Il surrealismo magico di Leonora e Remedios

"I cercatori", Leonora Carrington

Ritengo ingiusta la poca attenzione tributata fuori dal Messico a due pittrici come Remedios Varo e Leonora Carrington. Spagnola la prima, inglese la seconda, entrambe si sono ritrovate, a causa degli avvenimenti politici e culturali del tempo, a vivere in Messico, non senza aver prima conosciuto quella che allora veniva considerata la Mecca dell’arte, Parigi.

Parlare delle loro biografie sarebbe un dilungarsi, nonostante le loro vite siano state oltremodo ricche di avvenimenti. Ciò che mi preme di più è descriverne l’opera.

I quadri di Remedios Varo e Leonora Carrington non sono propriamente simili, ma non si può negare di vedere in loro un’aria comune. Erano amiche, dipingevano spesso assieme e, come è naturale, la loro pittura, più che da un’imitazione reciproca, nasceva da una naturale osmosi di sentimenti e lunghi dialoghi.

"La roulotte", Remedios Varo

Siamo in pieno surrealismo, ma un surrealismo particolare a mio avviso: non la pura dissonanza di oggetti incoerenti, il semplice automatismo, il riferimento alle teorie freudiane, i rimandi al sesso come forza propulsiva, temi allora molto cari. Vi è qui di più, o meglio, dell’altro. Soprattutto nella Carrington, notiamo un’immersione in qualcosa di ancor più vasto dell’individuo stesso, dei suoi sogni e delle sue immagini personali. Amante del foklore inglese e celtico, nei suoi quadri si svela un mondo onirico dove fluttuano esseri mitici come chimere e dei egizi, figure dei tarocchi, paesaggi lunari. In Remedios Varo c’è una maggiore attenzione all’autobiografia, ma anch’essa si inserisce in una mitologia personale abitata da figure diafane e antiche che si muovono su incantevoli mezzi di trasporto quali complesse biciclette o piccole barche capaci di contenere a malapena una persona. Ogni suo quadro rivela particolari sempre più minuti man mano che lo si osserva, come se si entrasse gradualmente nell’interiorità dell’artista.  Se nei quadri di Carrington c’è un maggior senso di collettività legato al folklore, in quelli di Varo si percepisce un senso di solitudine, spezzato ogni tanto da un tocco di ironia, come nell’opera “visita al chirurgo plastico”. Queste due donne paiono venire da un mondo dove maghi, esseri imperscrutabili e animali incantati sono lì per mostrarci, nei loro sguardi enigmatici, i misteri della vita. La tecnica è raffinata: si utilizzano pennelli piccoli e tratti regolari che portano l’immagine ad assomigliare, soprattutto in Varo, ad antiche tempere o a miniature. E il fatto di essere donne conta: nei loro quadri, soprattutto in quelli di Varo, fanno capolino lune, case, gomitoli, come se si sentisse il bisogno di lasciare un segno particolare in un mondo, quello dell’arte surrealista, ancora completamente colonizzato dall’uomo. Nel surrealismo, infatti, alla donna è affidato tutto sommato un ruolo infantile, o per lo più quello di musa (mai creatrice). Le due artiste deludono questo copione, muovendosi in silenzio ma con sicurezza nel mondo creativo, rifiutandosi di spiegare le immagini e lasciando che siano loro a parlare. Infine, nonostante le differenze, si percepisce la spinta spirituale di entrambe, che si traduce in un sincero sforzo di andare alla fonte (“Esplorazione della fonte dell’Orinoco” e “La chiamata” di Remedios Varo)  o di incamminarsi in un labirinto verso un ipotetico centro (“Labirinto”, Leonora Carrington), in una paziente alchimia, un continuo viaggio alla scoperta di paesaggi interiori.

Remedios Varo si spense ancora giovane nel 1963. Leonora Carrington ci ha lasciati quest’anno, all’età di 94 anni.

I quadri di queste due maestre dovrebbero comparire accanto a quelli Magritte, Dalì, Tanguy ed Ernst nelle monografie. Spetta a noi recuperare appieno le magiche visioni di queste due donne. Vogliamo cominciare noi, a partire da questo articolo, a dare loro il tributo che meritano?

"Viaggio alla fonte dell'Orinoco", Remedios Varo
"Il labirinto", Leonora Carrington.

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Bibliografia
“Remedios Varo, la magia dello sguardo”, Diego Sileo, Selene Edizioni.
“Il cornetto acustico” di Leonora Carrington, Adelphi.
“Remedios Varo, unexpected journey”, di J. A. Kaplan, Abbeville Press.
“Leonora Carrington, surrealism, alchemy, art”, di Susan Aberth, Lund Humphries Pub Ltd.
“Surreal friends” di S. M. Kusunoki, A. Rodriguez Rivera, S. Van Raay, J. Moorhead, Lund Humphries Pub Ltd.

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