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Una nuova autrice su Camminando Scalzi.it
Abbiamo il piacere di presentarvi miosina81, medico specializzando in Anestesia e Rianimazione. Affronterà un tema molto delicato, quello del trapianto d’organi, legandolo ad una sua esperienza in ospedale. Fin dove ha potuto ha utilizzato un linguaggio il meno complicato possibile, inoltre abbiamo aggiunto vari link che vi aiuteranno con alcuni termini medici. In ogni caso l’autrice sarà disponibile a rispondere alle vostre domande. Espimente la vostra opinione sul tema commentando l’articolo.
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Paolo, 60 anni, è un grave cardiopatico. E’ affetto da una patologia chiamata cardiopatia ipertrofico – ischemica, tre pregressi infarti del miocardio di cui due a 40 anni, una grave insufficienza aortica e mitralica, uno scompenso del ventricolo sinistro con riduzione globale della contrattilità. In pochi termini ha un cuore praticamente fermo.
Arriva in Unità di Terapia Intensiva con un quadro clinico gravissimo, un episodio di tachicardia ventricolare seguito da immediato arresto cardiaco dopo l’ennesima coronarografia (la coronarografia è un esame che permette la visualizzazione diretta delle arterie coronarie mediante l’introduzione di mezzo di contrasto attraverso un catetere guida introdotto in arteria femorale). Viene sottoposto quindi a massaggio cardiaco esterno, defibrillazione, fiale di adrenalina, dopamina e atropina, e dopo aver tenuto col fiato sospeso per diversi minuti, ecco che ricompare quel bip rassicurante che così bruscamente si era interrotto. Una giornata di coma e la mattina seguente lo ritrovo sveglio e cosciente, ancora collegato al respiratore con una ventilazione non invasiva, più stabile emodinamicamente. Tuttavia nuove complicanze sono subentrate: un’ edema polmonare da scompenso cardiaco e una insufficienza renale acuta che poco risponde alla terapia farmacologica. Il rene è ormai danneggiato dall’ipoperfusione ematica, ovvero dalla scarsa circolazione sanguigna periferica, è necessaria quindi la dialisi.
Il paziente è in lista d’attesa per trapianto cardiaco da 15 anni; intanto affronta una serie di degenze più o meno complicate tra i reparti di Cardiologia e Rianimazione.
Le indicazioni cliniche all’esecuzione di un trapianto cardiaco comprendono le cardiopatie congenite, le cardiomiopatie primitive (ipertrofiche, dilatative e restrittive) e secondarie a malattia ischemica e malattie valvolari. Le indicazioni emodinamiche comprendono la stima di una serie di indici specifici cardiaci intesi a valutare l’efficienza di pompa cardiaca e di circolo (per esempio la frazione di eiezione, l’indice cardiaco e la pressione di incuneamento polmonare). Controindicazioni sono l’età, neoplasie maligne negli ultimi 5 anni, infezioni sistemiche in fase attiva ( per esempio da HIV, da HCV e HBV), il diabete mellito complicato, l’insufficienza renale primaria cioè indipendente dallo scompenso cardiaco, l’insufficienza epatica, l’infarto polmonare recente, patologie vascolari cerebrali, alcolismo, ipertensione, collagenopatie, malattie sistemiche in generale con limitata prognosi.
Paolo vive con la speranza di un imminente trapianto di cuore. Mi sottolinea che nonostante abbia compreso la serietà della sua condizione clinica è sereno, si sente comunque una persona fortunata perché dice di aver avuto tutto dalla vita. Rimango colpita da questa affermazione e dall’utilizzo di questo preciso termine “fortunato”, ha avuto tutto dalla vita, eccetto un cuore che funzioni. Lui non lo sa, ma in realtà non verrà maooi trapiantato, me lo comunica il Centro Trapianti presso il quale è seguito perché, mi ribadiscono, è considerato troppo vecchio. Infatti data la maggiore incidenza di complicanze nei soggetti anziani, il limite di età per la candidatura al trapianto è intorno ai 55/65 anni a seconda dei Centri. Naturalmente il paziente deve essere inquadrato nelle sue condizioni cliniche generali tali da permettergli una aspettativa di vita di almeno 10 anni. Il numero di trapianti di cuore ammissibili per anno dipende ovviamente dal numero di donatori disponibili e dalla mortalità in attesa di trapianto. In ogni caso i candidati risultano essere in numero nettamente superiore rispetto alla disponibilità effettiva d’organo.
Al 16/10/09 risultano: 713 pazienti in lista d’attesa per un cuore (ai quali se ne aggiungono 26 pediatrici); 257 trapianti cardiaci eseguiti da inizio anno. Il tempo medio di attesa dei pazienti in lista è di circa 2,5 anni, la mortalità in attesa di trapianto è piuttosto elevata, 8,6% (fonte: Sistema Informativo Trapianti)
La donazione d’organi è un atto irrinunciabile ed è un invito alla possibilità di salvare vite umane qualora la nostra dovesse cessare. Il prelievo di tessuti e organi viene effettuato solo dopo l’accertamento assoluto della morte biologica che equivale alla cessazione dell’attività elettrica cerebrale, questo è tutelato dalla legge italiana, aldilà di tutte le diversità culturali, le credenze religiose, le influenze ambientali. Ognuno di noi ha la responsabilità e il dovere morale di diventare potenziale donatore d’organi e manifestare la propria volontà attraverso la dichiarazione di donazione: basta anche solo la dichiarazione e la firma su un foglio in carta semplice e possibilmente la comunicazione ai familiari o all’ ASL di appartenenza.
Tante persone muoiono ogni giorno, tante altre vivono sperando come Paolo, solo alcune avranno la possibilità di credere realmente in una guarigione … ma essere favorevoli alla donazione è un modo per tutelare la vita. Non restiamo indifferenti.
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Brava, bell’articolo 🙂 . E’ vergognoso che non si faccia una legge decente sul testamento biologico, una delle tante assurdità italiane… Io di certo preferirò donarli gli organi piuttosto che portarmeli nella bara, dove non me ne farei poi molto.
La storia di Paolo mi ha reso triste: non è giusto soffrire così tanto, ci sono leggi ed idee sbagliate in materia.
Bell’articolo/inchiesta..Steve Jobs al suo ritorno allo scorso key note apple ha usato quasi le tue stesse parole…
http://video.tiscali.it/canali/truveo/2344189670.html
Si anche a me questa storia ha intristito tanto, cerco sempre di mantenere un certo distacco emotivo coi pazienti, è l’unico modo per poterli aiutare realmente…ma per la prima volta non reggevo il suo sguardo preoccupato.
Mi sono sentita colpevole, colpevole di non aver potuto fare di più per lui, e di custodire un così brutto segreto.Circa la donazione di organi c’è una cattiva/assente informazione in Italia…bè c’è forse da meravigliarsi???
Una campagna di informazione sulla donazione d’organi dovrebbe essere un obbligo in un Paese civilizzato… ma in Italia c’è forse qualcosa che funziona come dovrebbe?
Complimenti miosina, l’articolo è uno di quelli che colpisce! 😉
eheheh carino miosina81! 🙂 come mai questo nick?
perchè è una proteina col nome simpatico!