Brian Clough: miglior bomber e miglior allenatore di sempre?

In Inghilterra è un’icona da sempre, anche se otto anni fa è venuto a mancare. Qui da noi però è un personaggio troppo poco conosciuto ed è un sacrilegio per ogni amante del calcio, visti i suoi numeri e i suoi straordinari record. Parliamo di Brian Clough, centravanti e successivamente allenatore inglese, che ha realizzato cose attualmente difficili da eguagliare. Ma andiamo con ordine.

Brian-Clough_Rex_2174070bClough nasce a Middlesbrough nel 1934, dove comincia a calciare il pallone in pieno periodo bellico ed arrivando ben presto alla prima squadra del club della sua città natale (appunto il Middlesbrough). Gioca da centravanti e da subito si distingue per una caratteristica: segna gol a raffica. Con la maglia del Boro infatti segnerà centonovantasette gol in duecentotredici partite. Niente male eh? Ma come mai nessun club della First Division (l’attuale Premier League) decide di prenderlo lasciandolo invece in Second? Per due ragioni: la prima è che lui non vuole andarsene dalla sua città, dove ha la sua famiglia a cui è legatissimo (sembra assurdo a vederlo con occhi dei giorni nostri, eppure è così), ma influisce anche il fatto che sia una “testa calda”, o meglio una “lingua lunga”. Niente “Balotellate” o “Cassanate” in pratica, ma non le mandava certo a dire. Niente interviste preconfezionate con le solite frasi di rito, anzi, più volte prese multe dalla Football Association perchè criticava apertamente la loro politica. Solo nel 1961 il Sunderland riesce a fargli lasciare Middlesbrough, ma non il vizio del gol: cinquantaquattro in sessantuno apparizioni. Se vi siete fatti i conti potete sbalordire: duecentocinquantuno gol in duecentosettantaquattro partite. Meglio di chiunque altro.

A ventinove anni però la sua carriera si interrompe. Un orribile infortunio al ginocchio (distrutto completamente) nel giorno di Santo Stefano gli fa dire addio al calcio. Non c’erano i maghi del menisco che ci sono oggi, erano altri tempi. E si ritrova senza lavoro e senza soldi. Decide allora di intraprendere la carriera da allenatore, dove viene affiancato dal suo amico Peter Taylor (portiere ai tempi del Middlesbrough) che segnerà la coppia più influente della storia del calcio britannico. Comincia dall’Hartlepools United, club di terza divisione, dove fra mille difficoltà (è lui a tagliare l’erba del campo, a ridipingere le tribune, ad affittare un pullmino per le trasferte) riesce a farsi notare. Fa il salto e va ad allenare il Derby County (in Second Division) del presidente Sam Longson ed  è subito storia: si distingue subito per il suo modo di allenare e di comprare i giocatori. Taylor li scopre, lui ci va a parlare e li strappa alle migliori squadre scovandoli prima che sboccino. Uno su tutti, Dave McKay, centrocampista dai piedi buoni famoso per il passato nel Tottenham, che ad un passo dal ritiro lui convince a rimettere gli scarpini e a cambiare ruolo, passando a quello di libero. Promozione in First Division e due anni dopo…campione di Inghilterra! Davanti al Leeds del suo super-nemico Don Revie, contro il quale si scagliava spesso senza usare mezzi termini (Mourinho sarebbe impallidito a confronto) criticando il loro modo di giocare, pieno di trucchetti e sotterfugi. Dopo essersi inimicato tutta la dirigenza del Derby County per i suoi comportamenti (ne sa qualcosa la Juventus, perchè dopo l’eliminazione dalla semifinale di Coppa dei Campioni si scagliò contro la stampa italiana per il discutibilissimo arbitraggio dicendo “Non parlo con dei bastardi imbroglioni”) si dimette, ma la gente e giocatori fanno di tutto per farlo tornare, con scioperi a oltranza. Niente da fare.

Riparte dal Brighton, squadra di serie minori di una località marittima, ma ben presto va via (litigando con Taylor che vuole rimanere) perchè gli arriva un’offerta incredibile: quella degli arcirivali del Leeds (Don Revie era passato ad allenare l’Inghilterra, posto che anche Clough voleva). La sua avventura nello Yorkshire è stupendamente descritta dal libro “Il Maledetto United”, di David Peace, dal quale è stato tratto un film che incredibilmente in Italia è uscito solo in dvd dopo svariati annunci al cinema. Ma basti sapere che durò 44 giorni soltanto. Perchè? Facile. Il primo discorso che fece alla squadra fu memorabile e questa è una delle frasi: “Prendete tutte le medaglie e le coppe che avete vinto e buttatele nel cestino, perchè le avete ottenute tutte imbrogliando in modo schifoso”. Voleva cambiare il loro modo di essere ma non gli lasciarono il tempo di farlo. Si sarebbero pentiti? Certo che si. Clough andò ad allenare un altra squadra di Second Division, il Nottingham Forest, riunendosi con Taylor. Come andò a finire? Promozione in First, campionato e…due Coppe dei Campioni. Si, l’attuale Champions League. Il Nottingham Forest. Tipo una Atalanta, per fare un paragone col nostro calcio. Era il 1980. Altri tempi? Forse si, ma cosa accadrebbe se oggi qualcuno prendesse due squadre (due, non una) di Serie B, gli facesse vincere lo scudetto e ad una di esse due Champions League? Certo, qui ci sono Juventus, Milan e tutte le altre big, ma anche a quei tempi i valori inglesi erano quelli di oggi, con Manchester United e Liverpool a spadroneggiare. La verità è che forse storie come quella di Clough sono uniche. Davvero uniche. Purtroppo.

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