Obbiettivo Annozero.

Ormai in Italia si va avanti così, a minacce. Non si fa in tempo a festeggiare la nascita di un quotidiano libero, che ci ritroviamo subito sommersi da nuove polemiche.

Marco Travaglio, "ospite" ad Annozero
Marco Travaglio, "ospite" ad Annozero

Dopo la prima puntata di Annozero, di Michele Santoro, nonostante Travaglio sia stato “ospite” (cioè, il suo contratto non è stato regolarizzato), nonostante l’imbarazzante conferenza stampa di presentazione del programma, dove il direttore di rete Liofredi dice di non condividere la trasmissione (dove si è mai visto?), le polemiche non si sono fermate. Annozero va in onda, con Travaglio, con una interessantissima puntata sulla libertà di stampa e sul caso escort (ancora additato come semplicissimo Gossip dalla maggioranza), fa ascolti enormi (secondi solo alla “bellissima” fiction Don Matteo, quella sera)  eppure…

Eppure il giorno dopo Scajola dichiara: “E’ ora di finirla. Quella di ieri è l’ennesima puntata di una campagna mediatica basata sui pruriti, sulla spazzatura, sulla vergogna, sull’infamia, sulle porcherie” ed aggiunge, come se non bastasse, “Convocherò i vertici della Rai per verificare se trasmissioni come Annozero rispettino l’impegno, assunto dalla Rai nel contratto di servizio, a garantire un’informazione completa e imparziale” (via | Repubblica.it). Ora, bisognerebbe spiegare a questi signori che la Rai radiotelevisione italiana non è una “Televisione di Stato“. Non decide il governo cosa può andare in onda e cosa non può andarci, siamo decisamente stanchi di editti bulgari. Siamo arrivati alla minaccia, a quel “convocare i vertici Rai”. Ma per fare cosa? La Rai appartiene agli abbonati italiani, la Rai appartiene ai cittadini, non è l’organo di stampa del governo, ce lo vogliamo mettere in testa una volta per tutte? Eppure le polemiche non si placano, Schifani oggi tenta di minimizzare, parlando ancora di gossip riguardo al caso escort, e viene annunciata addirittura un’istruttoria sul programma dal viceministro delle Comunicazioni.

Claudio Scajola, Ministro dello Sviluppo economico
Claudio Scajola, Ministro dello Sviluppo economico

L’opposizione, dal canto suo, si comporta come al solito, si indigna, si smuove, alza la manina per parlare e poi finisce tutto là. Giusto D’Alema si spinge un po’ oltre etichettando con un terribiledel tutto inopportuno” la dichiarazione di Scajola. Gentiloni concluderà poi: “Il governo non ha alcun potere di istruttoria su singoli programmi della Rai. In quindici anni di vigenza dei contratti di servizio non si è mai visto un intervento del genere. Si tratta di un abuso di potere e di un’invasione delle competenze di Agcom e commissione di Vigilanza ribadite proprio dall’articolo 39 del contratto di servizio.”

Ma spostiamo un attimo la discussione. Questi sono i fatti, sono gli avvenimenti. Sono sotto gli occhi di tutti i cittadini, di qualunque fede politica.

Possibile che nessuno riesca veramente ad indignarsi? Questo è un attacco continuo alla libertà di informazione, non si ferma mai un giorno, è una costanta. Tutto comincio con l’ormai -purtroppo- famoso editto bulgaro, dove un mostro sacro del giornalismo italiano fu semplicemente messo alla porta. Motivo? Dava fastidio, diceva le cose come stavano, e dava quindi fastidio. E poi via Luttazzi (che si macchiò della terribile intervista di Marco Travaglio, entrambe le cause furono vinte tra l’altro), via Santoro (una prima volta, anche lui vinse la causa). E si è continuato anno per anno. Dapprima le querele ad ogni starnuto fatto dai giornali che seguivano la linea dell’opposizione, poi l’anomalia tutta italiana di querelare le DOMANDE di un giornale (la Repubblica ndr). Non importa in questo momento di che “fede” siate, chiedetevelo sinceramente: in una democrazia che prevedere in uno dei suoi articoli la totale libertà di stampa e informazione, secondo voi è normale che delle domande (a cui si può rispondere e negare, tuttalpiù), siano oggetto di querela per calunnia e diffamazione? E i suddetti signori non si fermano davanti a niente, continuando con questa continua “minaccia”, spesso seguita dai fatti, altre volte rimangono solo parole. ù

Ma sono parole pesanti. Sono parole che rappresentanti del governo non dovrebbero poter dire così con leggerezza. E’ una minaccia bell’e buona. Inutile stare tanto a girarci intorno. Si sta cercando in tutti i modi di controllare e normalizzare l’informazione. E questo lo sapete in che paesi capita? Non so, fatevi un po’ un giro, chiedetevi ad esempio in Cina come sono messi. E fate 2+2. Fatelo però, fatelo per davvero.

Concludo con la dichiarazione di oggi di Marco Travaglio, che più di mille parole spiega la totale anomalia di una situazione simile:

“Quello che è successo ieri è più grave dell’editto bulgaro è una dichiarazione illegale ed eversiva che pretende di istituzionalizzare il controllo del governo sulla televisione“.