"Il Pdl non c'è più."

Quelle del titolo sono le parole che più sono rimaste impresse nella giornata di ieri, giornata in cui si è svolta l’attesissima “Festa Tricolore”, dove il presidente della Camera è intervenuto e ha finalmente detto la sua in maniera chiara e netta sulla crisi nella Maggioranza.le

Più di ottanta minuti di intervento in cui il leader di Futuro e Libertà ha sparato a zero e si è tolto parecchi sassolini dalla scarpa. Niente nuovo partito, ma a gran voce è stata chiesta una sorta di “rifondazione”. Il Pdl come lo conoscevamo sinora è morto, e se da quella stessa alleanza che ne aveva sancito la nascita provengono le più aspre critiche, è ovvio quanto la crisi sia concreta e palpabile.

È un fiume in piena il Compagno Fini. Bisogna andare avanti con questa maggioranza, ma c’è bisogno di un patto che porti alla stabilità, e punta  a rialzare la posta in gioco. Non più leggi ad personam, non più provvedimenti che non sono nel programma di governo. La priorità va data all’economia. Tra le tante critiche, colpiscono quelle alla Lega (la quale, di tutta risposta, agita lo spauracchio delle elezioni anticipate), con una richiesta di un federalismo giusto che non vada a penalizzare il mezzogiorno. Critiche anche alla situazione delle quote latte e alla situazione della liberalizzazione delle municipalità e all’abolizione delle provincie. Ma non si fermano qui gli attacchi alla maggioranza (ormai Fini ne è fuori, anche se non concretamente). La Gelmini con i suoi provvedimenti sul capitolo scuola è un’altra vittima degli attacchi a distanza del presidente della Camera. Troppi precari, troppo precari. Non è mancata una difesa incondizionata della legalità, con un particolare appunto ai tagli operati ai danni delle forze di polizia.

Ma è sul cuore della folla che Fini fa più pressione, con due argomenti che gli valgono due vere e proprie standing ovation. Il primo è stato la critica apertissima alla recente visita di Gheddafi in Italia (di cui abbiamo parlato qui), dove Fini ha affermato che il leader libico è uno “che non può insegnare niente né sui diritti civili né sulla libertà della donna” (fonte | Repubblica.it). Una totale bocciatura della “genuflessione” del nostro capo del governo nei confronti di Gheddafi e del suo circo ambulante, argomento piaciuto molto alla piazza, che forse si aspettava questo tipo di “condanna” sin dal mattino. Dall’altro lato la pesante critica nei confronti degli ex-colonnelli di AN, oggi fedelissimi dell’Imperatore Maximo Berlusconi: Gasparri, Larussa e Matteoli. Sono “quei colonnelli o capitani, che hanno soltanto cambiato generale e magari sono pronti a cambiarlo di nuovo” (fonte | Repubblica.it). Anche qui applausi e ovazioni a scena aperta. Il Compagno Fini ne ha per tutti, dopo più di un mese di silenzio.

Non manca un accenno agli attacchi personali ricevuti durante questa estate (ne parliamo qui) dalla stampa schierata con il Premier (“il Giornale” in particolare) e dal resto della maggioranza. Insomma, la “cacciata” non è andata proprio giù al presidente della Camera.

Di tutta risposta le reazioni non si sono fatte attendere, con la Lega che alza la voce e insiste sulle dimissioni di Gianfranco Fini. Il presidente della Camera è ormai l’unico esponente concreto di un’opposizione che riesce a dare in qualche maniera fastidio a Berlusconi e ai suoi seguaci. Una scheggia piantata in una mano che continua a fare male e a rendere difficoltosa la situazione politica della maggioranza di Governo. Difficile dire cosa accadrà da qui in avanti, certo è che la rottura è ormai più che evidente, e ci si chiede come mai non si sia arrivati ancora a una vera e propria rottura, con la conseguente caduta del governo e le elezioni anticipate. Le strategie politiche dei vari protagonisti di questa vicenda sono ancora in fase di rivelazione, e se dopo tanto silenzio Fini ha rincarato la dose, forse lo spauracchio delle elezioni non è una cosa temibile come sembrava all’inizio.

Peccato che l’Opposizione, quella vera, probabilmente non saprà approfittare di questa situazione di difficoltà per trarne vantaggio. Ma questa è un’altra storia.

7 pensieri su “"Il Pdl non c'è più."

  1. Secondo me, ciò che “impressiona”, è che al momento attuale Fini ruberebbe molti più voti alla sinistra che non alla destra.
    Il trascinatore di AN è sempre stato lui, e chi veniva votato era lui, non i colonnelli.
    Nel caso di un nuovo partito quindi, riacquisterebbe la sua vecchia quota di voti (o quasi), ai quali vanno aggiunti quelli della sinistra insoddisfatta, che lo voterebbe in quanto unico vero e reale oppositore berlusconiano.

  2. Però se ancora non c’è stata una vera e propria scissione, con conseguente nascita di un nuovo partito, viene da chiedersi se davvero abbia abbastanza voti da sconfiggere o quantomeno imporsi sul Pdl… evidentemente questo temporeggiare serve proprio a questo, vedere quanti voti si riescono a racimolare, prima di arrivare alle ormai inevitabili elezioni.

  3. sassolini? una dannatissima cava di marmo si è tolto dalle scarpe quest’uomo. tutto molto bello, ma dov’è stato negli ultimi 15 anni? non lo so…ho taaaaaaanta paura che alle elezioni anticipate vada a finire che brluska rimane su, la lega incrementi ancora di più il suo serbatorio di voti e ce lo ritroviamo bypassato una volta di più….

  4. Quoto in pieno. Se si va alle elezioni per la sinistra sarà una disfatta enorme… e personalmente sono contento. Inoltre secondo me Fini non sarà in grado di superare i voti del restante PdL e avremo un governo sempre più controllato dalla Lega.
    Vedi un pò se dobbiamo essere governati da gente che considera l’Italia un paese a metà…

    Sinceramente ogni giorno la politica mi fa sempre più schifo. Il barlume di luce che voi vedete in Fini per me è una luce quasi insignificante (è da anni al suo posto e non mi sembra abbia mai portato qualcosa di buono, ora sta solo cercando di sfruttare l’occasione, il crescente dissenso contro Berlusconi). La sinistra è ormai scomparsa…

    Spero che il Movimento a 5 Stelle sappia sfruttare l’occasione.

  5. Ragazzi, oggi Bossi e Berlusconi vanno da Napolitano per chiedere le dimissioni di Fini… è allucinante tutto ciò!

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