Scienza e Fede: verità a confronto – Tavola rotonda Museo Diocesano Catania 2-12-09

Dell’antico, primordiale scontro tra scienza e fede per avere risposte alle grandi domande dell’uomo (Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?) si è discusso mercoledì 2 dicembre al museo diocesano di Catania, in piazza Duomo.

Il titolo della conferenza non è scelto a caso, racchiude infatti in sé il concetto condiviso da quasi tutti i partecipanti, ovvero: non c’è contrapposizione tra ragione e religione, ma solo diversità di approccio.

god-versus-science-time-magazine-coverMa cambia veramente solo il metodo di ricerca della verità?

Come fa notare subito il dirigente di ricerca del centro astrofisico di Catania Massimo Turatto, persino Papa Giovanni Paolo II ha parlato di una comune verità ricercata attraverso stimoli diversi, addiritturara figli dello stesso Dio: “scienza e fede sono entrambe doni di Dio”[1].

In tempi più recenti (sempre Turatto ricorda) è padre Josè Gabriel Funes, astronomo e direttore della Specola Vaticana, a ribadire che la fede in Dio non è in conflitto con la ricerca di vita extraterrestra: “Come esiste una molteplicità di creature sulla terra,  così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio”[2].

Padre Santinto, direttore del museo Diocesano di Catania, conferma che in realtà si tratta di un conflitto apparente, che nasce spesso dalla poca conoscenza della religione e della scienza stessa.

Quello che padre Santino critica è il valore stesso di certezza che traspare dopo ogni scoperta scientifica, trattandosi spesso, a suo parere, di scoperte labili (certamente non quelle universali come la forza di gravità), criticabili e in divenire, quindi spesso rivedibili come la stessa esperienza empirica.

touchingthevoid460Ecco allora che la scienza diventa molto più umile (vicina all’ “umiltà intellettuale” nella ricerca scientifica di Zichichi) compiendo anch’essa un “atto di fede” alla riuscita di una dimostrazione. Se la scienza deve cominciare a dubitare di se stessa, la fede ha bisogno della mente tanto quanto il cuore: è la ragione infatti che aiuta la fede a non cadere in integralismi fanatici.

Aldo Zappalà, docente di Astrofisica nucleare, si schiera anche lui contro gli scienzati ottusi, proclamatori di verità assolute ai quali contrappone il più grande scienzato dell’epoca moderna: Albert Einstein e la teoria della Relatività. Grazie al fisico tedesco infatti è la scienza stessa che diventa una verità relativa, a differenza della religione che si pone secondo dogmi assoluti.

Il professore inoltre ricorda che l’interpretazione delle sacre scritture da parte della Chiesa non si è quasi mai evoluta, a differenza della scienza che invece a sua volta può aiutare nell’ interpreazione dell’antico testamento. Una collaborazione quindi tra fede e scienza può esistere, due modelli attraverso cui possiamo addirittura considerare la presenza di Dio nella fluttuazione nullistica alla base del Big Bang (fase quantistica).

Il professor Antonino Rapisarda, docente di Storia e Filosofia si distacca leggermente dall’argomento, analizzando gli approcci filosofici alle grandi domande (Platone, Aristotele, Archimede) e i diversi modelli espitemologici dei due approcci (fede – ragione).

universeIl professor Maurizio Ternullo, Osservatorio Astrofisico di Catania, ultimo a parlare, critica l’usanza di molti scienziati di gettare discredito analizzando le sacre scritture da un punto di vista scientifico, poiché nemmeno la scienza dà certezze in merito alle grandi domande (il professore porta l’esempio dell’orbita ellittica dei pianeti che non è stata ancora dimostrata). La scienza allora si unisce alla fede nel profondo di ogni uomo non potendo dare risposte alle grandi domande.

Alla fine di questa interessante “tavola rotonda” un pensiero viene subito in mente: non esiste troppa differenza tra uomini di fede e uomini di scienza quando ci si confronta partendo da una stessa comune idea, cioè che non esiste un metodo sicuro per rispondere alle grandi domande che l’uomo si pone. L’umiltà e l’intelligenza aiutano sicuramente a non cadere in fondamentalismi che ridicolizzano il problema (alla luce del tema affrontato, la questione pillola abortiva o le guerre di religione risultano meri prodotti dell’ignoranza umana).

Oggi scienza e fede rappresentano due modelli di una stessa esigenza.

Spetta al singolo individuo scegliere secondo la propria coscienza a quale modello avvicinarsi maggiormente per soddisfare l’inevitabile sete (ancora, per fortuna, impossibile da estinguere) di verità.

“La scienza senza la religione è zoppa; la religione senza la scienza è cieca”.

Albert Einstein

Lettura consigliata:

In cosa crede chi non crede? di Martini Carlo M., Eco Umberto

[stextbox id=”custom”]E voi cosa ne pensate dello scontro tra scienza e religione?
Secondo voi scienza e fede possono convivere o seguono percorsi  inconciliabili?
Parliamone! [/stextbox]


[1] Giovanni Paolo II, Discorso agli scienziati della World Federation of Scientists
[2] Josè Gabriel Funes, Intervista all’Osservatore Romano, 14 maggio 2008

8 pensieri su “Scienza e Fede: verità a confronto – Tavola rotonda Museo Diocesano Catania 2-12-09

  1. Questo è un argomento molto serio e direi complicato. Vorrei provare ad esprimere una mia opinione. A me, ormai persona di mezza età, è stata data una educazione religiosa cattolica; non vorrei dire una educazione cattolica imposta ma, direi, data quasi per tradizione familiare. Col passare degli anni si studia, si legge ci si imforma e si apprendono tante cose. Cosi affacciandosi, per quello che si riesce, nel mondo della scienza si creano in noi altre convinzioni, peraltro suffragate da ragionamenti a dir poco convincenti. Inevitabile, quindi, un allontanamento da quello a cui si è creduto fino ad un certo punto della propria vita. Penso che il volere imporre una verità sia sempre il peggiore metoto per farla passare. Si dovrebbe quindi, come evidenzi nel tuo articolo, avere sempre un confronto per esprimere le proprie convinzioni e documentarne la veridicità senza mai cercare la prevaricazione o l’imposizione. E sono daccordo che alla fine ogni individuo debba fare le sue scelte secondo le proprie convinzioni,secondo la propria coscienza ed in piena libertà.

    • Si Ciro, quando ci si confronta come è successo al museo diocesano lo scorso 2 dicembre non può che far bene..La collaborazione piuttosto che la prevaricazione è la strada giusta..

  2. cito solo Einstein per rispondere un pò a tutti gli articoli a cui non ho avuto il tempo di commentare…

    È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.

    Gran brutta malattia il razzismo. Più che altro strana: colpisce i bianchi, ma fa fuori i neri.

    Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza è primitiva e infantile eppure è la cosa più preziosa che abbiamo.

    Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare.

    ***

    e tante altre perle.
    albert io ti amo 😀

  3. Peccato che questi confronti siano davvero molto rari e , secondo me, questo in gran parte è dovuto al fatto che proprio le più alte cariche ecclesiastiche hanno una mentalità chiusa o ristretta (e il primo purtroppo è proprio Ratzinger).

  4. Più passa il tempo e più alla religione manca il terreno sotto i piedi. La fedeltà ad un’idea o ad una religione significa la vendita a quell’idea o a quella religione del proprio corpo e della propria autonomia.
    La fedeltà può essere di un animale verso l’uomo, ma non può nè deve essere mai la fedeltà di un uomo verso un altro uomo o verso un gruppo di uomini.
    Le religioni invece non consentono che ci siano nel loro interno infedeli, ossia persone che non accettano l’idea di fedeltà e di accettazione senza discutere delle teorie dogmatiche indiscutibili.
    Attribuiscono a chi ha fede di essere stato illuminato dalla grazia divina e di essere sul perfetto sentiero e invece i fedeli sono persone deboli e incapaci di assumere una propria personalità oltre che terrorizzati delle conseguenze che potrebbero seguire ad una propria resipiscenza e allontanamento dalla fedeltà al gruppo religioso al quale si trova aggiogato.
    E’ casa certa che i religiosi sono convinti che le loro idee sono razionalmente insostenibili e proprio per questo sono state imposte come dogmi e chi non li accetta non può far parte del gruppo: o si può educare, o si può convertire o deve subire l’ostracismo.

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