Ripercorrendo i cieli di Rino: Mio fratello è figlio unico.

Il secondo album di Rino, datato 1976, ebbe un successo assai superiore al primo, “Ingresso Libero” a sottolineare come con questo lavoro il cantautore iniziò a raccogliere i frutti della sua strepitosa capacità artistica e creativa.

La prima canzone del grande successo è anche quella che dà il titolo al secondo album del cantautore: ”Mio fratello è figlio unico”. Sembrerebbe, e l’ascolto sembra confermarcelo, una canzone nata da una riflessione sul concetto hobbesiano “Homo homini lupus“, a voler ribadire con forza l’egoismo spasmodico dilagante nella società che conduce all’isolamento e all’emarginazione dei più deboli, o semplicemente dei più normali. In questa canzone, paradossale sin dal titolo, Rino vuole scolpire, attraverso la sua usuale illogicità dei versi usati, una realtà incomprensibile che può essere colta e interpretata solo attraverso l’assurdità dei versi stessi. I suoi ossimori penetrano in un mondo insostenibile di individui anonimi e sfruttati, liberamente esclusi da una società scandita e gratificata dai riconoscimenti dei premi aziendali, di persone che non credono nei dogmi della religione (“perché è convinto che nell’amaro benedettino non sta il segreto della felicità”), del calcio (già sport nazionale e veicolo di distrazione della massa), e dell’economia.
Un capolavoro affilato e contraddittorio che affonda la sua lama nella disgregazione sociale, che i padroni, del pensiero, del denaro e della religione ,riescono a nascondere attraverso forme convenzionali e non virtuose.Continua a leggere…