggere libri gialli e da 10 anni scrive. Ha iniziato col giornale della scuola pe rpoi proseguire con giornali a tiratura provinciale e regionale. Ha inoltre avuto un’esperienza in tv e una in radio come opinioniosta.[/stextbox]

Giorgio Panariello è tornato. Dopo un’assenza di 3 anni dai teatri italiani torna con uno spettacolo tutto nuovo.  Uno spettacolo dal titolo un po’ particolare, che viene spiegato da Panariello nel primo monologo e che, nonostante sia un comico, fa capire come sia anche un artista che negli spettacoli mette quel poco di malinconia che contraddistingue tutti i grandi comici.

Lo spettacolo è composto da un mix di monologhi sull’attualità (in questo momento non si può tralasciare la politica), e riproposizioni di vecchi personaggi che il pubblico conosce già. Si parte da Merigo, l’uomo sempre ubriaco che perde il suo amato vino; si passa dal dj della discoteca Kiticaca di Orbetello; si arriva al vecchio sempre più solo che ripensa alla vita che sta passando e, con la giusta dose d’ironia, fa capire alla propria famiglia che lui è stato qualcuno nonostante ora sia vecchio.

Il più di questo spettacolo è di sicuro l’orchestra live presente sul palco che compare per la prima volta dopo dieci anni, quando sul palco c’era la Band di Paolo Belli. Con loro, Panariello può rivivere il suo Renato Zero, può cantare canzoni proprie che il grande pubblico non conosce.

Di sicuro possiamo dire che Panariello è tornato senza deludere le aspettative. Le battute sono tutte nuove. Non ha riciclato niente ed è forse per questo che ci ha messo un po’ per tornare nei teatri. Il tour proseguirà in tutta Italia.

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Alan Valenza

[stextbox id=”info” caption=”Vuoi collaborare con Camminando Scalzi.it ?” bcolor=”4682b4″ bgcolor=”9fdaf8″ cbgcolor=”2f587a”]Collaborare con la blogzine è facile. Inviateci i vostri articoli seguendo le istruzioni che trovate qui. Siamo interessati alle vostre idee, alle vostre opinioni, alla vostra visione del mondo. Sentitevi liberi di scrivere di qualsiasi tematica vogliate: attualità, cronaca, sport, articoli ironici, spettacolo, musica… Vi aspettiamo numerosi.[/stextbox]

L’arte diventa vulnerabile

[stextbox id=”custom” big=”true”]Una nuova autrice su Camminando Scalzi.it

Mi chiamo Valentina Pulice, sono nata a Francoforte sul Meno nel 1992 in una giornata indecisa tra il sole e la pioggia.
A priori, adoro scrivere e la gente che scrive. Mi sono diplomata come perito agrario con un anno d’anticipo, e come occupazione principale coltivo rose. Nel tempo libero adoro suonare la chitarra, improvvisarmi come cantante e fotografare volti e paesaggi.
La musica mi ha aiutato molto nel mio percorso formativo. Tutto ciò che viene considerato storia, rientra nelle mie passioni. Sono da sempre stata realista, razionale e idealista. Mi affascina tutto ciò che rende vivibile questo mondo come l’arte, la poesia, la musica e il teatro.[/stextbox]

L’arte diventa ”vulnerabile” presso l‘Hangar Bicocca di Milano. L’idea, messa in atto da Chiara Bertola e Andrea Lissoni, ha lo scopo di rappresentare le quattro fasi lunari in un’unica mostra articolata in sette mesi.
L’ inaugurazione della mostra è avvenuta nel mese di Ottobre e il primo Febbraio si è conclusa la prima fase, intitolata : ‘‘Le soluzioni vere arrivano dal basso”. Il titolo della mostra e le opere esposte vogliono ricordare al visitatore come l’insieme dei componenti legati alla stessa siano analoghi a un giardino da coltivare: l’impresa infatti è articolata come il susseguirsi delle stagioni. Iniziata ad ottobre (epoca autunnale) con il contributo di14 artisti, si concluderà nel mese di maggio (epoca primaverile) con la collaborazione di 30 artisti in totale. L’opera che ha caratterizzato e interpretato in modo figurativo il titolo della mostra, nella prima  fase, è “Testament” del duo inglese Ackroyd & Harvey.
Gli artisti che hanno partecipato mostrando le proprie opere durante la fase del  “primo quarto lunare” sono :
● Ackroyd & Harvey
● Mario Airò
● Stefano Arienti
● Alice Cattaneo
● Elisabetta Di Maggio
● Rä Di Martino
● Yona Friedman
● Alberto Garutti
● Gelitin
● Mona Hatoum
● Christiane Löhr
● Ermanno Olmi
● Hans Op de Beeck
● Stefano Boccalini

La fase del “secondo quarto lunare” (che si sta svolgendo in questi giorni) prevede l’inserimento di altri otto artisti, i quali lavorano con caratteri e qualità differenti sulla stessa tematica: la vulnerabilità. Ed è proprio la diversità dello stile usato da ogni singolo artista che rende la mostra, nel suo complesso, unica e atipica.
La sintesi concettuale è identica alla precedente fase, l’unica differenza tra le due edizioni è la titolatura che si presenta con questo slogan: interrogare ciò che ha smesso per sempre di stupirci. Le opere variano seguendo l’intelletto dell’artista, per questo motivo vengono presentate opere complesse e concettuali affiancate da altre classiche e poetiche. Il progetto, realizzatosi con successo, non è nient’altro che una continua evoluzione, un ciclo di periodi che rendono l’atmosfera ancora più interessante.
Il percorso evolutivo intrapreso da ogni singolo artista vuol dimostrare al pubblico come l’arte non si fermi a un singolo evento, ma continui a evolversi durante il corso del tempo : un’evoluzione che deriva dalla bravura artistica, dall’originalità, dalle critiche, dai consigli e dalle opinioni nate tra gli autori, che hanno preso parte al progetto da Settembre 2009.
Gli artisti che si sono aggiunti al ”secondo quarto” sono:
● Bruna Esposito
● Carlos Garaicoa
● Invernomuto
● Kimsooja
● Margherita Morgantin
● Adele Prosdocimi
● Remo Salvadori
● Nico Vascellari

Possiamo considerare il progetto ”Terre vulnerabili”, come un’esperienza innovativa nel campo artistico e visivo. Un’esposizione che verrà ”coltivata” gradualmente dai talentuosi artisti, la quale sarà capace di progredire e stupirci durante tutte le fasi lunari che saranno attuate durante il mese di marzo, aprile e maggio.

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Gli sviluppi sul referendum per l'ambiente a Milano

Continua la corsa per la raccolta firme a Milano. 14.000 sottoscrizioni sono state già raccolte per i referendum sull’ambiente e la qualità della vita, nonostante la pochissima informazione che è stata data ai cittadini milanesi. L’ora X scoccherà il 6 novembre quando sarà necessario aver raggiunto ill traguardo delle 15.000 richieste per indire i referendum.

Intanto arriva il sostegno da personaggi dello spettacolo e della politica, locale e internazionale. Il 24 novembre in Piazza Mercanti si sono esibiti gratuitamente al “Referendum Party” i comici di Zelig con esilaranti gag sui temi ambientali. È intervenuto inoltre Angelo Bonelli presidente nazionale dei Verdi: “Il referendum di Milano è importante a livello non solo locale, ma anche nazionale perchè costituisce una forma di democrazia diretta significativa per rimettere l’ambiente al centro di un progetto di riqualificazione del territorio”.

Non è mancato l’appello di Giulia Maria Crespi, presidente onorario del FAI, ai cittadini milanesi affinchè “non piangano su come Milano è ora ridotta, sullo smog e sul traffico, sul verde pubblico sempre più risicato, nella gestione incontrollata dei rifiuti, sullo sperpero energetico, sul pericolo di un Expo che dimentica la sua vocazione agroalimentare, sulle subdole mire verso il Parco Agricolo Sud, sulla darsena e sui navigli cari ai nostri ricordi. Perché con una vostra firma, unita alla firma dei vostri familiari, amici e conoscenti, voi potete dare un inizio nuovo a questa città, un nuovo diverso indirizzo che potrebbe cambiare il volto di Milano”. Giunto anche il sostegno di Elio de Capitani, direttore artistico del teatro Elfo Puccini, all’interno del quale è stata organizzata una raccolta firme in concomitanza di uno spettacolo: “La sostenibilità ambientale non è una ideologia, come per anni molti hanno voluto credere e molti vogliono far credere ancora oggi. E’ il modo in cui dovremo saper coniugare tutte le nostre scelte in modo intelligente per imparare a vivere meglio, ma in prospettiva è meglio dire imparare a sopravvivere”.

Ma ciò che sicuramente ha più valore è il sostegno internazionale al referendum, arrivato in particolare da Denis Baupin (vicesindaco di Parigi), Evelyne Huytebroeck (ministro dell’Ambiente a Bruxelles), Imma Mayol I Beltran (vicesindaco di Barcellona), Hep Monatzeder (vicesindaco di Monaco), Lisa Ruecker (vicesindaco di Graz), affinchè Milano possa diventare più vivibile e unirsi alle altre città europee che hanno già fatto questa scelta.

I fondatori del Comitato, Marco Cappato, Edoardo Croci ed Enrico Fedrighini invitano a continuare a sottoscrivere i quesiti: “Ringraziamo tutti coloro che sostengono i referendum. L’obiettivo delle 15.000 firme è vicino. Chiediamo ai milanesi di venire a firmare nei prossimi giorni per innescare un vero miglioramento della qualità della vita in città”.

Sul sito www.milanosimuove.it sono costantemente aggiornati i punti di raccolta delle firme, gli eventi, i promotori e le donazioni. Per chiunque viva a Milano, l’istante di una firma che può cambiare il futuro.

I 5 quesiti referendari:

http://www.camminandoscalzi.it/wordpress/un-referendum-per-lambiente-a-milano.html

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Un referendum per l'ambiente a Milano

VENGHINO SI’ORI, VENGHINO!

Cari milanesi,

siete stufi di vivere una città che ci sta soffocando con il suo inquinamento, una città in cui gli unici spazi verdi scarseggiano sempre più e presto dovremo accontentarci delle nostre amate piante sul nostro balcone? Vorreste vivere questa città anche nel weekend senza dover scappare alla ricerca di aria un po’ più pulita, lasciandovi quell’orribile cappa marrone alle vostre spalle? Siete stanchi di dover prendere la macchina o di dover rischiare la vita ogni volta che vi muovete in bicicletta?
Vorreste che il colore della vostra città non sia più questo sporco grigio?

Allora cari cittadini è il momento di fare qualcosa. Basta lamentarsi da un computer, alzatevi da quella sedia e fate qualcosa di concreto. Qualcosa che vi costa davvero poca fatica ma che potrebbe essere un primo passo importante. Il piccolo gesto di una firma per un progetto di rinnovamento della nostra città

MilanoSiMuove, in collaborazione con una serie di associazioni civiche e ambientaliste (Legambiente, Italia Nostra, WWF, Fondo Ambiente Italiano, Ambiente Milano, Genitori Antismog, Fiab Ciclobby, CamminaMilano, Nondimenticareilfuturo, Impegnati, Darsena Pioniera, Fa’la cosa giusta, Esterni, MILeft, Studenti Liberali Bocconi, Verdi, PLI, Radicali italiani, Milano Civica) ha promosso infatti, nella Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, i “Referendum Days”, 3 giorni (17-19 settembre) di raccolta firme per poter sottoporre ai cittadini milanesi 5 quesiti in un referendum consultivo.

I cinque quesiti:

1: ridurre traffico e smog attraverso il potenziamento dei mezzi pubblici, l’estensione di “ecopass” e la pedonalizzazione del centro. L’obiettivo è realizzare, attraverso 10 punti, un piano di interventi per potenziare il trasporto pubblico e la mobilità “pulita” alternativa all’auto, attraverso l’estensione a tutti gli autoveicoli (esclusi quelli ad emissioni zero) e l’allargamento progressivo fino alla “cerchia ferroviaria” del sistema di accesso a pagamento (Ecopass), con l’obiettivo di dimezzare il traffico e le emissioni inquinanti.
Per maggiori informazioni: http://www.milanosimuove.it/wordpress/quesiti/1-ridurre-traffico-e-
smog

2: raddoppiare gli alberi e il verde pubblico e ridurre il consumo di suolo. Il Comune di Milano rifiutò circa un anno fa un progetto di Renzo Piano per la riqualificazione delle brutture di Milano e per consegnare ai cittadini milanesi una città più vivibile e anche più sana. Ora il comitato referendario propone una fondamentale riduzione del consumo di suolo di almeno il 50%, ridestinandolo, attraverso riqualificazione, ad aree verdi ad uso pubblico; preservare gli alberi e le aree verdi esistenti; garantire il raddoppio del numero di alberi e dell’estensione e delle aree verdi e la loro interconnessione entro il 2015, assicurando che ogni residente abbia a disposizione un giardino pubblico con aree attrezzate per i bambini a una distanza non superiore a 500 metri da casa.
Per maggiori informazioni: http://www.milanosimuove.it/wordpress/quesiti/2-raddoppiare-gli-
alberi-e-il-verde

3: conservare il futuro parco dell’area EXPO. Il comitato referendario chiede che il Comune di Milano adotti tutti gli atti ed effettui tutte le azioni necessarie a garantire la conservazione integrale del parco agroalimentare che sarà realizzato nel sito del prossimo EXPO (2015) senza che venga poi ridestinato all’edilizia, connettendolo al sistema delle aree verdi e delle acque. L’intervento inoltre non comporterà costi a carico del bilancio comunale.

4: Risparmio energetico e la riduzione della emissione di gas serra. Si richiede che il Comune di Milano adotti un piano di sei punti in favore dell’energia sostenibile, in modo da conseguire, almeno localmente, gli obiettivi europei di riduzione di almeno il 20% delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra, attraverso il dimezzamento delle principali emissioni inquinanti connesse al riscaldamento degli edifici. Il risultato ottenibile è sicuramente un’aria più pulita grazie sì a un investimento iniziale, che poi permetterebbe comunque di ammortizzare le spese attraverso l’installazione di impianti di energia “pulita”.
Per maggiori info: http://www.milanosimuove.it/wordpress/quesiti/4-risparmio-energetico-e-
riduzione

5: Ripristino della Darsena e riapertura del sistema dei Navigli milanesi. Il comitato propone la riqualificazione della Darsena e la riapertura del meraviglioso progetto di Leonardo da Vinci, una rete di navigli che attraversano la città, grazie a uno specifico progetto che ne consenta la navigabilità. Chiunque abbia visitato città come Stoccolma, Amsterdam o tante altre sa sicuramente quanto una gita in battello per i canali della città possa essere magica. E Milano in quanto a gioielli dell’architettura non ha null da invidiare alle altre città straniere.
Per maggiori info: http://www.milanosimuove.it/wordpress/quesiti/5-ripristino-della-darsena-e-
riapertura-del-sistema-dei-navigli-milanesi

Per chi fosse davvero interessato, e tutti i cittadini di Milano dovrebbero esserlo per la propria città, la raccolta firme si chiude oggi alle 19, quindi affrettatevi. Non è necessario condividere tutti i punti, si può firmare anche per 3 o 4. Anche uno. Ma l’importante è agire, fate qualcosa di concreto, perché questa è la città in cui viviamo. Avere una città più vivibile può solo giovarci. La città è nostra e siamo noi a decidere del suo futuro.

Altrimenti poi non ci lamentiamo della Moratti o del Sindaco di turno. Non lasciamo ai nostri figli e ai nostri nipoti questo inferno di città!

Per maggiori informazioni sui banchetti della raccolta firme, visitate il sito:
http://www.milanosimuove.it/wordpress/17-19-settembre-al-via-i-%E2%80%9Creferendum-
days%E2%80%9D.html

Carlo Ruberto
Link al blog dell’autore: http://carloruberto.blogspot.com/

Il Derby della Madonnina – Serie A giornata 21

Nel film “Eccezziunale veramente” Diego Abatantuono nei panni di Donato, capo della curva, convocava tutti i suoi seguaci alle otto della domenica mattina perchè l’argomento del giorno era di capitale importanza: “Il debbo”. Milan-Inter o Inter-Milan, poco importa. Stadio Giuseppe Meazza (che i rossoneri preferiscono comunque chiamare San Siro). Una stracittadina importantissima, fra le più illustri del mondo. In Italia è quella che vede in campo il maggior numero di trofei (il derby di Torino nonostante i tanti scudetti juventini è lontano). Due squadre che hanno alle spalle una storia ricchissima, fatta di gioie e dolori, vittorie e disfatte. Più di un secolo è passato da quando un gruppo di dirigenti del Milan per protestare contro la Lega che non voleva consentire l’utilizzo di giocatori stranieri in campionato si staccarono e decisero di formare un club per conto loro (ripensandoci oggi suona davvero strano…i nerazzurri che si lamentano perchè vogliono gli stranieri…). Nacque così l’Internazionale (“Perchè siamo fratelli del mondo”, a detta dei fondatori), diventata poi Ambrosiana sotto la dittatura fascista. Il primo derby lo vince il Milan 6-0, e da quel giorno tanti sono stati i protagonisti della sfida. Se ne possono elencare a bizzeffe. Quante le partite storiche. La Milano proletaria dei tifosi del Milan (chiamati “casciavìt” dai cugini, proprio perchè in dialetto vuol dire “caciaviti” per sottolineare l’origine operaia) contro la Milano borghese dell’Inter (i “bauscia“, bavosi nel senso di gradassi). Sarebbe impossibile elencare tutti i derby, ma alcuni li voglio ricordare.

1949: Milan sul 2-0 con doppietta di Cadiani, accorcia Nyers. Nordhal e Franzosi segnano le reti del 4-1 ma poi l’incredibile visto che il “Fornaretto di Frascati” Amedeo Amedei sigla una doppietta, con Nyers e “Veleno” Lorenzi a completare il sorpasso! Annovazzi pareggia, Amedei segna ancora e Candiani colpisce la traversa…vince l’Inter 6-5!!!

2001: Inter-Milan 0-6! Il più grande scarto nella storia di un derby ufficiale. Due Sheva, due Comandini, uno Giunti ed uno Serginho…Inter umiliata. 2004: nerazzurri sul doppio vantaggio all’intervallo con le reti di Stankovic e Zanetti ma nella ripresa Tomasson, Kakà e Seedorf ribaltano il punteggio ed il “Diavolo” si impone 3-2.

2006: altro match ricchissimo di reti, prevalgono i ragazzi di Moratti per 4-3! In gol Crespo, Stankovic, Ibra, Seedord, Materazzi, Gilardino e Kakà. Spettacolo a San Siro! 2009 e 2010: doppia vittoria dell’Inter, 4-0 all’andata, 2-0 al ritorno con la truppa di Mourinho che vola verso lo scudetto numero 18.

In conclusione, come non ricordare i derby “europei”. Prima la semifinale di Champions League del 2003, col Milan che prevale per le reti fuori casa e vince poi il trofeo a Manchester con la Juve ai rigori, poi due anni dopo nei quarti con 2-0 firmato Sheva-Stam e 3-0 a tavolino al ritorno per lancio in campo di petardi da parte della curva interista.

Passano gli anni ma il Derby della Madonnina rimane sempre affascinante ed è vero…certe sere Milano ha dei colori straordinari.

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